Esiste o meno l’obbligo della donna di comunicare il suo stato di gravidanza al padre biologico?
La questione della comunicazione della gravidanza al padre biologico del bambino si pone soprattutto quando concepimento avviene al termine di una relazione, oppure nel caso di un rapporto occasionale.
La risposta è che non esiste – né è mai esistita – una norma di legge che riconosca esplicitamente questo dovere da parte della madre.
Sulla questione è intervenuta però la Corte di Cassazione con la sentenza 8459 del 5 maggio 2020. Il caso giudiziario riguardava la richiesta di un figlio che desiderava accertare la paternità del genitore. Il padre si era rifiutato di riconoscere il figlio e negava anche di aver avuto rapporti sessuali con la madre.
Il test del DNA ha dimostrato un legame biologico tra i due, permettendo al figlio di ottenere una dichiarazione di paternità tramite la sentenza. Nel corso del processo, però, il padre biologico ha chiesto un risarcimento alla madre per il danno derivante dalla “mancata comunicazione” riguardo l’esistenza del figlio.
La sentenza
L’uomo sosteneva di non aver avuto mai notizia né del concepimento né della nascita del bambino. La Corte di Cassazione ha specificato che nel caso non si discuteva dei doveri che legano i coniugi o i conviventi. I due genitori si erano incontrati solo una volta e non avevano avuto una relazione sentimentale. Non era in discussione, dunque, il diritto del figlio a vivere e relazionarsi con entrambi i genitori.
Essere padre è un diritto
Il danno di cui si trattava era quello subito dal padre, rimasto all’oscuro della gravidanza. Nella sentenza si afferma che il diritto all’identità personale, tutelato dall’articolo 2 della Costituzione, si esprime anche tramite la filiazione. Affiancare il figlio nella crescita e instaurare con lui un rapporto affettivo può diventare una parte importante della personalità di un individuo.
Il comportamento della donna che non comunica la sua gravidanza, pur sapendo chi è l’altro genitore, sarebbe quindi illecito e lesivo del diritto dell’uomo alla sua identità.
La certezza della paternità
Per ottenere il risarcimento, però, era necessario provare che la madre sapesse con certezza chi fosse il padre, il che è molto difficile da dimostrare, infatti l’uomo non è riuscito e i giudici hanno respinto la sua richiesta.
La Cassazione ha sottolineato anche alcuni suoi comportamenti incompatibili con l’aspirazione a diventare genitore, per esempio il tentativo di negare il risultato del test del DNA.
Sulla base di alcuni precedenti, ha affermato che chi vuole essere presente nella vita del bambino deve informarsi sulle conseguenze del rapporto sessuale avuto.
In ogni caso, a prescindere dalla consapevolezza della madre riguardo l’identità del padre, la mancata comunicazione della gravidanza è lecita se conforme agli interessi del figlio, per esempio qualora il partner sia violento.