Sto scrivendo su una scrivania dove i due computer (un desktop su cui scrivo e un portatile che sta facendo il backup) captano alcune reti wireless, provenienti dalle case dei vicini. In cucina, sopra il forno elettrico, il forno a microonde (o, meglio, “il microonde” ormai per antonomasia) fa bella mostra di sé. Nelle borse i telefoni cellulari (anche qui, “i cellulari”, univoco per tutti tranne che per la Polizia di Stato) si tengono continuamente in contatto con il resto del mondo, pronti a metterci in comunicazione con il prozio che vive in Nuova Zelanda o l’amico missionario in Madagascar. Quando partiamo per le vacanze da Caselle (o da Malpensa, a seconda di dove andiamo) sopra di noi ruota l’antenna del radar. Ma, insomma, perché tutti questi esempi? Che ci azzecca? Le microonde – argomento più da fisici che da chimici, ma per una volta vada – sono il denominatore comune di tutti gli oggetti sopra elencati. Non importa che vengano usate per trasmettere dati, per riscaldare cibi e altri oggetti o per essere fatte rimbalzare contro aeromobili in arrivo o partenza: le microonde vengono utilizzate in tutte queste apparecchiature. Queste onde elettromagnetiche, come la luce visibile, i raggi IR e UV e tutte le altre onde radio, hanno una frequenza immediatamente inferiore a quella dei raggi infrarossi e sono la “prima porzione”, per vicinanza al visibile, delle onde radio. Insomma sono la porzione a più alta energia delle onde radio stesse e quindi le più adatte a trasmettere dati attraverso muri di cemento o similari (come accade nelle reti wi-fi o con i cellulari). Per quanto riguarda il forno a microonde, si usano proprio queste perché sono in grado di mettere in rotazione su se stesse le molecole di acqua contenute nei cibi. L’arrosto viene irradiato, la molecola cerca di muoversi, non ci riesce e si riscalda. Provate a inserire nel forno cibi con diversi contenuti di acqua e vedete quale si scalda prima! La sicurezza delle microonde e i pericoli insiti nel loro uso sono però il vero argomento di discussione che da sempre scalda gli animi. Periodicamente sui giornali appaiono allarmi o notizie di studi scientifici che ne annunciano la non pericolosità. Dell’uso delle microonde, infatti, ormai non si può più fare a meno. Cosa pensare, però, è davvero difficile: l’argomento sicurezza è complesso. La prima cosa da fare è certamente usare precauzioni, come sempre. I forni a microonde sono schermati e non funzionano aperti, per cui è difficile prendersi una sventagliata di radiazioni (sì, le microonde sono radiazioni, come d’altra parte anche la luce delle lampadine). I dubbi rimangono sulle alterazioni che possono essere causate ai cibi cotti. Per quanto riguarda cellulari o wi-fi, anche qui la polemica sulle microonde che ci cuociono il cervello è vecchia come gli apparecchi stessi. Può essere un’idea limitarne l’uso: in fondo il vecchio cavo di rete è meno intercettabile delle nostre reti wireless (anche se queste ci permettono di scrivere col portatile a letto o per i più spericolati nella vasca da bagno) e limitare l’uso del cellulare aiuta il portafogli e il buonumore. In fondo molte delle cose che diciamo – strapagandole – al telefono possiamo dircele davanti a un caffè sabato mattina, se proprio non sono la lista della spesa o l’orario di uscita di scuola dei bimbi. Un consiglio infine: se usate l’auricolare per evitare di esporre la testa alle (presunte) eccessive radiazioni del telefonino, non tenete poi quest’ultimo appoggiato tra le gambe, come fa la maggior parte delle persone. Un po’ di buon senso!
Tutto sulle onde
www.laleva.cc/ambiente/microonde.html
Un articolo fortemente critico sull’uso del forno a microonde.
it.wikipedia.org/wiki/Microonde, it.wikipedia.org/wiki/Wi-Fi, it.wikipedia.org/wiki/Magnetron
Alcune pagine della Wikipedia legate in vario modo alle microonde.
[Ugo Finardi – Chimico, ricercatore CNR]