Il bullismo non è uno scherzo, non è conflitto: come riconoscerlo e quali sono i campanelli d’allarme
E’ di questi giorni la notizia della ragazzina di Pordenone, di appena 12 anni, vittima di bullismo continuo che, distrutta dagli attacchi dei bulli ha preferito buttarsi dal secondo piano di una palazzina. Le sue condizioni sono stabili, nell’urto ha riportato numerose fratture ma non sembra essere in pericolo di vita.
Cos’è il bullismo
Per capire cosa sia il bullismo ci è d’aiuto il Telefono Azzurro, associazione che da moltissimo tempo aiuta e tutela i bambini e i ragazzi vittime di soprusi.
Prima di capire cosa sia, è bene ricordare cosa il bullismo non sia: prima di tutto non è uno scherzo. Etichettarlo come una bravata o una ragazzata è gravissimo, perchè si sottostima un fenomeno molto pericoloso e perchè si rischia di “ridicolizzare” la vittima facendola passare per chi non sa stare al gioco.
Non è poi un conflitto tra ragazzi, poichè è un qualcosa che si reitera nel tempo rendendo difficile la vita di chi viene preso di mira. Ecco invece i segnali da cui si capisce che un comportamento è un atto di bullismo.
Intanto l’età dei protagonisti, vittime e carnefici sono quasi sempre bambini o ragazzi, che per motivi diversi passano parecchio tempo insieme (compagni di classe o di attività extrascolastiche).
Gli atti di bullismo sono azioni compiute in maniera volontaria e intenzionale, c’è lo scopo di provocare un danno nella vittima (danno fisico, morale o di immagine nei confronti degli altri ragazzi).
Sono azioni che si ripetono nel tempo, raramente l’atto di bullismo è uno solo, di solito la vittima viene presa di mira e con azioni costanti e quotidiane le si impedisce di vivere con serenità.
La “relazione” che si instaura tra vittima e bullo è totalmente asimmetrica, con il primo in forte svantaggio. Infine la vittima per paura o senso di inadeguatezza non è nelle condizioni di sapersi difendere da solo.
Gli attacchi ai danni di una vittima possono essere sia diretti, come ad esempio prese in giro o veri e propri agguati nei corridoi della scuola o indiretti.
Qui la vittima viene danneggiata nel suo relazionarsi con le altre persone, in questo caso ad esempio vengono riferiti segreti, pettegolezzi o storie inventate per danneggiare l’immagine. Quando tutto ciò avviene online si parla di cyberbullismo.
Come riconoscerlo
Sono diversi i campanelli di allarme che dovrebbero far mettere sull’attenti i genitori di potenziali vittime. Intanto questioni puramente pratiche come: vestiti o oggetti sgualciti e rovinati, lividi o ferite di cui non si sa dare spiegazione, richieste improvvise di denaro.
Altri fattori, più difficili da riconoscere sono invece: calo improvviso del rendimento scolastico, dolori a testa o addome quando si devono frequentare luoghi particolari come scuola o palestra, riduzione delle relazioni con i compagni di scuola o gli amici, uso dei social network diverso dal solito (si ignorano totalmente o li si controlla in maniera ossessiva).
Se si dovessero manifestare uno o più di questi segnali, potrebbe essere l’indicazione che qualcosa non va.