È un problema molto sentito dai genitori, soprattutto dalle mamme, quello delle cicatrici: ma qual è il modo giusto di affrontarle e trattarle? Lo abbiamo chiesto al chirurgo plastico Daniele Bollero: “Quando un bambino si fa male, che si tratti di una scottatura, una ferita o una lacerazione, la prima domanda delle famiglie, immancabilmente, è: resterà il segno? I genitori spesso desiderano intervenire subito con un’operazione di chirurgia plastica, per eliminare ogni traccia dell’incidente avvenuto. Ma la chirurgia non può cancellare tutto e la prima cosa che i genitori devono fare è trattare la cicatrice nel modo giusto. A meno che non ci sia un problema funzionale, in quel caso l’operazione può essere indicata fin dall’inizio”.
Qual è il modo giusto per trattare una cicatrice? “Per prima cosa, si deve distinguere tra fase attiva e fase stabile della cicatrice. La prima fase, quella attiva o rossa, può durare fino a un anno dopo l’incidente che l’ha causata. La cura migliore è il silicone che idrata e forma una barriera di protezione per la pelle, che in questo periodo è delicata e reattiva. Si trova in commercio sotto forma di gel o cerotto. Durante la fase attiva, se ci si espone al sole, bisogna proteggere molto accuratamente la zona della lesione con fotoprotezione 50+ rinnovata ogni 2-3 ore, perché altrimenti rischia di rimanere una macchia ipercromica. In questa fase è anche utile massaggiare delicatamente la cicatrice, per conoscerla e accettarla: genitori e bambini devono imparare a volerle bene e gestirla in maniera positiva. Il massaggio serve a favorire questo processo di accettazione”.
E cosa succede invece durante la fase stabile? “A quel punto la cicatrice è quello che è, cambierà e si attenuerà naturalmente con la crescita, ma è questo il momento in cui la famiglia può valutare se procedere con un intervento di chirurgia plastica – che io consiglio davvero soltanto nei casi in cui ci sono problemi di tipo funzionale. Se il problema è quello dell’impatto estetico, secondo me è bene che anche il bambino sia coinvolto nel processo di decisione: meglio quindi aspettare che abbia compiuto 14-16 anni e sappia valutare consapevolmente la questione. La cicatrice muta con la crescita, qualsiasi intervento deve perciò armonizzarsi con i cambiamenti del corpo. A tutti i genitori raccomando in ogni caso di non trasmettere ansia ai bambini e di non sentirsi in colpa per quanto avvenuto: le cicatrici con il tempo si attenuano, ma l’occhio della mamma le vedrà sempre!”.