Il 15 giugno ripartono i centri estivi con le nuove regole per l’emergenza Covid, ma ogni regione può anticipare o posticipare in autonomia
Dopo l’ok del Comitato Tecnico Scientifico e lo stanziamento di 185 milioni di euro per organizzare le attività educative, i centri estivi possono partire.
La data di apertura è fissata per il 15 giugno, ma l’ultima parola spetterà alle singole Regioni, che se sono pronte possono anticipare, così come possono posticiparla in caso di contagi territoriali.
Il Veneto, come annunciato dal presidente, sarebbe il primo a dare il via, già ai primi di giugno. Segue l’Emilia Romagna con apertura l’8 giugno.
Le famiglie possono utilizzare il voucher baby sitter per pagare i centri estivi.
Regione per regione
Ogni regione stabilisce i suoi regolamenti territoriali, ma tutte si devono attenere alle Linee Guida dell’ultimo Dpcm, che stabilisce un rapporto numerico specifico in base all’età per operatori, bambini e adolescenti.
Per i bambini dai 3 ai 5 anni ci sarà di un adulto ogni 5 bambini. Dai 6 agli 11 anni, un adulto ogni 7 bambini, infine un rapporto di 1 a 10 per gli adolescenti dai 12 ai 17 anni. Nel caso di bambini ed adolescenti con disabilità il rapporto sarà di un operatore per ogni bambino o adolescente.
“Occorre operare per garantire il rispetto del rapporto numerico per l’intera durata delle attività – è scritto sulle linee guida – tenendo conto delle prescrizioni sul distanziamento fisico”. E questo è l’unico riferimento al distanziamento fisico che si trova nel documento.
Le zone di ingresso
Per evitare assembramenti all’accoglienza gli ingressi saranno scaglionati di 5 o 10 minuti tra bambino e bambino: lo stesso vale all’uscita. I punti di accoglienza esterni non permetteranno l’ingresso degli adulti che accompagnano i minori.
Nel punto di accoglienza deve essere disponibile una fontana o un lavandino con acqua e sapone o, in assenza, un distributore di gel idroalcolico per l’igienizzazione delle mani del bambino prima che entri nella struttura. Lo stesso si fa all’uscita.
Un triage veloce
La procedura “di triage” all’ingresso prevede la richiesta ai genitori di informare il centro se il bambino ha avuto febbre, tosse, difficoltà respiratoria o è stato male a casa. Si prevede anche la verifica della temperatura corporea con un termometro senza contatto.
Anche gli operatori passano attraverso il triage. Oltre a intrattenere i bambini, si dovranno occupare di igienizzare le attrezzature e gli oggetti, almeno una volta al giorno. A ogni cambio di attività ci si lava tutti le mani, soprattutto prima dei pasti. Vietato ovviamente condividere posate e bicchieri.