Il regalo più prezioso: il me-time, ovvero il tempo per stare in solitudine e tranquillità
Fonti confidenziali assicurano: il regalo che ogni mamma e papà desidera per San Valentino è un bello scatolone di me-time, un tempo tutto per sé.
Un tempo che si libera bello e liscio, fuori dai sensi di colpa, dalle nostre pianificazioni giornaliere, dai nostri incastri impossibili tra lavoro, bambini, commissioni. Un tempo prezioso per ricaricarsi, per riconnettersi con se stessi e poi tornare in famiglia soddisfatti e sorridenti. Insomma, per essere genitori migliori.
Questa convinzione (di diventare persone e genitori migliori) ci conforta e ci dà la possibilità di allontanare i sensi di colpa, che sempre fanno capolino quando sottraiamo tempo e attenzioni ai nostri pargoletti.
E per eliminarli definitivamente, rassicuriamoci con quanto sostiene Beth Frates, psicologa e insegnante presso la Harvard Medical School: “Il tempo dedicato a se stessi non è un lusso, ma una necessità”.
All’analogia del me-time dei genitori con la maschera di ossigeno degli aerei, Frates preferisce quella della tazza vuota, “se dentro non c’è niente, non c’è niente da dare”.
Una volta accettato il concetto, bisogna tradurlo in realtà e in particolare fare i conti con la sua realizzazione pratica, sempre ardua: teniamo presente che anche poco può aiutare molto ed è sempre meglio di niente. Quindi, se inizialmente non riusciamo a regalarci un pomeriggio e nemmeno un paio d’ore, accettiamo serenamente i 10-30 minuti, godendoceli fino in fondo.
#metime
Spopola sul web e sui social l’hashtag me-time, fortemente evocativo di vasche riempite di petali vellutati, tazze fumanti e tisane fruttate, idromassaggi con vista su cime innevate, maschere detox davanti a una serie tv.
A queste immagini si accompagna spesso la disperazione di non riuscire a trovarlo, questo prezioso tempo per sé. I maligni pensano che il miglior modo di ritagliarseli, dei buoni e solidi 5 minuti per sé, sarebbe di smettere di vagheggiarne la mancanza sui social, chiudere App e telefono e ritrovarsi con se stessi.
In generale, però, non importa che l’esperienza sia glam, prolungata o esagerata, un buon me-time si fa in tutta semplicità, aprendo una solida parentesi di tempo in solitaria.
Come ricavarlo?
Il primo passo, fondamentale, è quello di auto-convincersi che il tempo solo per noi è davvero importante. Una volta introiettato il concetto ci servono i facilitatori, ossia le persone che si occuperanno con amorevole cura dei nostri bambini.
Nei primi tempi è più facile che sia l’altro genitore, poi man mano ci possono essere i nonni, o gli amici più stretti a cui a nostra volta potremo rendere il favore. Si può anche ricavare una striscia di me-time in una pausa dal lavoro mentre i bambini sono all’asilo o a scuola. Con lo smart-working è più facile, a inizio giornata, ad esempio, o durante la pausa pranzo.
Cosa fare?
Come riempire il me-time? La domanda non si pone – il me-time è personale e ognuno ne fa quel che vuole, l’importante è che non sia troppo pianificato e gestito, altrimenti si ritorna nella gabbia soffocante della pianificazione.
C’è chi punta tutto sul recupero del sonno perduto: maschera sugli occhi, copertina morbida, tisana, porte chiuse, e vai di power nap!
Chi preferisce un momento wellness, e se arrivare a un centro benessere è ancora impensabile, si concede una lussuosa Spa at home, con tanto di fettine di cetriolo sugli occhi, vasche da bagno piene di schiuma soavemente profumata, luci soffuse e candeline con musica new age in sottofondo a coronare l’effetto di magico relax.
I più attivi si fiondano al parco per una corsa in solitaria, un giro in bicicletta o in palestra per un’intensa sessione di allenamento o un corso di Pilates o yoga.
C’è chi non vede l’ora di riappropriarsi saldamente del divano per recuperare un paio di episodi di una serie troppo spesso interrotta, godersi un pod-cast appuntato da tempo, ascoltare musica in santa pace.
Ci sono anche gli sfrontatelli, che durante il me-time si ripropongono sulle App tinderone. Si riconoscono: sono quelli con le foto sfuocate e sfondi improbabili, perché hanno poco tempo da perdere e puntano direttamente all’obiettivo.
Infine…
Insomma, non c’è un’attività giusta, un luogo adatto o un momento preferibile. L’importante, assicurano gli esperti, è trovare un modo per perdere davvero il senso del tempo, chiudere la to-do list e dimenticare che esistono bollette, scadenze, case da riordinare, bambini da sfamare…
Ce la faremo? E non dimentichiamo: concediamolo anche ai nostri bambini un po’ di tempo tutto per loro. Soprattutto se la nostra tendenza è quella di essere genitori elicottero: impariamo a lasciare loro, ogni tanto, un bel po’ di tempo autogestito!