Cosa succede nella testa di un ragazzo che compie 10 anni? Questa fase, che è a pieno titolo defininta “preadolescenza“, è quella in cui i figli non sono più bambini. Non del tutto, almeno. Non al 100%.
La preadolescenza è una fase di crescita che mette alla prova i genitori e li costringe a un giro forzato sulle montagne russe, un continuo alternarsi di alti e bassi, tra giochi di forza e libertà concesse.
È un periodo di cambiamenti importanti: finiscono le scuole elementari e si passa alle medie, il corpo si modifica, il pensiero matura e permette ai ragazzi di formulare ipotesi, di porsi nuove domande, di confrontarsi con il mondo in modo diverso.
Da un lato c’è una spinta, anche esterna, verso il mondo dei grandi. Si chiede al nuovo ragazzino di essere più autonomo, di responsabilizzarsi, di tenere fede agli impegni presi.
Dall’altro c’è la consapevolezza che faranno tutto ciò tra tentativi ed errori, muovendosi anche in modo goffo e grossolano in questo labirinto di nuove richieste.
Le loro richieste (nello sport, nel vestire, nel frequentare nuove amicizie) appaiono talvolta consapevoli e determinate, ma subito dopo diventano confusi o delusi di fronte ai risultati raggiunti o alle alternative da percorrere.
A dieci anni i figli mettono il cartello “non disturbare” fuori dalla porta, si scostano se tentiamo un abbraccio, ma hanno ugualmente e ancora bisogno di coccole!
Più che mai è importante osservarli, star loro vicino, misurare le distanze creando un equilibrio nuovo, flessibile, che permetta di dosare a elastico imposizioni e spazi di libertà, in relazione alla fiducia conquistata.
Le libertà vanno concesse in base alla loro capacità di conquistarle, la fiducia del genitore è una conquista: dimostrami che mi posso fidare!
E’ compito del genitore valutare volta per volta se percorrere sentieri differenti, ma con un unico capofermo: le redini sono in mano all’adulto.10