Maman? È un libro pop up meraviglioso, opera ingegnosa e divertente. È pieno zeppo di mostri, ma che non fanno paura, anzi con cui giocare
Avevo letto un commento su qualche gruppo di recensioni e compra-vendita di libri e questa copertina mi era rimasta impressa. Una mamma aveva scritto che suo figlio lo amava prima di andare a dormire; mentre lei era entusiasta “della meccanica”, così aveva scritto: meccanica.
Allora l’ho cercato anche io.
“Maman?” esiste nella versione francese o inglese “Mommy?”, è una creazione di Sendak Yorinks Reinhart, edito da L’école des loisirs, ed è un capolavoro. Si tratta di un pop up quasi senza parole, quindi non temiate per la lingua.
È stupendo nella storia e nella forma: un bambino cerca la sua mamma, e nel cercarla incontra un sacco di mostri, le creature più famose e spaventose della letteratura, che escono dalle pagine quasi prendendo vita. Non sono mostri paurosi però, sono simpatici, scherzosi, e nulla di loro fa paura. Il bimbo poi, nel suo tutone azzurro, non appare mai spaventato, anzi con ognuno di loro gioca, si fanno dispetti: ad uno tira giù i pantaloni e all’altro mette il ciuccio in bocca! E ci sono tutti, da Dracula a Frankenstein, lo scienziato pazzo, la mummia vivente e pure il lupo mannaro, uno più brutto e mostruoso dell’altro.
Il bambino però va avanti a cercare la sua mamma con determinazione.
Ci sono tanti motivi per cui questo libro scaccia la paura dei mostri e magari del buio.
Intanto perché il pop up e la tridimensionalità dei personaggi lasciano a bocca aperta per la bellezza. I dettagli sono curatissimi, i personaggi sono delineati in modo geniale. Non spaventano, ma sorprendono per la precisione e l’ingegno. Per la meccanica, appunto. Ognuno di loro si muove in modo raffinato e delicato e ognuno di loro nell’accogliere il bambino compie un gesto diverso. Ogni pagina mostra l’incontro del bambino con il mostro e poi, aprendo una porta sulla pagina di destra, lo scherzo e il gioco spassoso tra il bambino divertito e la creatura.
La paura viene ridimensionata perché il bambino protagonista non ne prova, anzi è divertito. Coi mostri gioca, li prende quasi in giro e poi passa avanti determinato e deciso a cercare la sua mamma.
La paura passa perchè poi alla fine la mamma si trova in un finale del tutto inatteso.
Sono poche pagine ma viene voglia di aprirle e aprirle ancora, di studiarle alla ricerca della costruzione di quella tridimensionalità così ben riuscita. Un’opera d’arte, un libro con una sola parola ma capace di parlare tanto. Davvero stupefacente.