Lo Zen e l’arte della Pazienza

Consigli per coltivare la pazienza: perché quando tutto sembra sfuggire al nostro controllo ricordiamoci che il caos fa parte del viaggio

Era una delle “virtù da coltivare” prima di diventare genitore, la pazienza, ma una volta arrivati i figli le cose cambiano: nel bel mezzo di un capriccio senza senso o di un’altra notte insonne, la pazienza sembra un mito. Una leggenda urbana.

Ognuno di noi genitore ha pensato di avere pazienza a sufficienza prima di diventare genitore. Poi una volta nati i figli o figlie ci rendiamo conto che è come immaginare di essere bravi a cucinare dopo aver visto un tutorial su YouTube.

La pazienza non è qualcosa che possiedi, ma è come il sale nelle minestra, se ne deve continuamente aggiungere. E se ti capita di pensare “questa crisi non finirà mai”, ti sbagli. Finirà, ma quella successiva sarà uguale o peggio.

Diventare un genitore zen

La pazienza è un percorso in cui si impara a navigare tra la frustrazione e la gioia cercando di non naufragare.

Un’idea per allenarla, poetica, viene da Dance Dance Dance, il libro di Haruki Murakami. In un momento di confusione, fatica e infinita ricerca della pazienza del protagonista, il suggerimento è: “Devi danzare finché c’è musica. Non devi chiederti perché. Se ti metti a pensare i tuoi piedi si bloccheranno”.

Non sottovalutiamo poi la forza del mantra “é solo una fase, passerà”, ripetiamolo almeno dieci volte a voce alta e sembrerà reale. Rendersi conto che il caos è temporaneo, che l’assurdità delle situazioni non è altro che parte del pacchetto di felicità che abbiamo firmato quando siamo diventati genitori.

Condividere è meglio

Un suggerimento sempre utile è chiedere aiuto. Se siamo nervosi, frustrati, tesi, l’atmosfera in casa sarà la stessa di un film di Quentin Tarantino. Chiedere aiuto, condividere significa non sentirsi soli, o meglio significa non sentirsi colpevoli di essere esausti o demotivati.

Un altro consiglio è quello di tenere anche un diario delle “Cose per cui potrò vendicarmi quando avrà 18 anni”. Non faccio esempi perché non c’è bisogno, ma rileggerli dopo un po’ di tempo ci aiuta ad essere più leggeri.

La pazienza non è la perfezione, ma la consapevolezza che il caos fa parte del viaggio. È il respiro che prendi quando tutto sembra sfuggire al controllo, e ti ricordi che questo caos è la tua realtà, la tua ricchezza.

Di Dario Benedetto

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