Con l’aiuto della consulente finanziaria Ami Fall i consigli utili per investire pensando al futuro dei figli: dal libretto di risparmio al piano di accumulo
Libretti postali, PAC, fondi. Rendimenti, capitali, tassi di interesse. Inflazione e andamento del mercato. Orientarsi, quando si parla di denaro e risparmio, può non essere semplice. Se poi si sta pensando a una forma di investimento sul lungo periodo per i bambini e non si ha grande dimestichezza con il mondo della finanza, la tentazione di rinunciare in partenza può diventare forte. Eppure, superata la diffidenza iniziale e quel senso di inadeguatezza che in molti provano quando si parla di soldi, imparare a gestire il denaro anche guardando al futuro può rivelarsi meno complicato del previsto. La consulente finanziaria Ami Fall (@pecuniami) ci ha dato alcuni consigli utili per iniziare a farlo in maniera consapevole e serena.
Ragionare con le proprie tasche
La prima cosa da tenere a mente è che, quando si parla di soldi, non c’è una soluzione valida per tutti: ogni famiglia ha le proprie necessità e il proprio approccio al denaro ed è partendo da questi aspetti che si deve valutare, caso per caso, quale può essere il prodotto migliore se si vuole risparmiare o investire una somma per i figli.
Consapevoli, ma rilassati
Pensare al futuro dei bambini è importante ed è bene farlo in maniera consapevole ma anche rilassata e senza alcuna “ansia da prestazione”. Avere dubbi e non sapere da che parte iniziare è normale anche perché negli ultimi anni le opzioni si sono moltiplicate e orientarsi non è facile. Senza contare che, con l’arrivo di un figlio aumentano le spese e bisogna ricalibrare molti aspetti del proprio stile di vita: “mettere da parte” qualcosa diventa ancora più complicato (e il periodo storico complesso nel quale viviamo non aiuta).
Consulente? Un aiuto prezioso
Anche per questo motivo, può essere utile rivolgersi a un consulente in grado di analizzare la situazione e i bisogni della famiglia e indirizzare i genitori verso la soluzione migliore. Spesso ce ne dimentichiamo, ma chiedere un parere ai consulenti finanziari abilitati della propria banca non ha costi aggiuntivi rispetto a quelli già previsti per la gestione del conto.
Cambiare prospettiva
Se si decide di mettere da parte dei soldi per quando i figli saranno più grandi, non ha senso chiedersi quanto quell’investimento renda oggi. Abbiamo davanti un orizzonte temporale lungo: anche se la somma a disposizione non è alta, il tempo gioca a nostro vantaggio. Il consiglio? Essere pragmatici nello stabilire quanto concretamente può essere accantonato in maniera periodica. E rimanere sereni: con un investimento che guarda a 18-20 anni il rischio è minimo. Piuttosto, è importante domandarsi se si tratta di denaro che ci si può “dimenticare” di avere o che potrebbe essere necessario sbloccare nel medio periodo: questo è un aspetto rilevante nella scelta della soluzione di risparmio.
Libretti, fondi, azioni, PAC
Una formula che permette di entrare sui mercati garantendosi quote professionali è l’acquisto di quote di fondi – che sono una cosa diversa dalle azioni di una singola società. I fondi rappresentano una soluzione a costo minimo, con un accesso a una gestione professionale del capitale, attraverso la quale si possono investire cifre anche minime e in maniera periodica. Hanno una scadenza che varia a seconda del prodotto ed è su quella durata che bisogna valutare la bontà dell’investimento: non ha senso controllarne continuamente la resa, diamogli il tempo di “lavorare”. Piuttosto, scegliamo accuratamente il fondo preferendo soluzioni etiche e responsabili. Infine, i fondi non vanno confusi con i PAC, i Piani di Accumulo di Capitale: il fondo è il “posto” nel quale i soldi vanno a finire, il PAC è lo strumento attraverso il quale li direzioniamo versando una determinata cifra al mese (una modalità che permette di subire meno le variazione del mercato sul capitale già accumulato).
E gli strumenti più classici? Libretti postali e Titoli di Stato sono l’ideale se si cerca un rendimento certo e fisso. Come i conti deposito, non rendono molto, ma sono flessibili e danno la possibilità di rientrare in possesso del capitale in caso di bisogno. Una soluzione? Accantonare mensilmente su un conto deposito a zero spese e a fine anno, se i soldi non sono stati toccati, spostarne metà su uno strumento a maggior rendimento lasciando l’altra metà disponibile in caso di urgenze.
Il jolly
Una soluzione molto interessante per i figli è rappresentata dai fondi pensione intestati direttamente ai bambini: possono essere aperti a nome dei minori, garantiscono un vantaggio fiscale immediato ai genitori perché sono deducibili fino a 5mila euro e sono già di per sé strutturati per investimenti a lungo termine (non hanno, cioè, scadenza periodica come i normali fondi). E, ancora, non rientrano nel computo ISEE e permettono ai parenti stretti di versare somme autonomamente (come nel caso della classica “busta” dei nonni).
Su questo genere di fondi è possibile versare da 50 euro in su con la periodicità che si preferisce, con la possibilità di bloccare in qualsiasi momento i versamenti. E il capitale? Dopo 8 anni e raggiunta la maggiore età, i ragazzi possono avervi accesso ritirando il 30% della somma per fare ciò che desiderano e il 75% solamente per spese mediche e per l’acquisto della prima casa (una formula di tutela utile per i più giovani). Il rendimento dipende dall’andamento del mercato, ma con il passare degli anni, più si è dentro, meno tasse si andranno a pagare poi in uscita. Con un ultimo regalo: un’opzione, in futuro, per andare in pensione 5 anni prima.
Inflazione, aiuto!
In questo momento l’inflazione è alta e lo sarà ancora per un po’. Come comportarsi in questo contesto dipende molto dal nostro orizzonte temporale: se abbiamo dei soldi da accantonare e vogliamo battere l’inflazione, dobbiamo investire su prodotti a lunga durata, con la consapevolezza che se poi quel denaro dovesse servire non potremo però svincolarlo e usarlo.