Ci sono lo scudo di Capitan America, il martello di Thor e lo scettro di Loki, ma anche l’abito della Vedova Nera e il guanto demolitore di Hulk: fino al 6 gennaio 2017 chi entra al Forte di Bard viene catapultato in un mondo di supereroi. In quella che è stata la sede dell’Hydra, dove Ultron mette a punto il suo piano di distruzione del pianeta, viene ricreato il mito di “Avengers: Age of Ultron – The Exhibit”, un anno dopo l’uscita nelle sale cinematografiche. Attraverso ricostruzioni del set ed effetti sonori, la proiezione di filmati inediti di backstage, l’esposizione degli oggetti originali di scena e dei modelli in scala 1:1 di Iron Man, Hulk e Capitan America, si scopre il dietro le quinte di un kolossal campione di incassi e si rivivono le avventure degli eroi Marvel e le atmosfere del film girato proprio all’interno della fortezza nel marzo del 2014.
Dai supereroi del grande schermo nati sulla carta, si passa ai personaggi fantastici che popolano il mondo disegnato di Marc Chagall nella mostra “Marc Chagall. La vie” in programma fino al 1° novembre. Nelle 266 opere dell’artista russo in esposizione al Forte di Bard, tra cui l’intera serie delle 105 tavole della Bibbia, sembra di entrare in una fiaba. Ci sono il circo, i giullari, gli acrobati, i ballerini, gli innamorati, le figure sospese a mezz’aria, i musicisti, gli animali, la città, il sole, i fiori, Parigi, l’Esodo e la Bibbia. Fermatevi davanti all’imponente opera di quattro metri per tre che dà il titolo alla mostra “La Vie”, tesoro nazionale francese esposto per la prima volta in Italia. Scoprite insieme ai bambini tutti i piccoli dettagli che si celano dentro questa grande tela che racchiude il mondo e la vita dell’artista. Chagall osserva e disegna ciò che lo circonda, come un fotografo coglie in uno scatto la vita che passa davanti al suo obiettivo.
Le 137 fotografie di Elliott Erwitt, in esposizione al Forte fino al 13 novembre, raccontano con il linguaggio dell’istantanea gli ultimi sessant’anni di storia, dal 1948 al 2005 e riescono a cogliere l’istante nei suoi aspetti più tragici e in quelli più divertenti.
Una passeggiata tra i cortili
Come una caccia al tesoro, il percorso di “Arte alle Corti” coinvolge a Torino 23 artisti con 25 opere in una passeggiata tra nove corti segrete e due giardini di palazzi storici normalmente chiusi al pubblico. Non ci sono punti di partenza o di arrivo né tappe obbligate, ma solo luoghi da scoprire, fino al 10 novembre, a piedi o in bicicletta. Come prima cosa: guardatevi intorno. Cercate le opere tra gli alberi e i cespugli, lungo i sentieri del giardino di Palazzo Cisterna di via Carlo Alberto 23: un luogo magico di apparizioni. E se perdete l’orientamento dirigetevi verso il portico del Palazzo e consultate la bussola di “Mentre l’ago magnetico e la pietra si orientano” di Giovanni Anselmo. Ritrovata la strada, preparatevi all’inaspettato. A fingere, per esempio, di aspettare un bus in un luogo abbandonato a se stesso ma immerso nel cortile aulico di Palazzo Carignano con “Waiting for the last bus”, l’installazione di Botto & Bruno che fonde luoghi e architetture. O a specchiarvi nella barca capovolta “Sbarco” di Velasco Vitali approdata nel cortile del Palazzo dell’Università di via Po 17, trasportata sulle spalle da due personaggi misteriosi che nascondono la testa dentro l’imbarcazione. Guardate all’insù per scorgere le “Meduse” di Enrica Borghi a Palazzo Birago di Borgaro (via Carlo Alberto 16) e muovetevi cauti a Palazzo Reale, tra le “Bufale mediterranee” di Davide Rivalta o gli “Orsi” nascosti verso il fondo, nei giardini. Continuate il gioco anche a Palazzo Chiablese (piazza San Giovanni 2) per scoprire cosa sostiene la mano di “Qui Ora” di Gianni Dessì. Lasciatevi sorprendere dalle composizioni geometriche di marmo e granito di “Blu Sky Circle” di Richard Long nello splendido Palazzo Asinari di San Marzano (via Maria Vittoria 4), dalle sculture generatrici di energia e di vibrazioni di Tony Cragg a Palazzo Civico (piazza Palazzo di Città 1) e dal contrasto tra le diverse anime di Torino, rappresentato dal cortile barocco di Palazzo Saluzzo Paesana (via della Consolata 1 bis) e dal “Mondo Operaio” di Flavio Favelli fatto di pannelli di ferro trovati in una discarica a Istanbul e riviste politiche d’epoca.
[Simona Savoldi]