Lo psicologo a scuola: un supporto per alunni e famiglie

da | 4 Mar, 2025 | Educazione, Featured, Lifestyle, Psicologia, Salute e Benessere, Scuola

In altri Paesi è un dato di fatto; in Italia, la figura fondamentale dello psicologo a scuola, dipende dalla volontà di dirigenti e progetti territoriali. Ma i benefici sono evidenti

L’inizio della scuola dell’infanzia, il passaggio alle elementari, l’adolescenza con le sue sfide: ogni fase porta con sé cambiamenti, insicurezza o presunzione, e nuove dinamiche da comprendere, a cui far fronte e reagire. Anche per i genitori non sempre è facile orientarsi tra emozioni, difficoltà scolastiche e relazioni con compagni e insegnanti. Ci sono momenti, allora, nella vita scolastica di bambini e ragazze, in cui un supporto psicologico potrebbe fare la differenza. Un professionista, ovvero lo psicologo o psicologa, presente a scuola potrebbe essere un valido punto di riferimento e accompagnamento per studenti, famiglie, per il gruppo classe e anche per il personale scolastico; una figura capace di osservare e aiutare a comprendere meglio lo sviluppo, le relazioni e le sfide educative. Ma a che punto siamo in Italia?

La situazione in Italia

Al momento non esiste una legge nazionale che preveda in modo obbligatorio la presenza di uno psicologo nelle scuole. Alcuni istituti si avvalgono di questa figura attraverso progetti specifici, finanziamenti regionali o collaborazioni con le ASL, ma non c’è un modello unico valido per tutte le scuole. Recentemente, sono state presentate diverse proposte di legge per introdurre stabilmente lo psicologo scolastico, riconoscendone il valore per il benessere di studenti e personale. Il Ministero dell’Istruzione e il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi hanno siglato un accordo per promuoverne la presenza, ma al momento non si è ancora tradotto in una legge definitiva.

E nel resto d’Europa?

Se in Italia il percorso è ancora in fase di sviluppo, in altri Paesi europei la situazione è diversa. In Francia, ad esempio, lo psicologo scolastico è una figura strutturata e presente in ogni istituto, con un ruolo specifico di supporto all’orientamento e al benessere degli studenti. In Germania, ogni scuola può contare su un servizio di consulenza psicologica gestito da professionisti che lavorano a stretto contatto con insegnanti e famiglie. Nei Paesi scandinavi, dove il benessere psicologico è considerato un pilastro della crescita educativa, la presenza dello psicologo è parte integrante del sistema scolastico sin dall’infanzia. In Spagna, già dalle scuole dell’infanzia sono previsti percorsi di psicomotricità per accompagnare alla crescita e consapevolezza di sé.

I benefici dello psicologo scolastico: cosa dicono gli studi

Numerose ricerche confermano l’importanza della presenza dello psicologo a scuola. Secondo un rapporto del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, il 70% delle richieste di supporto psicologico nelle scuole italiane riguarda ansia, stress e difficoltà relazionali. La presenza di uno psicologo ha dimostrato di migliorare il rendimento scolastico e ridurre il disagio emotivo.

A livello internazionale, un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2021 sottolinea che l’integrazione di servizi psicologici nelle scuole riduce il rischio di problemi di salute mentale nei giovani e migliora la capacità di gestione dello stress. Un altro studio dell’American Psychological Association evidenzia che le scuole con un servizio psicologico stabile registrano una riduzione del bullismo e una migliore gestione dei conflitti.

Un cambiamento necessario

La scuola non è solo il luogo dove si apprendono nozioni, ma anche quello in cui si cresce come persone. Uno spazio in cui studenti e famiglie possano ricevere supporto psicologico aiuterebbe a prevenire difficoltà emotive e relazionali, migliorando l’esperienza scolastica (ma anche nella vita) di tutti e tutte. Questo servizio, poi, sarebbe fondamentale anche per quelle famiglie in difficoltà che spesso vivono situazioni di degrado, in cui i bambini sono poco seguiti e che magari non hanno le risorse culturali ed economiche per affidarsi a un professionista privatamente. Un investimento nel benessere che, in molti Paesi, è già una realtà consolidata. In Italia, il dibattito è aperto: sarà il momento di fare un passo avanti?

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