“Quando pieghi la carta di un origami presti la massima attenzione a quello che stai facendo: sei motivato ad andare oltre quel foglietto colorato perché hai l’obiettivo di creare un oggetto dal niente, con le tue stesse mani. Sta tutta qui la magia degli origami, dar vita a qualcosa che non ti aspettavi. Chiunque può farne di bellissimi: per questo, dal punto di vista terapeutico, possono essere dei toccasana per l’autostima”.
A parlare è Krizia Mallen, una dei fondatori degli Orimaghi, un gruppo di psicologi, artisti e arteterapeuti che promuove percorsi di benessere psicologico nell’età evolutiva anche, ma non solo, attraverso l’arte degli origami. Il gruppo opera all’interno di “Si può fare”, associazione torinese che ha come focus l’integrazione e l’autonomia delle persone con disabilità.
“Siamo nati nel 2011, quando ancora eravamo studenti. A unirci la passione per gli origami” racconta Krizia. Il loro primo lavoro è stato quello di studiare gli effetti benefici degli origami in campo riabilitativo tra gli adulti, gli anziani e i bambini con deficit d’attenzione e iperattività. Questa prima esperienza di osservazione e ricerca li ha portati a una conclusione: al giorno d’oggi si dà spazio alle prestazioni scolastiche e sportive, al fare, ma si presta pochissima attenzione alla sfera emotiva. Perciò hanno deciso di sviluppare il “Cartabosco delle meraviglie” un laboratorio dedicato ai bambini e ai genitori che cerca di esplorare il mondo delle emozioni attraverso la creazione artistica ed espressiva.
“Adottiamo diversi strumenti – spiega Krizia -. Partiamo con la lettura di una fiaba, che rappresenta la via migliore per accedere al mondo interno del bambino, stimola l’empatia ed è autentica, permettendo di parlare con onestà del bello e del brutto della vita e dando così un certo sollievo ai genitori, che a volte non sanno come affrontare temi come il dolore, la morte o la malattia. Proseguiamo poi con gli origami e i materiali artistici (creta, tempere, carta, matite, acquerelli) ovvero tutto ciò che serve a dare colore, forma e consistenza alle emozioni”. Il laboratorio si compone di sei incontri: si legge la fiaba tutti insieme, poi i genitori escono e lasciano i bambini a fare le attività, infine ci si riunisce per restituire e condividere. “Si comincia quasi sempre con la rabbia, che è un’emozione frequente nei piccoli, e si continua con la tristezza, la paura, la gelosia”. Per chi volesse approfondire i temi caldi emersi, “come per esempio la gelosia tra fratelli o la separazione dei genitori”, si può proseguire con un secondo ciclo di appuntamenti.
Gli Orimaghi conducono il laboratorio nelle scuole di Torino e provincia e nel loro quartier generale, la ludoteca CasaZoe di Moncalieri, seguono il calendario scolastico, ma hanno intenzione di organizzare il laboratorio anche a domicilio, con gruppi di famiglie.
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