Una vita in strada a fare arte: la storia di Mister David & The Family Dem
Una vita di arte e viaggio, di strada, tanta strada, e quella precarietà che in pochi riescono a trasformare in risorsa. Lo fa sicuramente Davide Demasi, in arte Mister David, un uomo e papà che vive di circo insieme alla sua famiglia, e che si esibisce in giro per il mondo con spettacoli che uniscono la performance più tradizionale all’adrenalina e a numeri da record.
Con lui? “C’è sempre la mia famiglia: Elena, la mia compagna, e i nostri quattro figli, anche loro acrobati, giocolieri e equilibristi, perché senza di loro non esisterebbero Mister David & The Family Dem e tutti gli spettacoli”. Oggi Mister David e la sua crew (insieme alla famiglia ci sono artisti di fama internazionale che portano sotto al tendone numeri davvero incredibili) sono in giro con il “Gravity Circus”, di cui Mister David è regista, conduttore e performer, e stanno già pensando al nuovo spettacolo, in tour dal prossimo ottobre.
Una vita di strada
“On the road a game!” (dal doppio significato: Sulla strada un gioco o di nuovo sulla strada) è il titolo del libro che Mister David ha scritto qualche anno fa e che rende perfettamente la sua filosofia di vita. Nato e cresciuto in un quartiere popolare e di forte immigrazione a Torino “fin da ragazzino ho amato la piazza, la strada e il cortile, pensati e vissuti come spazi di vita e cultura popolare. È stato abbastanza fisiologico e naturale per me pensare che la piazza sarebbe stata il mio primo palcoscenico”.
Un inizio, per gioco
Una passione che è nata quasi per caso, o per amore, quella per la giocoleria e il circo. “Da ragazzino non avevo le idee chiare sul lavoro che avrei voluto fare da grande, ma detestavo l’idea di un impiego tra quattro mura e ripetitivo. Cercavo una passione che mi guidasse”.
E l’illuminazione è arrivata quasi per gioco, “un’estate di 27 anni in fa, in Grecia, a Creta, insieme alla mia attuale moglie, che avevo appena conosciuto. Lei prese tre pietre e cominciò a giocolare, passandole da una mano all’altra senza farle cadere. Ne rimasi affascinato e le chiesi di insegnarmi”. Da quel momento il circo, l’equilibrismo e la giocoleria li ha sempre uniti ed è diventato il loro lavoro.
Con serietà e determinazione
Ma vivere di circo non è così banale, specialmente in Italia, paese che con difficoltà riconosce gli impieghi nel settore della cultura e dello spettacolo. Per farlo diventare un lavoro vero e proprio c’è stato bisogno di impegno e grande determinazione. “Io e Elena eravamo decisi e abbiamo iniziato subito a lavorare insieme in una vineria del centro storico torinese, lei come cuoca e io come barman. Con i risparmi ci siamo iscritti alla scuola di circo.
Un passatempo e una passione che presto sono diventati uno stile di vita e poi un lavoro, costruito con costanza e grande volontà”. Davide e Elena negli anni hanno girato il mondo con migliaia di spettacoli, prima in strada e ora più strutturati, con riconoscimenti e risultati importanti.
La scuola migliore? La piazza
L’inizio in strada però non si dimentica. “Sono fiero e orgoglioso di aver presentato i miei primi spettacoli proprio in piazza: un luogo, dove nessuno si aspetta niente, senza palco e scenografia, dove bisogna guadagnarsi l’attenzione del pubblico e la loro offerta.
Per me lo Street Show rappresenta la massima espressione di libertà e soprattutto la miglior scuola per imparare a far spettacolo, proprio perché devi conquistarti la fiducia del pubblico e convincerlo a offrirti un’ora del suo tempo, oltre che del denaro. Così, ho passato i primi anni della mia carriera in furgoncino a girare tutta l’Italia, per esibirmi a cappello in tutte le località turistiche costiere”.
Emozioni forti
La strada Mister David la condivide con tutta la sua famiglia e proprio la strada è stata il palcoscenico di grandi emozioni personali. “La storia tra me e Elena è un sogno che dura da tanti anni e la strada è stata spesso il palcoscenico della nostra relazione. Non so se sia stato un caso, ma il secondo dei nostri quattro figli è nato proprio per strada, sul furgoncino, mentre andavamo in ospedale.
Non so esattamente cosa ho provato in quel momento: ero in uno stato di euforia adrenalinica allucinante. Non ragionavo, agivo d’istinto, quell’istinto naturale che sopraggiunge nei momenti in cui non hai il tempo di pensare”. E proprio in strada uno dei regali più belli della vita.
Uno stile di vita
L’arrivo di quattro figli non ha modificato di troppo lo stile di vita dei due acrobati (anche Elena è acrobata aerea). “Abbiamo deciso fin da subito di condividere le nostre passioni, il circo e i viaggi con i nostri figli, anche perché quella era la nostra vita. Quando erano piccoli, era tutto abbastanza semplice”, poi la scuola dell’obbligo ha richiesto qualche programmazione in più.
“Non ci piaceva l’idea di far cambiare scuola ai nostri figli a ogni spostamento, anche se sarebbe stato possibile e forse più comodo per certi versi. Ma cercavamo un pochino di continuità, per quanto possibile. Così, grazie alla disponibilità della nostra scuola di riferimento a Torino abbiamo trovato un giusto compromesso: i ragazzi sono regolarmente iscritti a scuola e seguono il programma anche a distanza.
Gli insegnanti ci consigliano e inviano il materiale necessario e siamo noi genitori a seguirli quando siamo in viaggio, per poi recuperare le verifiche al rientro”. Le assenze? Giustificate per lavoro itinerante della famiglia!
Vivere lo studio
In realtà ci sono anche degli aspetti positivi del vivere viaggiando, assaporando ogni esperienza e piazza. “Gran parte degli argomenti trattati sui libri, li viviamo giornalmente. Visitiamo musei, scopriamo ogni angolo delle nostre belle cittadine, cercando di andare a fondo della storia e delle tradizioni del nostro paese. Nel circo si parlano tutte le lingue del mondo e si impara a vivere e convivere con personalità differenti, è una gran scuola di vita”. Eppure, è forte il senso di appartenenza: amici, compagni e professori aspettano sempre il loro rientro.
On the road
Tanti chilometri non sono uno scherzo comunque. Milano, Brescia, Bologna, Arezzo, Lucca e Savona, la Sardegna e poi le trasferte europee. “Sicuramente questo stile di vita non è per tutti, ci va un grande spirito di adattamento e una capacità innata a non patire quando si esce dalla propria confort zone. Non rischi di annoiarti, ma le difficoltà sono tante e bisogna saperle affrontare con il sorriso, specialmente se ci sono dei bambini di mezzo”. Il sorriso, allora, è alla base ed è anche un invito.
“L’arte di strada è importantissima per la società, per le persone. È comunicazione, condivisione, gioco e leggerezza. Esibitevi in strada, fermatevi agli spettacoli, riempite le piazze e invitate la gente a uscire di casa per riprendersi ciò che per natura appartiene loro, il territorio, la strada e la piazza. Parlatevi, domandatevi cose, osate. E sorridete, sorridete tanto”.