Tra gemelli e fornelli

da | 1 Ott, 2014 | Persone

Un ristorante con orto e due gemelli di tre mesi: la vita di Alice, chef, e Danilo, sommelier, è felicemente intensa. “La vita lavorativa in un ristorante è dura, e molta gente si stupiva di vedere una donna in cucina: spesso mi chiedevano come facessi a reggere la fatica. Ma diciotto ore tra i fornelli non sono nulla in confronto ai primi tempi con due bambini piccolissimi in casa!”, confessa Alice.

Incontri degustativi
“Mia mamma è inglese e mio papà francese, il mio primo lavoro è stato a New York, in uno studio legale – racconta Alice -. Dieci anni fa, con il mio compagno di allora, stufi della vita frenetica che facevamo, abbiamo deciso di mollare tutto e provare a vivere in Italia. Volevamo vedere come si stava: si stava molto bene e non sono più partita. Mi piacciono i ritmi italiani, lo stile di vita qui è più piacevole, lo sento più mio che negli Stati Uniti. Nel periodo in cui cercavo lavoro a Milano mi hanno proposto di aiutare in un ristorante: ho da sempre la passione per la cucina e avevo già piccole esperienze lavorative nel campo. Stare tutto il giorno seduta dietro una scrivania non mi piaceva affatto e così ho fatto una prova”.

“Io ho sempre bazzicato nel magico mondo della ristorazione – dice Danilo -. Facevo le stagioni per mantenermi negli studi, già da ragazzo. Poco dopo aver finito l’università, mi sono messo in società con Cesare Battisti e insieme abbiamo aperto il ristorante Ratanà. Con Alice ci siamo conosciuti a un corso per diventare sommelier, era il 2006. La nostra storia non è iniziata subito, ma continuavamo a incrociarci, soprattutto in incontri di degustazione! Nel 2011 con Cesare abbiamo rilevato l’Osteria del Tubetto, che è poi diventato il ristorante in cui lavoriamo ora, Erba Brusca (www.giovanigenitori.it/milano/dove-mangiare/erba-brusca-milano/13481): abbiamo proposto ad Alice di diventarne chef e di entrare in società con noi. Solo in seguito è iniziata la nostra storia ed è molto bello condividere vita e ristorante. Con il nostro tipo di lavoro è importante avere gli stessi ritmi lavorativi: le giornate al ristorante sono intense, si lavora 12-14 ore al giorno, non resta tempo per fare nient’altro. Non andiamo al cinema né a teatro, poche le serate con gli amici. È un tipo di vita molto particolare, perché non hai la stessa esperienza del mondo che hanno tutti gli altri, ma è una grande passione, e non ci pesa”.

Un angolo verde in città
Una delle caratteristiche di Erba Brusca è la presenza di un orto: “Per me significa soprattutto la possibilità di avere materia prima fresca, bella, biologica, esattamente come la voglio io – racconta Alice -. Coltiviamo principalmente erbe aromatiche, verdure da taglio, piante che ricrescono facilmente e che hanno una resa ideale in uno spazio limitato. Il nostro orto non è abbastanza grande per essere autosufficienti nel ristorante, ma c’è sempre qualcosa di nostro nei piatti che serviamo: il nasturzio nelle insalate o il rabarbaro che qui in Italia è poco usato ma è buonissimo! Per me il legame tra terra e cucina è importante: l’orto ci tiene legati a una dimensione più immediata del cibo, legata alle stagioni e al clima. Danilo e io siamo entrambi amanti della natura, nei momenti liberi la nostra destinazione è spesso la montagna. Così è sembrato a entrambi naturale crearci un piccolo angolo di paradiso verde in città”.

“Erba Brusca è il posto del mio cuore, quello che avevo sempre sognato – prosegue Danilo -. Sono contento di aver osato e di quel che abbiamo realizzato insieme: creare il tuo posto del cuore insieme alla tua compagna è bellissimo. Ora che sono nati i gemelli non ho davvero più nulla da chiedere!”.

