Lavoretti per la Festa del papà: sì o no?

da | 15 Mar, 2024 | Lifestyle

Sempre più scuole evitano i lavoretti per la Festa del papà perché troppo legate a un concetto tradizionale di famiglia. Alcuni genitori, però, si lamentano

Si celebra il 19 marzo in Italia la Festa del papà. Una giornata che si festeggia in tutto il mondo in realtà, ma la data cambia da nazione a nazione. Da qualche anno, però, le scuole hanno deciso di abolire i lavoretti dedicati, nel rispetto delle tante forme di famiglia non tradizionale. È giusto? Proviamo a capire i motivi di questo cambio di abitudini.

Il lavoretto per la Festa del papà

Per i genitori diversamente giovani è facile ricordare i lavoretti e bigliettini che venivano creati a scuola da consegnare per la Festa del papà. Quasi sempre simboli di mascolinità stereotipata tra l’altro: una pipa, il biglietto a forma di pallone da calcio o cravatta, attrezzi da lavoro o Super dad disegnati con il mantello rosso e fisici prestanti. Lo abbiamo sempre fatto; e lo hanno sempre dovuto fare anche quei bambini e quelle bambine che il papà non lo avevano o con cui non avevano relazione.

Cosa è cambiato

È decisione relativamente recente quella di alcune scuole che – in autonomia – hanno deciso di abolire il lavoretto per festeggiare la figura paterna (vale lo stesso per la Festa della mamma ovviamente!). La motivazione è semplice: oggi le famiglie hanno tante geometrie, che sempre di più si allontanano dalla formazione tradizionale di padre, madre e figli. C’è chi il papà non lo ha più per lutto; chi lo ha lontano e con altra famiglia; chi ha due mamme o chi di papà ne ha due. 

Nostalgia canaglia

Inoltre, lo possiamo capire bene, il momento delle feste porta con sé sempre un po’ di nostalgia: perché finisce un anno, perché si invecchia, perché alcune persone non ci sono più. Per i bambini e le bambine senza figura paterna di riferimento, quello della Festa del papà può essere un momento di grande dolore e sofferenza, perché potrebbe aprire una ferita e mettere l’attenzione proprio su un aspetto traballante della propria famiglia e relazione. Insomma, quel giorno per loro c’è proprio poco da festeggiare. E la scuola non dovrebbe essere inclusiva di tutte le realtà possibili e presenti?

I tradizionalisti

Eppure, nonostante la teoria e pedagogia non lascino troppi dubbi, ci sono famiglie che si lamentano perché loro quei lavoretti celebrativi e di ringraziamento li vogliono proprio. I più conservatori e consuetudinari – nel senso meno giudicante dei termini – si aspettano almeno un bigliettino quel giorno, convinti e incisivi, ma poco capaci di empatia verso compagni e compagne che vivono diversamente quella giornata.

La soluzione esiste?

Di soluzioni probabilmente ce ne sono molte e rinnegare la Festa del papà potrebbe non essere quella giusta. Anzi, quella giornata può trasformarsi in occasione per soffermarsi a riflettere sulle relazioni importanti, sulle forme variabili e fluide delle famiglie e dei rapporti, sulle figure di riferimento per ciascuno di noi. Forse il lavoretto si può comunque proporre e fare senza che sia obbligatoriamente destinato al papà (o alla mamma). Può essere un disegno della propria famiglia, un biglietto di affetto, ringraziamento e amore verso chi abbiamo vicino. In Corea del Sud, per esempio, la Festa del papà e quella della mamma sono state sostituite dalla Festa dei genitori, che viene celebrata in famiglia in onore di genitori, nonni e anziani, importantissimi nella cultura sudcoreana. Se il papà non c’è più, può essere un momento per ricordarlo, in modo bello ma con attenzione verso il dolore e la mancanza. Ma se la scuola preferisce evitare c’è sempre tempo nel weekend o al pomeriggio per crearlo a casa un bel lavoretto tutto dedicato al proprio papà! O, forse, il regalo più bello è dedicarsi del tempo insieme per fare qualcosa di unico e speciale. In conclusione, quello che serve, come sempre: tanta elasticità e molto, molto rispetto.

 

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