Quali domande si pongono i genitori e di cosa hanno realmente bisogno? Tutte le riflessioni di Mamagang, il podcast
Nella sempre crescente offerta di podcast sono numerose le proposte per chi vuole approfondire tematiche legate all’accudimento o all’educazione dei bambini.
Non sono tanti invece quelli che portano il genitore a riflettere sulla propria esperienza, a partire dallo stravolgimento che l’arrivo di un figlio porta nella propria vita e alla nascita di nuovi bisogni per se stessi e per la propria famiglia.
Da questo tipo di riflessione nasce Mamagang il podcast, che a oggi propone già quattro interessanti puntate disponibili su Spotify, Spreaker, Google e Apple Podcasts: uno spazio di incontro che affronta il non detto della maternità e paternità, nonché un luogo di racconto e condivisione che osserva la genitorialità da diversi punti di vista, per provare a immaginarla in modo più consapevole e libero.
Clarissa Monnati, mamma e libera professionista nel settore editoriale, insieme a Laura Faggin e Giulia Cappellin, ci raccontano com’è nata l’idea del podcast e quali molle hanno spinto tre madri a intraprendere questo viaggio sonoro fatto delle voci di tanti genitori.
Liberare un pensiero collettivo
L’idea arriva da Giulia, che vive a Parigi ed è diventata mamma nel 2020, in piena pandemia.
“Tutto è nato da un gruppo di neomamme che sentivano il bisogno di confrontarsi e condividere il proprio vissuto in un periodo particolare – spiega Clarissa -. Ci incontravamo online ogni due settimane per parlare delle nostre esperienze, della quotidianità, ma anche di cosa significa essere donna e mamma nella nostra società.
Un confronto davvero arricchente: i nostri dubbi e interrogativi hanno preso forma, sono emersi spunti utili che sentivamo il bisogno di condividere e, per quel che mi riguarda, mi sono sentita più forte e meno sola”.
Poi alle autrici viene in mente di mettere insieme le competenze professionali e genitoriali: così ha preso vita il progetto di Mamagang, un contenuto audio originale che non vuole essere un manuale o una guida del buon genitore, perché non esiste una ricetta valida per tutti.
“La condivisione è alla base di tutto: ascoltare le esperienze di altri genitori mi ha personalmente aiutata a capire che non ero la sola a farmi certe domande e a pensare, a volte, di non riuscire.
La genitorialità è un’esperienza personale, è vero, ma i problemi sono spesso comuni e possono essere affrontati in modi diversi. Con il podcast non cerchiamo risposte precise, ma condivisione e spunti, a volte anche attraverso il confronto con persone esperte.
Ci aiuta a capire, per esempio, le ragioni delle difficoltà e delle emozioni contrastanti che travolgono i genitori a partire dal periodo del post-parto, un periodo delicato a cui i servizi pubblici prestano poca attenzione”.
Il podcast smaschera le abitudini e le aspettative legate alla famiglia e i ruoli che ci condizionano, spesso generando conflitti interiori. “Sono esperienze quotidiane, come le sensazioni che proviamo di fronte ai commenti dei nonni o alle immagini di perfezione sui social o alle performance acrobatiche che ci capita di compiere per far funzionare l’incastro di famiglia e lavoro”.
I veri interrogativi dei genitori
Nei primi quattro episodi di Mamagang si parla della “Nascita di una madre”, ovvero della transizione di donne e uomini alla genitorialità; di “Allattamenti”, al plurale, per dare spazio a ogni esperienza; di “Famiglie e disabilità”, per provare a ragionare su inclusione e condivisione e di “Vogliamo anche il lavoro”, per affrontare in maniera meno teorica i temi della parità salariale, la realizzazione personale, i nuovi equilibri nella famiglia, il ruolo della politica e le possibilità che si aprono in famiglia come in azienda.
Capire i veri bisogni dei genitori è una questione spinosa e complessa. “Spesso navighiamo nel buio, senza sapere quali modelli seguire – dice Clarissa -. Abbiamo a disposizione il web, riviste, libri e podcast che ci permettono di essere aggiornati su qualsiasi tema, eppure siamo confusi. Forse proprio tutte queste informazioni ci fanno sentire sotto pressione o non all’altezza”.
Nel podcast si ragiona sulla genitorialità da un’ottica femminista. Che cosa significa? ”Significa guardare in faccia i modelli che non funzionano più perché il mondo è cambiato e cercare nuove prospettive attraverso le storie di madri e padri come noi.
Cerchiamo di rispondere a domande su come è cambiato il ruolo dei papà nella famiglia o il lavoro, in particolare dopo la pandemia. Oppure: la maternità può essere una risorsa per il lavoro? Serve un aggiornamento delle politiche per la famiglia, ma è anche necessario che i genitori mettano a fuoco i propri bisogni e si scambino idee ed esperienze”.
Un podcast, una terapia
Il podcast per Clarissa non è solo un progetto lavorativo, ma un percorso che la sta aiutando a osservare la propria esperienza di mamma da un altro punto di vista.
“Nella mia famiglia abbiamo sempre portato avanti un modello di condivisione dei compiti e da sempre sono interessata alla questione femminile e al femminismo – racconta -. Eppure quando è nato mio figlio, cinque anni fa, mi sono sentita inspiegabilmente investita da una maggiore responsabilità rispetto al papà, fino a quando mi sono resa conto di non avere più energie.
Credo che la nascita di un figlio cambi alcuni aspetti del rapporto di coppia e che possa essere necessario andare alla ricerca di nuovi equilibri. Lavorare con Giulia e Laura all’ideazione di Mamagang per me è stato terapeutico.
Oggi non so se sono un genitore diverso. Di sicuro sono una persona diversa. ll lavoro di squadra mi ha portata a condividere emozioni, sensazioni e a liberarmi da alcuni pregiudizi.
Mi ha dato più forza, sia per cambiare gli equilibri all’interno della coppia sia per pensare a noi genitori come soggetto politico. Credo che ci si senta legittimati a fare delle scelte anticonvenzionali quando a supportarci c’è un’esperienza condivisa”.
Una missione per le nuove generazioni
I genitori di oggi possono provare a raggiungere il cambiamento che desiderano. Un cambiamento che gioverebbe a tutti e per cui è necessario collaborare.
“Bisogna fare della genitorialità una questione sociale. Da una parte serve che lo Stato investa per fornire servizi e promuovere leggi indispensabili in un mondo che è cambiato, dai nidi al doposcuola, al congedo di paternità obbligatorio di alcuni mesi. Dall’altra parte serve che entrambi i genitori conoscano e utilizzino le misure già esistenti, come i congedi parentali o l’indennità per i riposi giornalieri, i cosiddetti permessi per allattamento”.
La maternità pone ancora dei limiti alla libertà della donna perché la società non è ancora capace di vederla come un fatto sociale. “Lo diceva Maria Eletta Martini, deputata e relatrice del nuovo Diritto di famiglia, nel 1976, ed è ancora così. É compito di tutta la società fare in modo che tutti siano nelle condizioni di giocare alla pari, e Mamagang va alla ricerca di iniziative, buone pratiche, idee e azioni costruttive”.
Quale sarà il tema del prossimo episodio?
“L’educazione fuori dalla famiglia, a scuola. Partiamo sempre dalle domande che ci poniamo come genitori, che sono diverse da quelle delle generazioni che ci hanno preceduti, e dagli obiettivi quando, osservando i nostri figli, ci chiediamo che tipo di persone e di cittadini vorremmo che diventassero”.