Le Mostre: un aperitivo ci salverà

da | 21 Ott, 2024 | Lifestyle, Persone

Una chiacchierata divertita e divertente sul carico mentale e la fatica di essere donne oggi con Marianna Folli ed Elisa Maria Bottiglieri, alias Le MOSTRE, e sul perché riderci sopra fa tanto, ma tanto bene

Carico mentale: presente! Quello che ti fa pensare a dieci cose in un minuto e a programmarne cento in una giornata, per poi farne 27, tenerne 62 a mente per il giorno dopo e lasciarne al massimo due agli altri componenti della famiglia?

Ecco, quella cosa lì, che fa parte delle nostre vite, del nostro cercare di tenere tutto insieme, che vorremmo tanto delegare, ma anche la delega entra nella to-do list. Invenzione per l’appunto “mostruosa” che caratterizza la nostra vita ma non ci deve schiacciare.

Ne abbiamo chiacchierato amabilmente con “le mostre” Marianna Folli ed Elisa Maria Bottiglieri: un’ottima occasione per sorriderne insieme, scambiarsi pillole di sopravvivenza e ricaricarsi di energia.

Le Mostre

Loro sono Le Mostre e si descrivono così: “Bionda io, anche lei bionda, una figlia io, anche lei una figlia, un compagno con pochi capelli io…”.

Capite già che riderne, senza rinunciare a scambiarsi pillole di ironia e di lecita sopravvivenza, è stato delizioso?

Nel loro canale IG raccontano con ironia e divertimento della loro vita da donne e mamme, della divisione dei compiti all’interno di una famiglia, del troppo-da-fare e di quel lavoro invisibile che è troppo spesso e sempre ingiustamente appannaggio delle donne. Per ora e ci auguriamo per poco.

I loro video sono sì divertenti, ma lasciano uno spunto di riflessione, con una briciola di amarezza, perché è facile, troppo facile, riconoscersi.

Parlarne per capirsi

Il carico mentale ce lo portiamo avanti, ce lo smazziamo ma ce lo vorremmo smezzare. “Per farlo è importante parlarne con l’altra metà della mela e capire come aiutarsi a vicenda. Perché ha a che fare con la cura della nostra casa, delle nostre vite, dei nostri figli e figlie, che però, appunto, sono nostri. E dunque di entrambe le parti della mela”.

Tanti mariti e compagni oggi vogliono fare la propria parte. Loro sì desiderano esserci, ma vanno guidati, indirizzati. Dicono “Lo faccio volentieri, ma dimmi cosa, fammi capire cosa devo fare”. Ma anche delegare è un compito!

-C’è la spesa da fare. “Ecco, amore la faccio io. Mi fai solo sapere cosa serve?”

Oppure -Andrea, Irene deve andare dal dentista. “Bene, la porto io, solo solo un po’ in ritardo. Avvisi tu lo studio, amore?

Meno fatica, meno malintesi, meno rabbia

Ci vuole tempo e ci vuole dialogo, perché parlarne serve a condividere, a capire che il carico mentale fa meno fatica se lo si porta insieme. Meno malintesi, meno litigi, meno rabbia che fa male a tutti. E meno cose da fare che da un giorno rimbalzano sull’altro.

“Senza contare – prosegue Marianna – che se in casa le cose da fare sono mille, le strade sono due: chiudersi in casa e distruggersi di fatica oppure lasciare spensieratamente le magliette buttate in un angolino e andare a fare l’aperitivo in un locale. È questa la via maestra!”.

Partire dall’educazione

Che sia un retaggio culturale o una sfida quotidiana, le cose da fare sono sempre tante. Oltre a parlarne e condividere con il partner, cercare di sorriderne con le amiche possiamo pensare di spingerci più in là e guardare al futuro. Come migliorare questo aspetto, rendere il percorso genitoriale più fluido e con meno curve a gomito?

Forse una corretta educazione alla parità di genere potrebbe essere la chiave, un’educazione che per funzionare davvero deve partire presto prestissimo, proponendo attività di cura a bambini e bambine, dialogando insieme, imparando a percepire l’altro nella condivisione degli spazi.

“Secondo noi una via potrebbe essere il laboratorio teatrale. Mettersi nei panni dell’altro attraverso il gioco, sperimentare le diverse emozioni e i diversi ruoli: un giorno essere bambino, un giorno più adulto, un giorno avere un personaggio femminile e quello dopo ancora un altro. Laboratori in cui si ‘vivono’ le situazioni e le si esplora insieme. Diverse dal contesto di una classica lezione che in questo ambito non ci pare possa essere molto efficace”.

Respirare l’uguaglianza nelle cose da fare

“In tanti altri Paesi il teatro è una materia vera e propria e imparare a vedere quali sono gli spazi degli altri, come stare in uno stesso spazio senza prevaricare gli altri sarebbe utilissimo. La cosa più importante è però iniziare da piccoli e farne pratica quotidiana, respirando quest’uguaglianza nelle cose da fare, nell’impegno da mettere, nel parlarsi per scegliere quale gioco fare e chi può stare al centro del cortile”.

Tanta strada da fare, ma la via è tracciata. Parliamo di più, segmentiamo la nostra routine, ogni tanto sorridiamone con gli amici.

E se vogliamo vedere gli amici ma arriviamo a posare il mazzo di chiavi a casa alle 19 di sera, le strade sono due: si fa da te? Oppure proponiamo una visita a quel localino appena aperto che sembra tanto carino. È sotto casa e non aspetta altro che noi.

Prossimamente a teatro!

Le Mostre sono un progetto di satira sociale al femminile. Prendono il nome dal film di Dino Risi “I mostri” e propongono un giro di boa interessante: possono le donne prendersi in giro oggi?

Nei loro video puntano un riflettore pungente sulla galleria di vizi e virtù dell’essere donne, alle prese con maternità, lavoro, pressione estetica e della performance dal punto di vista materno. Ben arrivate!

Ed ecco la news: le Mostre sono al lavoro sui testi del loro prossimo spettacolo. Vogliono parlare di tutti, di uomini e donne. Di uguaglianze e differenze. “Entrambe abbiamo fratelli maschi. I nostri genitori, tutti e quattro, ci hanno cresciute dicendoci giorno dopo giorno che noi figli eravamo uguali. Poi ci siamo accorte che non sempre è stato così. E ne vogliamo parlare”.

carico mentale

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