Luke Perry, il Dylan McKay di Beverly Hills 90210, non c’è più. Con lui se ne è andata la parte più bella della nostra adolescenza. Quella chiusa nel cassetto della nostra scrivania, con le copie di Cioè, le Smemo e quello che eravamo, ma che forse un po’ siamo ancora
Sognavamo i capelli scalati come Brenda, la bellezza di Kelly, l’intelligenza di Brandon, la simpatia di David e il fascino di Dylan, o meglio Luke Perry. Alla fine però assomigliavamo ad Andrea.
Quando gli adolescenti eravamo noi e non i nostri figli, non c’erano Netflix e i lettori dvd e in tv andava Beverly Hills 90210. Eravamo bambinette e loro venticinquenni che impersonavano teenager. Questione secondaria, loro per tutte noi erano il figo del liceo, il ragazzo buono e comprensivo, sua sorella che arriva nella nuova scuola e trova il tesoro (Dylan), la ragazza bella e invidiata da tutte che sotto sotto è fragile come il burro.
Lì, sotto il sole della California, tra onde, ciuffi e abbinamenti di forme e colori che hai voglia il gusto italiano per il pendant, tutte noi abbiamo incontrato Luke Perry, il bellissimo e tenebroso Dylan McKay.
Team Brenda, team Kelly, team Dylan
Perché se è vero che poi alla fine avremmo sposato un Brandon, il nostro cuore batteva per lui. Per il suo sguardo sottile e di traverso, in cui si intravedeva la piccola cicatrice sul sopracciglio, fatta chissà come, ma proprio li era il suo fascino. Lui, Luke Perry, il vero James Dean degli anni ’90, con quella moto, la cabriolet, l’occhiale a goccia e la combo tshirt bianca-giacca di pelle che solo Fonzie prima di lui e tutti gli altri fuori. Tutte lo abbiamo amato. Tutte. Ha tirato fuori l’infermiera che era in noi, che pensava “io ti salverò”, perché lui era quello che andava salvato. Aveva tutto ma stava male, si disperava, crollava, si riprendeva e noi li pronte ad abbracciarlo. E farci abbracciare. Eravamo schierate tra il teamBrenda e il teamKelly, amicizie profonde si sono rovinate così.
Settimane in cui il giovedì sera era lì, davanti allo schermo e il venerdì a scuola era un riflettere su Brenda, Kelly e il primo ballo. Se uno si perdeva le due puntate del giovedì, era perso. Niente repliche, niente youtube, ma vuoi mettere l’hic et nunc? Al mattino era un parlare fitto fitto tra un’ora e l’altra (e anche in mezzo….) per ascoltare i riassunti delle amiche, fare ipotesi su chi si sarebbe messo con chi. E poi naturalmente c’era lo scambio figu, che ancora ci ricordiamo tutte quale pagina ci rimaneva per ultima e il mazzetto di doppie con l’elastico che ballava nello zainetto Invicta.
Adolescenti da una vita
La morte improvvisa di Luke Perry è arrivata come un tornado in noi adolescenti degli anni ’90. Il suo sopracciglio ammiccante ci è apparso all’improvviso in un giovedì sera qualsiasi di alcuni/un casino di anni fa e ci ha prese tutte per mano. Da allora abbiamo sognato, sempre in ogni momento, che qualcuno arrivasse e ci dicesse “Com’è possibile che quando sono con te dimentico tutto il resto?”
Ebbene Luke, Dylan delle meraviglie, noi non lo dimenticheremo mai perché lui- e tutti i ragazzi del West Beverly High- fanno parte di noi. Di noi che adolescenti non lo siamo ormai più da tanto tempo, ma che comunque ci continuiamo a commuovere quando per caso parte la sigla di Beverly Hills, quando in tv mandano la replica di Dirty Dancing o quando in soffitta da mamma e papà troviamo la casa di campagna di Barbie.
Non importa se oggi Luke Perry avesse cinquantadue anni, per noi era sempre lui, il bello del liceo, il duro dal cuore tenero, quello con la cicatrice sul sopracciglio che andava in surf e che guidava la corvet. Dylan McKay, ci mancherai.