Leonardo da Vinci in due mostre

da | 30 Set, 2016 | Lifestyle

Gentile, generoso, intelligente, arguto e soprattutto curioso, così tanto che nei suoi quaderni annotava curiosità e intuizioni, scoperte e osservazioni della realtà, riflessioni, disegni della forma delle nuvole e del volo di uccelli. Di piante e animali. Sono arrivate fino a noi più di cinquemila pagine di Leonardo, redatte con la sua inconfondibile scrittura speculare, orientata da destra a sinistra. È solo un quinto della mole di carte scritte in vita. Nascosti, rubati e passati di mano in mano, i manoscritti si trovano, oggi, in ogni angolo del pianeta. Il Codice Leicester (ex Codice Hammer) è stato acquistato da Bill Gates nel ‘94. Ma la più grande collezione di riproduzioni è conservata in Lombardia, a Vigevano. “Leonardiana” è il museo nuovo, aperto nelle sale della quattrocentesca Corte Ducale di Ludovico Il Moro nel Castello di Vigevano. Ospita, in un allestimento multimediale e coinvolgente, l’intera opera di Leonardo Da Vinci. Di sala in sala, si ricostruisce la vita di Leonardo, a partire proprio dal soggiorno a Vigevano, attraverso i facsimili di tutto ciò che l’artista realizzò con le proprie mani: disegni, codici e taccuini, raccolti per tematiche legate alle vicende della vita alla corte degli Sforza. E, oltre ai manoscritti, i dipinti – 26 quelli attribuiti alla mano di Leonardo – che vanno a creare una “pinacoteca impossibile” con riproduzioni in scala reale ottenute attraverso speciali tecniche ad alta risoluzione.

I capolavori pittorici ci tramandano il genio di Leonardo. I codici ne descrivono la mente, la vita e le emozioni. Le ricostruzioni delle macchine rivelano l’inventore, attento osservatore e acuto interprete della natura. La mostra interattiva “Leonardo3 – Il Mondo di Leonardo”, in programma fino al 31 dicembre negli spazi delle Sale del Re in piazza della Scala a Milano, all’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele II, presenta proprio i modelli, funzionanti e interattivi, delle macchine descritte e disegnate dall’artista. Affascinato dal volo, Leonardo ha dedicato studi dettagliati alle planate degli uccelli e progettato vere e proprie macchine volanti: la “Macchina volante di Milano”, che progettava di far decollare proprio da piazza del Duomo, è rappresentata in mostra da un’aquila meccanica dall’apertura alare di 10 metri, la più grande riproduzione di una macchina volante leonardesca mai realizzata. Interessato al suono, Leonardo ha creato anche nuovi strumenti musicali, come la “Clavi-viola”, la viola organista che produce il suono di una viola con la tastiera di un organo e altri strumenti le cui riproduzioni hanno arricchito e aggiornato l’esposizione milanese. Il “Drago parlante”, una sorta di strumento musicale a corde pizzicate a forma di testa di drago, la “Lira d’argento” a forma di teschio di cavallo e il “Tamburo elastico” antenato del moderno timpano. Appassionato di progettazione, Leonardo – nonostante considerasse la guerra una “pazzia bestialissima” – ha riservato buona parte dei suoi studi all’ideazione e alla realizzazione di armi e macchine belliche. Come la “Balestra veloce” dotata di un pratico meccanismo di carica rapida, inesistente persino nelle moderne balestre e il “Sottomarino meccanico”, una sorta di sistema di sabotaggio costituito da due parti: l’imbarcazione tradizionale e il sottomarino collegato tramite delle funi. In mostra si può interagire con ogni singolo oggetto esposto attraverso le postazioni interattive multimediali e nel “Laboratorio di Leonardo” si possono assemblare le creazioni leonardesche per diventare dei piccoli inventori. Emulare Leonardo è impossibile, ma almeno si può interagire con le sue opere e mostrare capacità di osservazione. Guardate la “Dama con l’ermellino”: l’opera, animata tridimensionalmente, si muove, gioca con il suo animaletto e interagisce con chi ha davanti. Osservate, con attenzione, “L’Ultima Cena” per scoprire dove si trova il serpente nascosto, quali sono i veri colori e i segreti del cenacolo vinciano grazie al restauro digitale, che consente di vedere dettagli ormai perduti per sempre nell’originale e agli schermi touch screen che permettono di interagire con l’opera e scoprirne la storia.

[Simona Savoldi]

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