6 consigli per fare i compiti senza stress

da | 11 Nov, 2022 | Lifestyle, News

Come affrontare uno dei momenti più tragici in famiglia: fare i compiti a casa

Il momento dei compiti a casa spesso tira fuori il peggio di tutti: ci sono genitori che arrivano a mortificare i propri figli, dicendo cose che sanno perfettamente che non andrebbero mai dette; e bambini che mettono in atto qualsiasi strategia per perdere tempo e rendersi insopportabili. Abbiamo provato a raccogliere qualche consiglio per superare e sopravvivere a questi momenti di vita quotidiana.

1. Definire i tempi

Come per qualsiasi altra cosa, specialmente quelle che non ci entusiasmano o che potrebbero essere problematiche, è importante definire dei tempi e una durata. In modo chiaro decidiamo, magari in modo condiviso con il/la bambino/a, quando fare i compiti. E diamo un tempo preciso, piuttosto abbondiamo, ma la scadenza è necessaria per limitare lo stress e definire gli obiettivi. Un esempio? I compiti si fanno domenica mattina, e alle 12 bisogna aver finito le due pagine di italiano e il compito di mate. È evidente che il quando e il quanto va valutato in base alle attitudini e abitudini di chi studia. Se la tendenza è quella di dormire al mattino, allora meglio darsi appuntamento sulla scrivania al sabato pomeriggio. Se ci sono degli sport o gite in programma nel week end teniamo un pomeriggio libero in settimana. Cerchiamo di fissare un giorno che sia sempre lo stesso, da spostare o modificare solo eccezionalmente quando necessario.

2. Post it e cartelli

Un buon modo per ricordare info, numeri e date è quello di ricorrere alla memoria visiva. Questo significa scrivere quanto non riusciamo a memorizzare su post it, bigliettini o cartelli. Fissiamoli in posti strategici o lasciamoli in giro per casa. E, mi raccomando, che siano i bambini stessi a scriverli. L’atto di scrivere, di affissare e poi di osservare sarà di grande aiuto.

 

3. Un po’ di teatralità

Soprattutto quando le cose non vengono, può servire il gioco. Meglio non prendere troppo sul serio un nome o una data che non rimane impressa, oppure una lezione che proprio non si riesce a memorizzare. Giochiamo! Inventiamo delle filastrocche o rime per ricordare storie e concetti; imbastiamo una canzone o facciamo qualche scenetta teatrale a una o più voci (magari coinvolgendo anche i fratellini più piccoli!) per comprendere le dinamiche più complicate. Il gioco aiuta a smorzare le tensioni e lo stress, ma anche a ricordare e imparare.

4. Fare esempi concreti

È uno dei cavalli di battaglia delle scuole meno tradizionali, che rifiutano la matematica sui libri e la scienza al banco. Per le operazioni prendiamo mele, noci, farfalle di pasta; per le unità di misure proviamo una buona ricetta, e cerchiamo di concretizzare il più possibile. Se non è possibile andare nel parco o nei boschi a studiare scienze proviamo a ricordare insieme quando ci siamo stati, cosa avevamo visto. Per geografia prendiamo un mappamondo o una cartina; tocchiamo, osserviamo, stupiamoci.

5. Valorizzare i risultati positivi

Facile a dirsi, meno a farsi dopo ore di braccio di ferro sopra ai libri. Ma l’idea è quella di valorizzare le cose che vengono bene, le cose che riescono, senza sminuire i risultati positivi anche sugli esercizi facili. Criticare sempre e comunque può influire negativamente sull’autostima bei bambini, che non si sentono compresi, e finiscono per ritenersi inadeguati a qualsiasi tipo di esercitazione e studio. Spieghiamo loro che la scuola e lo studio sono un’occasione importante per imparare proprio quello che non si sa e che l’errore è ammesso, anzi, serve a imparare. Diamo loro consigli e esempi pratici per provare a velocizzare e capire, ma – noi per primi- rispettiamo i loro tempi e le loro difficoltà.

6. Delegare

Già, fare un passo indietro e delegare. Se si comprende che il tempo dei compiti può mettere a rischio il benessere di tutta la famiglia, lasciamo perdere e ammettiamo di non essere le persone giuste o di non aver trovato il modo. Quello dell’insegnamento e dell’aiuto compiti è un mestiere e non tutti hanno le competenze e le capacità per farlo. O la pazienza, specialmente coi propri figli. È un grande gesto di onestà e amore, verso chi studia e verso noi stesse/i, delegare questo momento a chi lo sa fare per mestiere o per vocazione.

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