L’arrivo di una sorellina o un fratellino è un momento delicato nella vita di una famiglia: carico di gioia, è anche denso di preoccupazioni e, a volte, sensi di colpa nei confronti del primogenito. In questo momento di cambiamento, un aiuto importante viene dalla narrativa: i libri, con il loro linguaggio semplice e immediato, a volte irriverente, a volte delicato e poetico, nutrono gli immaginari dei bambini aiutandoli a esplicitare emozioni, a sentirsi compresi e ascoltati.
Accogliere le emozioni
La mamma di Camilla aspetta un fratellino. Camilla non è felice: è arrabbiata, ha paura. Anche lei è ancora piccola, ma è curiosa: che cosa farà tutto quel tempo il fratellino nella pancia della mamma? È quello che accade in “Aspetto un fratellino” di Marianne Vilcoq (Babalibri), ma è quello che succede a ogni primogenito quando un nuovo bambino arriva in famiglia. Esplosioni di rabbia, fenomeni di regressione, sveglie notturne sono segnali con cui i bambini esprimono emozioni e incertezze. Preservarli dalle difficoltà, cancellarne la gelosia fingendo che nulla sia cambiato, è impossibile e non funzionale al processo di crescita: il genitore deve invece provare ad accompagnare i figli, facendo da specchio e contenitore per le loro emozioni. Questo non significa non porre limiti o regole, ma aiutare i bambini a gestire le frustrazioni, legittimando e verbalizzando i sentimenti che provano. Significa anche accogliere un bisogno inespresso di sentirsi ancora accuditi, con la consapevolezza che si tratta di un fenomeno transitorio che passerà quando il bambino si sentirà riconosciuto nelle sue paure e nei suoi bisogni. Accettare che i figli vivano un sentimento di gelosia, aiutarli a riconoscerla e a gestirla, vuol dire accrescerne la competenza emotiva.
L’importanza della narrazione
Parlare è il primo passo, anche se non con troppo anticipo: raccontare del bambino in arrivo, senza promettere che giocheranno insieme (è qualcosa che non si realizzerà per molto tempo), ma spiegando che piangerà, userà i pannolini, verrà allattato, proprio come faceva il primogenito quando era piccolo. Narrargli la sua di storia, mostrandogli fotografie di quando era un neonato, può aiutarlo a dare un senso alle cose: la nostra storia afferma la nostra unicità, i racconti che portiamo con noi sono parte del nostro bagaglio per fronteggiare le sorprese. In questo processo i libri possono svolgere un ruolo importante: senza esprimere giudizi, esplicitano paure e sentimenti. In “È in arrivo un bambino”, di John Burningham e Helen Oxenbury (Motta Junior), una mamma e il suo bambino parlano: passa il tempo, cambiano le stagioni, la pancia della mamma cresce e si alternano curiosità, tristezza e confusione. In un’atmosfera di affiatamento e rispetto, gli immaginari di mamma e figlio entrano in dialogo. “Mamma puoi dire al bambino di andare via?” La mamma non risponde, accoglie con serenità la paura del figlio, senza giudicare o impartire insegnamenti.
Le incertezze del cambiamento
Quando l’attesa finisce e arriva il momento di tornare a casa, emergono fatiche, rabbia, timori: emozioni contrastanti che non devono essere nascoste o taciute. Simone, il coniglietto di Stephanie Blake protagonista di “Pappamolla” (Babalibri), scoprirà sulla sua pelle le incertezze che derivano da questo cambiamento. Tuttavia è proprio la presenza di Pappamolla, il fratellino appena arrivato, che aiuterà il piccolo coniglio a superare le sue paure: proteggendo il neonato con un misto di rabbia ed empatia, Simone si sentirà subito più coraggioso. Vivere senza forzature i cambiamenti che avvengono in famiglia, sentirsi rispettati in tutte le reazioni, anche di rifiuto, è molto importante per il primogenito. Prima o poi, come Simone, scoprirà di amare il fratellino, farà allora un’esperienza fondamentale per il suo sviluppo affettivo: non solo la sua rabbia non fa del male al piccolo, né allontana la mamma o il papà, ma può coesistere con l’amore.
E dato che è più facile imparare a voler bene a qualcuno quando ci sentiamo amati, come succede a Betta, la protagonista di “Uffa bebè” di Marie Louise Fitzpatrick (Babalibri), ogni momento è utile per il genitore per sottolineare come quel sorriso del neonato o quella smorfia buffa siano rivolti proprio al fratello maggiore.
Ridefinizione dell’identità familiare
In questo percorso di crescita e ridefinizione dell’identità familiare siamo coinvolti tutti, figli e genitori: nei momenti belli, quelli in cui magicamente ogni cosa sembra essere al posto giusto, o in quelli difficili in cui solo un po’ di autoironia e tanta pazienza possono aiutarci a sopravvivere. E laddove le risorse personali non bastassero più, le storie ci arrivano in soccorso. Nel libro “Lo scambio”, di Jan Ormerod e Andrew Joyner (Terre di Mezzo), la piccola Carolina sogna di poter sostituire anche solo per il momento un fratellino che “sbava, puzza ed è troppo ingombrante”.