Il naso è l’anticamera delle vie respiratorie: praticando il lavaggio nasale, è possibile prevenire infezioni
Per molti genitori inverno significa muco, tosse e raffreddore. Ed è quando il raffreddore arriva minaccioso, che arriva il suggerimento di fare i lavaggi nasali, una pratica semplice e poco invasiva, se eseguita in modo corretto.
Semplice sì, ma meglio non improvvisare: è necessario infatti seguire alcune regole e utilizzare i dispositivi giusti per non causare danni alle orecchie. Ne abbiamo parlato con Paola Marchisio, direttore della Pediatria Alta intensità di cura del Policlinico di Milano e professore associato di Pediatria all’Università di Milano.
Una pratica utile, non per tutti
“Il nostro naso possiede un meccanismo di difesa innato, grazie alle attività della ciglia sull’epitelio” spiega la dottoressa Marchisio. “Tali ciglia vengono messe in crisi quando entrano in contatto con virus, batteri e allergeni, ma anche fumo, inquinamento e freddo. In questo caso il muco imprigiona le particelle esterne portandole nella gola e quindi nelle altre vie respiratorie.
Tenere pulito il naso è un’attività molto utile per chi vive in situazioni a rischio, dove c’è un’alta concentrazione di virus e batteri (ambienti chiusi e affollati) oppure in zone ad alto tasso di inquinamento. Chi vive lontano dalla città, non frequenta troppo gli ambienti chiusi e non soffre di allergie, non necessita di una pulizia costante.
Diciamo che il lavaggio è importante per un bambino di città che frequenta l’asilo. Non è necessario eseguire il lavaggio preventivo ai neonati, a meno che abbiano il nasino chiuso. Per quanto riguarda i bambini dopo i 6 anni e gli adulti, in generale, non è una pratica particolarmente utile, a meno che non siano allergici o abbiano un forte raffreddore”.
Testa inclinata, pressione lenta
Tutto ciò che succede nel naso ha un impatto sul resto delle vie respiratorie: ricorrere al lavaggio riduce la quantità di allergene a contatto con la mucosa respiratoria e serve a rimuovere le secrezioni. Per farlo correttamente è necessario seguire alcune regole precise, a partire dalla posizione della testa e dalla velocità della manovra.
“È importante che la testa sia inclinata in avanti, leggermente ruotata di lato. Il dispositivo usato deve puntare in direzione dell’orecchio. Farlo stando sdraiati o in altre posizioni è assolutamente da evitare” suggerisce la dottoressa Marchisio.
“Il liquido – ovvero la soluzione fisiologica – deve essere introdotto lentamente con una pressione delicata, lenta ma continua. Per avere un’idea della velocità suggerisco di usare ‘1 millilitro al secondo’ come misura di riferimento.
Un getto troppo veloce può danneggiare la mucosa, oppure il liquido può spingere le secrezioni in altre cavità come gola o le orecchie e favorire l’insorgere di otiti. La temperatura della soluzione fisiologica (che è acqua purificata con 0,9% di cloruro di sodio) deve essere tiepida. La temperatura del naso si aggira intorno ai 34 °C, quindi anche il contrasto freddo/caldo può rivelarsi controproducente”.
Non per forza usa e getta
In commercio esistono le fiale usa e getta, ideali per i neonati. Per i bimbi più grandicelli o soprattutto per chi necessita di numerosi lavaggi è possibile acquistare in farmacia la soluzione fisiologica in bottiglie da 250 ml o 500 ml, sicuramente più economica e rispettosa dell’ambiente. Il liquido si preleva con una siringa.
“Non è necessario cambiare ogni giorno la siringa – spiega la dottoressa – ma è sufficiente lavarla bene con acqua calda e cambiarla una volta a settimana. Inoltre è possibile inserire un piccolo erogatore sulla siringa o un nebulizzatore, per distribuire meglio il getto e lavare il naso in modo più efficace”.
Neanche questi dispositivi sono usa e getta: possono essere lavati e riutilizzati. “Nella maggioranza dei bambini il lavaggio si esegue una volta al giorno. Il mio consiglio è di lavarsi sempre bene le mani, in generale, ma in particolare prima di eseguire un lavaggio nasale”.