La stagione invernale entra nel vivo, ma ci sono cose da sapere, che si tratti di affrontare le piste una domenica, una stagione o una intera settimana bianca. Marco Stucchi, avvocato dell’associazione a difesa dei diritti dei consumatori Altroconsumo, ci spiega le regole per affrontare la montagna in sicurezza.
Il decalogo dello sciatore
“Le norme di sicurezza sulla neve sono regolamentate nella legge 636 del 2003 e si basano sul decalogo dello sciatore della FIS, la Federazione Internazionale di Sci. Si tratta di norme di comune prudenza che, essendo regolamentate per legge, hanno un valore vincolante”.
Quali sono le più importanti? “Il divieto di percorrere le piste da sci a piedi, per esempio, salvo casi di comprovata urgenza e necessità, durante i quali chi scende ha l’obbligo di camminare ai bordi della pista e tenere la destra”.
Dal 2005 per i minori di 14 anni vige l’obbligo di indossare il casco. “È obbligatorio per lo sci e lo snowboard in pista, ma anche per chiunque voglia usufruire degli snowpark, con salti o giochi pericolosi. L’accesso alle aree freestyle dovrebbe essere assolutamente vietato se non si è in possesso del casco.
Anche lo sci fuori pista è vietato e chi pratica scialpinismo ha l’obbligo di portare con sé l’apparecchio elettronico che facilita l’intervento dei soccorritori”.
Assicurazione, ne vale la pena?
Vale la pena assicurarsi prima di sciare? La risposta è sì. “Si può sottoscrivere una polizza personale o usufruire di quelle offerte dai gestori degli impianti insieme allo skipass. L’assicurazione copre tutti gli incidenti su sci e snowboard e, di conseguenza, tutti i danni che uno sciatore può creare a persone o cose. Ricordiamoci che le lesioni, a velocità elevate, magari per una svista involontaria, possono essere davvero gravi”.
In caso di infortunio l’assicurazione garantisce il soccorso e le prime cure sul posto, oltre al trasporto in elicottero presso il più vicino centro traumatologico.
“Anche se sembra strano dover pagare un servizio di assistenza, i tagli ai budget delle Regioni hanno portato a ridurre progressivamente il soccorso sulla neve, trasformandolo in un servizio a pagamento in molte località sciistiche”. Questo non vuol dire che, in caso di incidente, non vengano a recuperarvi.
“Il problema è che senza assicurazione il conto del trasporto potrebbe essere salato. La polizza di assicurazione prevede in genere anche il rimborso dell’eventuale skipass non goduto”.
Un consiglio. “Se possedete un’assicurazione personale, prima della partenza verificate che non siano escluse le attività in montagna o, in generale, le attività sportive”.
A scuola di sci: di chi è la responsabilità?
Le scuole di sci devono essere attrezzate per vigilare sui bambini. L’esercizio della professione di maestro di sci è subordinato all’iscrizione a un albo professionale, che si consegue frequentando corsi specialistici e superando un test di idoneità psicofisica.
“Durante le lezioni i bambini sono affidati ai maestri i quali, oltre a insegnare, devono esercitare un’adeguata vigilanza per evitare che gli allievi si facciano male o che si mettano in situazioni di pericolo. In caso di incidente durante la lezione, causato da negligenza o imprudenza del maestro, a rispondere è la scuola”.
Impianti sicuri
A cosa dobbiamo prestare attenzione per essere sicuri che la stazione sciistica che abbiamo scelto sia in regola dal punto di vista della sicurezza?
“I gestori degli impianti sono tenuti a occuparsi della manutenzione delle piste, sulla base di quanto stabilito dalle Regioni, assicurandosi che siano ben battute, che abbiano reti di protezione nei punti più pericolosi e che la segnaletica informi sulla difficoltà delle piste”.
Nel caso in cui le piste non siano in buone condizioni, il gestore deve provvedere a segnalarlo, eliminare eventuali ostacoli o stabilirne la chiusura in caso di estremo pericolo o di non agibilità.
Per i piccoli agonisti
Nelle gare di sci agonistico, gestite da organizzazioni sportive affiliate alla FISAI, sono gli organizzatori a verificare l’idoneità della pista, che deve essere chiusa al pubblico e omologata da una commissione speciale.
“Le organizzazioni controllano anche la sicurezza di tutte le attrezzature e i certificati medici di idoneità degli atleti”.
E in caso di incidenti? “È chiaro che gli stessi atleti, partecipando alla competizione, accettano il rischio di sinistri dovuti, per esempio, all’elevata velocità, alla tortuosità dei percorsi o all’altezza dei trampolini.
Diverso è il caso di incidenti causati da carenze organizzative legate all’insidiosità della pista, per le quali – conclude l’avvocato – a rispondere è l’organizzatore”.