“Federica era una persona speciale. Una di quelle persone che quando le conosci ti entrano nel cuore e sanno trasmetterti con uno sguardo o una parola, luce e bellezza. Piena di vita, piena di cuore. Sempre disponibile, sempre attenta. L’ho conosciuta quando il mio primo bimbo aveva tre mesi, lei aiutava i genitori a legare i bimbi che lo desiderassero durante un festival nelle Langhe”. Nelle parole, negli sguardi, nei ricordi delle mamme ritrovi il lavoro e l’anima di Federica Fassola, Consulente del Portare che sapeva intessere tele di amicizia, condivisione e aiuto reciproco.
Elena Alessandra danza cuore a cuore, ricorda che “le raccontai che il mio bimbo spesso piangeva quando lo legavo. Mi disse: quando lo leghi nel 90% dei casi lui farà ciò che tu ti aspetti. Quanto aveva ragione! Abbiamo in seguito condiviso momenti di amicizia e lavoro, dal flashmob a Torino ai miei corsi di danza per mamme in fascia, dove veniva spesso a danzare con noi e aiutare le mamme a legare. Ha accolto con gioia la notizia che avrei affrontato la formazione per diventare consulente, mi ha incoraggiata, mi ha prestato la sua bambola didattica per mesi. Era una di quelle persone che rendevano il mondo più bello, con ogni cosa facesse. Mancherà immensamente”.
Grande è stato l’aiuto di Federica anche per Roberta: “Non mi sentivo di vivere appieno la mia seconda gravidanza a causa del lavoro e del mio primo figlio che mi assorbivano completamente. Così un’amica mi ha regalato una consulenza per imparare ad avvolgere il pancione. Federica ci ha poi accompagnate durante tutto il percorso di fascia per cui i ricordi belli di me avvolta a mia figlia, sono indissolubilmente legati a lei, al suo sguardo buono, ai suoi modi gentili, ai suoi gesti lenti e precisi. Quando ho saputo, mi sono chiesta se era consapevole di essere stata l’artefice di tante piccole gioie, di tanti momenti di felicità”.
Fasce, colori e la voglia di condividere l’esperienza personale anche nelle parole di Chiara “Di lei ricordo i capelli corti, il taglio sbarazzino, il sorriso aperto e lo sguardo tanto trasparente quanto deciso. Tessuti appoggiati a terra, sui materassini e fasce coloratissime. Un lungo, variopinto soffice tappeto su cui lei camminava leggera; raccoglieva un’elastica e io mi chiedevo come potesse gestire tutti quei metri, lei, così minuta. Poi coglieva una rigida e iniziava a farla scorrere con automatismi che trovavo all’epoca soprannaturali. Era come in un prato di supporti, supporti come fiori: da ognuno sbocciava una storia, un’indicazione d’impiego. Tra i petali, sempre la sua esperienza personale, i racconti dei suoi bimbi. “Me lo metto sulla schiena così guarda il mondo che gli arriva filtrato dal corpo della mamma e non sbattuto addosso, come avviene su un passeggino fronte-strada”.
Con il corso ho scoperto cos’è il babywearing, con Federica mi ci sono appassionata e non si poteva fare altrimenti. Mentre ti spiegava come fare un nodo, capivi che sarebbe stato “portare” un bambino, verbo condito dalla delicatezza di un rituale, dal calore di due corpi stretti, dal ritmo del cammino e del respiro; un’esperienza responsabile di presentazione reciproca tra Mondo e figlio”.
Le amiche, la rete di mamme che Federica aveva legato tra fasce, bambole di pezza e tanto amore ha aperto un conto, che permetterà al marito Dino e ai loro bimbi di portare avanti i sogni di Federica. Una rete di sostegno e amore, che è il vero dono di Federica, che oggi si sente e si percepisce intensamente. E così sarà anche domani.