pregrafismo
Il pregrafismo è una tappa importante nello sviluppo del bambino, a partire dai primi anni della scuola d’infanzia
Ha solo 4 anni ma riesce già a unire i puntini con una matita? È in grado di riconoscere e disegnare forme diverse? Si diverte a ritagliare e incollare?
Se il vostro bambino dimostra una spontanea passione per queste attività, probabilmente è alle prese con i “compiti dei grandi”, cioè con i primi esercizi di pregrafismo e prescrittura proposti normalmente a partire dalla scuola d’infanzia.
Pregrafismo: perché è importante
Tra i 3 e i 5 anni, la maggior parte dei bambini della scuola materna è impegnata in attività di pregrafismo e prescrittura.
Le tappe di avvicinamento alla scrittura sono fisiologiche e a scandirle ci pensa soprattutto l’età. Si comincia prestissimo, intorno ai 3 mesi di vita: il bimbo osserva le sue mani e le tracce lasciate dal contatto con materiali diversi, per esempio la pappa, l’acqua, la sabbia.
Al compimento del primo anno impugna penne e pennarelli e comincia a produrre lo scarabocchio, un momento importantissimo della sua evoluzione, destinato a perfezionarsi intorno ai 3 – 4 anni.
A tre anni arriva la capacità di rappresentare le forme: linee, cerchi, quadrati e scarabocchi che hanno per il bambino un significato e riproducono una sua immagine mentale.
Dai 4 ai 6 anni la capacità del bambino evolve fino al vero e proprio processo di apprendimento della scrittura. È in questa fase che le attività di pregrafismo hanno più senso e sono più apprezzate.
Il pregrafismo nella scuola d’infanzia
Fra i 4 e i 6 anni nella scuola d’infanzia, i bambini vengono stimolati nelle attività di pregrafismo non solo per imparare a scrivere.
L’uso di penna e foglio è la continuazione di un processo di crescita iniziato con la manipolazione della pappa e dei materiali semplici. Usando le mani, il bambino esercita il coordinamento tra occhio e mano e allena la percezione visiva. Contemporaneamente impara a eseguire il tratto grafico e a colorare seguendo un ritmo, orientandosi nello “spazio-foglio”.
Gli strumenti utilizzati sono semplici: carta, penna e colori. A scuola i bambini sono invitati a compilare schede didattiche appositamente preparate per eseguire esercizi: unire i puntini, colorare entro i margini, imparare a riprodurre forme e oggetti.
Anche attività complementari (ritagliare, incollare e comporre coppie o gruppi di oggetti) fanno parte delle attività di pregrafismo. Sono compiti utili allo sviluppo della motricità fine, un tipo di attività che fa molto bene.
C’è chi critica il pregrafismo (ma è in errore)
Il pregrafismo è un’attività educativa che rientra nella programmazione didattica della scuola d’infanzia, tuttavia alcuni genitori non lo amano. Alla base delle critiche, c’è l’idea che questi esercizi siano un limite alla fantasia del bambino.
Alcuni genitori temono inoltre che le maestre della scuola dell’infanzia non siano preparate a riconoscere eventuali disturbi nell’arco della dislessia.
Tuttavia il pregrafismo, come visto, aiuta nello sviluppo delle capacità del bambino e comprende attività che vanno ben oltre l’uso di carta e penna.
I giochi di preparazione alla scrittura spesso sono proposti tra le attività di ispirazione montessoriana, con tavolette tattili, letterine morbide, scrittura sulle lavagnette e materiale didattico professionale sviluppato appositamente per la scuola materna.
L’approccio montessoriano alla prescrittura
Maria Montessori, medico ed educatrice che ideò il famoso metodo di insegnamento, scriveva: “per insegnare bisogna emozionare. Molti però pensano ancora che se ti diverti non impari”. Nel metodo Montessori al centro dell’apprendimento c’è il piacere che stimola l’entusiasmo, la curiosità e l’autonomia del bambino.
Il pregrafismo ha molto di questo metodo, al punto che esiste un vero e proprio quaderno montessoriano: un libro di attività in cui il bambino scopre in modo progressivo e autonomo le forme geometriche, la lettura e la scrittura, i numeri e la natura.
Per essere utilizzato correttamente, il bambino va lasciato libero di usarlo, in modo che possa fare scoperte autonome.
Altre attività di ispirazione montessoriana sono i giochi di prescrittura: riempiamo un vassoio di sabbia o farina di mais e lasciamo che il bimbo scriva le lettere con il dito. Oppure proviamo i giochi con le forme e le letterine in legno o ancora i timbrini che aiutano a sviluppare l’apprendimento, mantenendo viva la spontaneità del bambino.
Passione, prima di tutto
È molto importante aiutare il bambino ad acquisire competenze e stimolare la sua naturale inclinazione ad apprendere. Tuttavia c’è un rischio: trasformare il pregrafismo in una esecuzione sistematica e passiva e aspettarsi risultati omologati e in tempi rapidi. Ecco, questo è l’unico problema che potrebbe nascere.
Una attività “obbligata” rischia di innescare dinamiche di rifiuto. E’ qui che noi genitori abbiamo un ruolo: non dobbiamo appesantire i figli con richieste di risultati. Possiamo invece aiutare giocando con loro, con l’occhio attento di chi sa interpretare i segnali e cogliere eventuali campanelli d’allarme.
Se notiamo un rifiuto è probabilmente un segnale di stress. Magari nostro figlio non è ancora pronto per attività troppo strutturate, oppure i metodi scolastici sono troppo coercitivi per lui.
Allo stesso tempo, non dovremmo mai avere aspettative esagerate, né fare confronti con compagni di scuola o fratelli.
Ogni bambino ha bisogni e capacità proprie che devono essere comprese e rispettate, con l’obiettivo di sviluppare le sue potenzialità in vista di una crescita sana e felice.
Ecco alcuni semplici esercizi di pregrafismo che si possono scaricare, stampare ed eseguire anche a casa.
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