È stata lanciata da Uppa sulla scia delle richieste di genitori e associazioni di tutta Italia: la petizione chiede di pensare ai bisogni dei bambini in quarantena. Oltre 13mila firme in due giorni.
I bambini sono scomparsi dai vari decreti: ecco la critica principale fatta al Governo negli ultimi giorni. Non si può uscire, i parchi non sono accessibili e ci sono bambini chiusi in casa da settimane. Per questo nasce la petizione “Bambini in quarantena: non dimentichiamo i bisogni dei più piccoli” lanciata da Uppa sulla piattaforma change.org e che chiede “ che il Governo inserisca tra le priorità nella gestione dell’emergenza i bisogni dei bambini, introducendo misure di sostegno alle famiglie, di tutela della popolazione infantile e fornendo indicazioni su come gestire l’emergenza con i bambini”. Oltre 13mila le firme raccolte in due giorni.
Il benessere oltre la didattica
La didattica a distanza non può essere considerata l’unica priorità cui dare attenzione e non è sufficiente per la salvaguardia del benessere dei bambini. “La situazione di isolamento prolungato in cui vivono i bambini – si legge sulla petizione- rischia di provocare, e in alcuni casi sta già provocando, problematiche che compromettono la salute e il benessere dei più piccoli, tra cui alterazioni nel ritmo sonno/veglia, scorrette abitudini alimentari, abuso di tecnologie”. La preoccupazione è la solitudine, l’impossibilità di relazionarsi nel gioco tra pari (pensiamo ai figli unici che da settimane non vedono altri bambini), l’incapacità di essere accompagnati con attenzione a sentimenti quali la paura, l’ansia, il dolore.
Un’ora d’aria
La petizione arriva sulla scia di lettere e richieste che già genitori e associazioni avevano sollevato. I bambini hanno bisogno di uscire, stare chiusi in casa 24 ore al giorno non è salutare per il loro benessere psicofisico. Lo ha dichiarato l’OMS, l’organizzazione Mondiale della Sanità, che in quarantena consiglia almeno mezz’ora d’attività fisica al giorno per gli adulti e un’ora per i bambini. Lo hanno confermato anche pediatri e psicologi. La petizione però premette che in questo momento di emergenza sanitaria resta condivisa la necessità di rispettare le misure di prevenzione, contenimento e di isolamento sociale prescritte dal Governo. Quindi passeggiate a piedi o in bicicletta, in solitaria ma all’aria aperta.
Supporto ai genitori
Poi ci sono loro, i genitori, disabituati (purtroppo) a passare così tanto tempo coi bambini, costretti a farlo in un tempo di terrore e paura, lasciati soli a dover affrontare questa emergenza. Quei genitori che magari stanno cercando anche di lavorare da casa e che, come improvvisati funamboli, cercano un equilibrio tra le mura domestiche. È evidente come tutto questo sia ancora più grave e difficile in situazioni di marginalità sociale e culturale, o laddove coesistano situazioni di disabilità. È necessario un supporto: anche questo chiede la petizione.
Io non firmo!
E come sempre ci ha messo pochissimo a levarsi la voce di chi è contrario. Sui social è pieno di mamme e papà uniti al grido: io non firmo! Con la giusta rabbia che inzia a caratterizzare questo lungo isolamento, la polemica nasce dalla mancanza di rispetto di restrizioni necessarie per la salvezza dell’umanità. “Li volete far uscire e se poi si ammalano? Non è meglio aspettare, anche se è difficile per tutti e tutte?”. Il senso civico e il rispetto delle regole va insegnato fin da subito, non sarà una passeggiata a decidere del benessere dei nostri figli.