Vegetariani per amore

da | 28 Lug, 2013 | Persone

Vittorio e Marina sono due eterni ragazzi, quel tipo di persone che capita di incontrare dopo dieci anni e osservare con invidia che per loro il tempo non passa mai. Forse per contrappeso, la piccola Virginia, otto anni, terza elementare, è una bimba di inaspettata maturità. Tutti e tre condividono un impegno: l’animalismo, una posizione etica di tutela dei diritti degli animali e dell’ambiente che caratterizza fortemente la loro vita e le loro scelte.
“Vittorio e io ci siamo conosciuti alla Lega per l’Abolizione della Caccia, la Lac, nel 1998 – comincia a raccontare Marina -; stavamo frequentando tutti e due un corso per guardie venatorie volontarie. Fino al 2001 siamo stati compagni di associazione, poi è scoccata la scintilla, mentre organizzavamo insieme un convegno di risposta a un dibattito sul tema degli ‘animali nocivi’. Vittorio era molto attivo in questo settore; come responsabile di Legambiente aveva appena sventato lo sterminio di cinquemila scoiattoli grigi. Da lì è cominciata la nostra storia, che è caratterizzata ancora oggi da una continua scelta di rispetto verso gli animali. Per questo motivo, soprattutto, in casa nostra sono banditi la carne, il pesce, gli oggetti di derivazione animale, il cibo spazzatura e gli sprechi in genere”.

Veg family
Marina è vegetariana dal ‘94, Vittorio dall’87, Virginia sin dalla nascita non ha mai mangiato carne o pesce. “All’inizio il nostro rapporto è stato esaltante e tormentato – racconta Vittorio -. Nell’entusiamo dei primi tempi, siamo passati attraverso alcune vicende familiari dolorose, come l’improvvisa scomparsa del fratello di Marina, che era molto giovane. Dopo poco tempo ci siamo accorti di aspettare un bambino. È stata una sorpresa, anche se nei nostri sogni lo avevamo comunque in progetto. Quando è nata Virginia, abbiamo deciso che era giusto che anche lei seguisse quello che per noi non è solo uno stile di vita, ma un vero valore. Così fin da piccola la abbiamo svezzata e cresciuta da vegetariana”.
In Italia il numero dei vegetariani è molto alto ed è cresciuto notevolmente negli ultimi anni. Ci sono tanti motivi per cui molte persone smettono di consumare prodotti animali: c’è chi cerca uno stile di vita più sano, chi lo fa per sostenibilità ambientale e chi unisce a tutti questi motivi anche il rispetto per gli animali. “Ogni secondo nel mondo vengono uccisi 1500 animali – dice Vittorio -, buona parte dei quali sono volatili di allevamento. Fa un totale di 50 miliardi di animali all’anno. Altri 150 milioni muoiono solo per la caccia, solo in Italia. È ingiusto. Tiziano Terzani, in Un altro giro di giostra, scrive: Il modo perfettamente razionale in cui noi uomini alleviamo gli animali per ucciderli, tagliando la coda ai maiali perché quelli dietro non la mordano a quelli davanti, e il becco ai polli perché, impazzendo nella loro impossibilità di muoversi, non attacchino il vicino, è un ottimo esempio della barbarie della ragione”.

Bimbi vegetariani
Crescere un bambino vegetariano non è così scontato. “Non è solo una scelta etica – spiega Vittorio -, ma anche una buona pratica per la salute e per l’ambiente, perché il consumo di carne impatta fortemente sul pianeta e le proteine animali sono sempre più indicate come cause di malattie cardiovascolari e neoplasie. Salute, ambiente e diritti animali vanno a braccetto”.
“Quando era piccola – continua Marina – Virginia non poteva scegliere, ma adesso che è cresciuta ci ha sorpreso, perché è lei la prima a voler essere vegetariana, considerando questa scelta non come una limitazione, ma come una ricchezza”.
Virginia è stata seguita fin dalla nascita da Luciano Proietti, noto pediatra e nutrizionista torinese da sempre vicino alle scelte “alternative”. Suo è il libro “Figli Vegetariani”, edito da Sonda. “Virginia è stata allattata a lungo – spiega Marina – cioè fino a 27 mesi, l’ultimo anno di nido. La sua alimentazione a scuola è sempre stata rispettata. Ora che frequenta una scuola con mensa fresca, abbiamo delle cuoche eccezionali: disponibili, curiose e sempre disposte a fare esperimenti culinari, per non far mai sentire i vegetariani in serie B”.
L’alimentazione non è l’unico paletto in casa: in famiglia non si va al circo, non si va al delfinario o allo zoo, non si mette piede da McDonald’s neanche se c’è una festa di compleanno. Ma Virginia vive bene tutto questo ed è una bambina normalissima, che alterna i desideri dell’età, come il famoso videogioco chiesto a Natale, con una sensibilità fuori del comune. Ogni essere vivente la interessa e il suo amore per cani e gatti non è diverso dal rispetto che ha per cimici e zanzare. “La cosa che ci fa più piacere – continua Vittorio – è che queste scelte, ora che ha l’età per ragionare, sono sue. In famiglia non ci sono tabù e potrebbe scegliere diversamente, ma preferisce essere così”.

Scelte etiche
“Se siamo convinti che, nel breve o nel lungo periodo, la tendenza sarà sempre più ad abbandonare lo sfruttamento animale. Sogniamo un mondo in cui mangiare la carne sia considerata una pratica barbara e antica”. Le scelte etiche di Vittorio e Marina non si fermano qui. Nel loro immediato futuro c’è la decisione di adottare un bambino. “Ho sempre avuto questo desiderio – spiega Vittorio -, mentre Marina ci è arrivata dopo un percorso interiore molto profondo. Abbiamo superato tutta la fase burocratica e ora abbiamo dato mandato al Centro Aiuti per l’Etiopia. Siamo convinti che entro questa estate potremo accogliere un nuovo bimbo sotto il nostro tetto, un bimbo che ha vissuto esperienze diverse, che viene da lontano e per il quale siamo aperti a tutto”.

Il Centro Aiuti per l’Etiopia
È un’associazione senza fini di lucro che ha come obiettivo l’educazione, l’istruzione, l’assistenza sociale e sanitaria a favore delle popolazioni di Etiopia ed Eritrea, una regione tormentata dell’Africa, dove la vita è un privilegio accordato a pochi. La popolazione etiope è esposta a carestie ed epidemie ricorrenti e vive la terribile contraddizione di una alta crescita demografica unita a una mortalità, specie infantile, fra le più drammatiche. È possibile sostenere le attività del Centro attraverso le adozioni a distanza, anche spendendo solo 15 euro al mese, oppure con le adozioni giuridiche, come stanno facendo Vittorio e Marina.
www.centroaiutietiopia.it

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