Doppia sorpresa
Cosa avete pensato quando avete scoperto che i bambini erano due? “Ammetto che è stato uno choc – racconta Danilo – anche perché all’inizio sembrava che ci fosse un solo bimbo, quindi ci eravamo già fatti un’idea e abituati al nostro futuro nucleo familiare. Quando abbiamo scoperto che invece erano due abbiamo dovuto ripensarlo da capo”. Alice ha lavorato fino al settimo mese di gravidanza, poi la sua sous-chef ha preso i comandi della cucina. Lucio ed Emile sono nati il 13 giugno 2014, con un mese di anticipo come spesso succede con i gemelli, ma dopo pochi giorni in incubatrice sono tornati a casa.
“Sono ancora in maternità obbligatoria fino a metà ottobre – prosegue Alice -. Due gemelli neonati sono faticosissimi, è davvero più difficile che stare in cucina! Loro sono meravigliosi, ma nessuno ti prepara adeguatamente a quanto lavoro è un bimbo piccolo, per non parlare di due. Di notte si svegliano ancora e quasi mai sincronizzati. Ma è meglio così, perché li allatto e se si svegliassero insieme non potrei comunque nutrirli contemporaneamente, uno dovrebbe aspettare. Quando incrocio per la strada famiglie con un bebè solo provo un po’ di invidia, perché la loro vita mi sembra così semplice: per noi è un’impresa anche solo riuscire a uscire di casa. Per fortuna è venuta qui mia mamma dall’Inghilterra a darmi una mano nei primi mesi. Per il momento seguo totalmente i loro ritmi: tra nutrire e prendermi cura di Lucio ed Emile non mi resta più molto tempo, ma quando posso vado a fare un giro al ristorante. È difficilissimo staccare da un lavoro che è una passione: sono contenta di stare con i bambini, ma i fornelli mi mancano tantissimo!”.

Tre creature preziose
“Ricomincerò a lavorare tra un mesetto, ma gradualmente, faremo un po’ di prove. La cosa più difficile è che non ci sono famiglie come noi, né modelli da seguire. Non abbiamo amici cui chiedere ‘Ma voi come avete fatto?’. Ci sono tanti chef uomini, ma poche chef&mamme. E anche i nidi e le strutture di sostegno ai genitori sono concepite per un tipo di lavoro da ufficio, dalle 9 alle 18. I nostri orari sono strani, lavoriamo le sere e i fine settimana, sarà difficile anche trovare una tata”.

“L’avventura di conciliare due bambini e un ristorante è per noi ancora all’inizio: è presto per un bilancio – dice Danilo -. Erba Brusca è il nostro locale, quindi possiamo fare le nostre scelte e questo ci semplifica un po’ la vita. Desideriamo che i bambini siano molto presenti nel nostro ristorante, li terremo lì con noi il più possibile: in fondo non è un ambiente malvagio in cui crescere”. Per avere i bambini sempre vicini nei prossimi mesi, Alice e Danilo hanno ideato una soluzione comoda: “Abbiamo preso in affitto per un anno un appartamentino vicino al ristorante – raccontano -. Vogliamo attrezzarlo e trasformarlo in una piccola nursery. Loro potranno stare lì con la persona che ci aiuterà a tenerli mentre noi lavoreremo e potremo passarci il testimone flessibilmente. È stata una grande fortuna trovarlo: se avessimo dovuto aggiungere lunghi tempi di spostamento nelle nostre giornate non ci sarebbe rimasto abbastanza tempo per fare tutto, e farlo bene. Abbiamo entrambi un ruolo chiave nel ristorante: non vogliamo sacrificare il lavoro, ma neanche perderci il contatto e la quotidianità con i bambini. Con la bambinaia vicino ogni momento libero sarà buono per correre da loro e stare un po’ insieme. Insomma, una soluzione che – almeno sulla carta – è l’ideale per seguire da vicino tutte e tre le nostre creature”.

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