L’autorevole mensile di psicologia Sciences Humaines analizza alcune parole che toccano da vicino l’ambito genitoriale. Oggi parliamo di cosa significa “punire”
In un numero speciale, la rivista di psicologia e filosofia Sciences Humaines si è impegnata a raccogliere quaranta concetti che rispecchiano la contemporaneità, oppure caratterizzano il dibattito accademico o ancora rappresentano le sfide di domani. Con il desiderio di arricchire il dibattito tra genitori e aggiungere uno sguardo critico al nostro modo di comportarci con i figli, abbiamo selezionato alcune parole che toccano da vicino l’ambito educativo e genitoriale.
Punire. Le sanzioni sono un bene o un male?
In Francia L’Éducation Nationale chiede agli insegnanti di fare a meno delle punizioni dal… 1890! Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione d’oltralpe ha proclamato la sua preferenza per “una disciplina liberale”, che evita di picchiare i bambini o di tenerli chiusi in classe durante l’intervallo.
Eppure il 60% dei bambini che frequentano le scuole primarie dichiara di essere stato punito almeno una volta. Nella maggior parte dei casi è la privazione della ricreazione, ma ci sono anche le urla degli insegnanti, le parole forti dette ai genitori o più compiti da fare.
Alcuni autori, come Yves Bonnardel, filosofo liberale, insistono per eliminare ogni forma di violenza, minaccia o coercizione nei confronti dei bambini.
Ma la stragrande maggioranza dei ricercatori nel campo dell’istruzione ritiene che non sia né possibile né desiderabile rinunciare alle sanzioni. Philippe Meirieu, per esempio, difende la capacità educativa e responsabilizzante delle punizioni perché a parer suo “vengono puniti solo i responsabili delle loro azioni”.
Resta da vedere come rendere efficace la punizione. Su questo punto, il pensiero più recente dà maggior peso a soluzioni differenti. Pensiamo a la spiegazione e la coerenza delle regole, da un lato, o, dall’altro, la partecipazione dei bambini alla definizione delle regole stesse.
LEGGI ANCHE: Happycrisia. La felicità è un dovere?
LEGGI ANCHE: Ipergenitorialità. Stiamo facendo troppo?