L’Università del Michigan ha effettuato uno studio sui bambini che soffrono di allergie e intolleranze, per capire quale relazione ci possa essere tra questi disturbi e lo sviluppo di ansia e depressione. Quello studiato è il fenomeno dei disturbi internalizzanti.
Rinite allergica, la più insidiosa
Lo studio portato avanti ha esaminato circa 550 bambini, che sono stati sottoposti a test cutanei e dermatologici in diverse fasi della propria infanzia. Mentre si valutavano i sintomi quali starnuti, difficoltà respiratorie, occhi arrossati e eruzioni cutanee, ai genitori veniva chiesto di rispondere a delle domande sulla sitazione emotiva e comportamentale dei bambini, per capire come, quando e quanto fosse mutevole il loro stato d’animo. Da questa indagine è emerso quindi come moltissimi dei bambini che si ritrovavano a dover fronteggiare situazioni di allergie più o meno fastidiose, fossero quelli con una maggior incidenza di ansia e preoccupazioni.
Un legame difficile da scoprire
Non esiste un vero e proprio legame biologico tra le due patologie, quello che pare emergere dai risultati è che la depressione in cui incorrono molti bimbi che soffrono di questi fastidi potrebbe avere origine nel cambiamento dei loro comportamenti. Ad esempio poter stare meno all’aria aperta, dover rinunciare ad alcuni alimenti o comunque essere costretti a modificare le proprie abitudini, diversamente da come fanno gli altri bambini, creando sentimenti di difficile adattamento alle situazioni, tali da portare i bambini a sentirsi esclusi e “diversi” dagli altri.