Educare i bambini al vero amore per la natura, che non fa distinzioni tra brutti e sporchi o belli e teneri: anche ragni, pipistrelli e rettili devono essere protetti
Insegnare alle nostre figlie e ai nostri figli che TUTTI gli animali – sì, anche i ragni – vanno amati e rispettati non è solo una frase da social, ma è quello che ogni genitore dovrebbe fare per crescere adulti empatici ed educati verso l’ambiente.
Proprio così, perché l’amore per la natura non è innato. È una capacità che si apprende e si coltiva, come ogni passione e competenza. Provare piacere davanti a un tramonto o durante una passeggiata in mezzo agli alberi non è amare la natura. Non necessariamente, per lo meno. Amare la natura vuol dire amarla tutta, sempre. Con la pioggia, con il sole, dal mare ai deserti, dal fango alla neve. Vuol dire amare le giraffe, i cerbiatti e le farfalle ma anche i ragni, le meduse e le vipere. Amare e proteggere la natura significa anche riconoscere l’importanza della vita in una pigna, in un fiore, in un bruco che sta utilizzando tutte le sue energie per risalire un tronco. Questo è quello che dovremmo trasmettere alle nuove generazioni: l’amore indistinto per tutto il mondo naturale.
Brutti, sporchi e cattivi, ma utilissimi
Urlare davanti a un ragno e prenderlo a ciabattate uccidendolo brutalmente per poi commuoverci quando il cacciatore spara alla mamma di Bambi, non fa di noi genitori coerenti davanti agli occhi dei nostri figli. “Perché un cervo merita di vivere più di un ragno?”, “Perché uccidiamo le mosche e le farfalle no?”: e noi, cosa rispondiamo?
Cerchiamo di trasmettere la coerenza dei nostri gesti e valori. Cerchiamo di educarli al vero amore per la natura, partendo dagli animali “brutti sporchi e cattivi, ma utilissimi”, ovvero quegli animali che nessuno inviterebbe a una festa, bullizzati, perseguitati e odiati. E nell’immaginario comune, tra questi animali, spuntano sempre fuori pipistrelli, ratti, ragni e serpenti. Se ci pensiamo sono infatti tra gli animali simbolo di Halloween, dei cimiteri e della morte. Ma sono davvero così spaventosi? Abbiamo mai provato a conoscerli davvero? Magari basterebbe guardare un breve documentario sulla loro etologia, leggere qualcosa su di loro o osservarli da vicino, per poter comprendere che in realtà sono animali dagli straordinari comportamenti e con un’importanza ecosistemica fondamentale.
I superpoteri di una ragnatela
Pensiamo alle ragnatele: nell’immaginario comune sono associate al concetto di sporco e trasandato, in realtà sono uno degli elementi naturali più straordinari che esistano.
La ragnatela serve al ragno per catturare le prede, generalmente insetti, e per conservarle (come fosse una dispensa) ma non solo! Serve anche durante i trasferimenti, come fosse una vela, e nei riti nuziali, per conquistare le femmine, e infine per la conservazione delle uova attraverso il sacco ovigero. Le ragnatele sono fatte di fili in materiale viscoso che gli stessi ragni secernono tramite apposite ghiandole: si tratta di fili di proteine, tra cui esiste un legame molto forte, e sono quindi super resistenti! In Madagascar esiste un ragno chiamato “della Corteccia di Darwin” in grado di tessere una ragnatela che, sospesa sopra il letto di un fiume da un argine all’altro, ha una resistenza dieci volte superiore a quella del Kevlar, il materiale usato per i giubbotti antiproiettile! Eccezionale, no?! E poi le ragnatele hanno un’altra grande dote: la flessibilità, la seta di alcune ragnatele può essere allungata fino a 20 volte la dimensione originale (quindi del 20.000%). Insomma, prima di distruggerne una, pensiamo a quanto lavoro, quanta energia e quanta magnifica ingegneria c’è dietro! La perfezione, la simmetria, i calcoli matematici per tesserla, senza nessuna calcolatrice. Provate a osservare un ragno che la tesse. Fatelo con i vostri bambini. Sedetevi e osservate con che minuzia e destrezza il ragno con le sue otto zampe (infatti non è un insetto: gli insetti ne hanno sei!) muove quei fili che lui stesso è in grado di produrre. Le bambine e i bambini rimarranno affascinati da questi movimenti così veloci e perfetti, e la prossima volta che penseranno di distruggere una ragnatela, si ricorderanno di quanto lavoro ci ha messo il ragno per costruirla.
Un ottimo esempio di pazienza
Se ne avete la fortuna, provate a guardare cosa succede se un insetto finisce intrappolato nella ragnatela. Come per magia il ragno sbuca fuori e si muove velocemente tra i fili per raggiungere il malcapitato, che verrà immobilizzato e avvolto in un bozzolo di fili. Il ragno caccia aspettando. Fateci caso e fatelo notare ai bambini: può essere un ottimo esempio di pazienza!
Piccola curiosità: sapete perché il ragno non rimane attaccato anche lui alla ragnatela?
Oltre alle setole sulle zampe, il corpo della maggior parte dei ragni è dotato di un particolare rivestimento oleoso, in grado di rendere l’addome completamente antiadesivo. Provate a fare questa domanda ai ragazzi, per stimolare in loro la curiosità e l’osservazione.
Il biosonar dei pipistrelli
L’altro animale iconico associato all’autunno e ai giorni di Halloween è il pipistrello, che si porta dietro leggende metropolitane e fake news come il fatto che si attacchino ai capelli! Non è vero! Questa credenza è alimentata dal fatto che i chirotteri (la famiglia dei pipistrelli) volano basso e quindi fin dall’origine della storia, si vedevano pipistrelli volare in modo scoordinato all’altezza delle nostre teste. Ma è solo l’altezza del loro volo a trarre in inganno la falsa percezione che possano finire tra i capelli. Il loro volo non è però casuale: loro volano come gli insetti di cui si nutrono e per cacciarli devono volare bassi come loro. Indovinate un po’ di chi parliamo? Esattamente! Delle zanzare.
Oltretutto consideriamo che il sistema sensoriale dei pipistrelli (l’ecolocalizzazione per mezzo di un sonar) permette a questi animali di identificare anche una ragnatela, figuriamoci una testa piena di capelli. Si tratta di un’esperienza negativa più per i pipistrelli che per noi e quindi, state sicuri che l’ultima cosa che vorrà fare un pipistrello è di finire tra i nostri capelli!
Infatti, la maggior parte dei pipistrelli è in grado di percepire l’ambiente intorno a sé e di cacciare anche nel buio più completo, attraverso un sofisticato “biosonar”. Grazie all’eco degli ultrasuoni che emettono, i pipistrelli riescono infatti a costruirsi un quadro dettagliato del paesaggio intorno a loro.
Una spia della salute dell’ambiente
Ma perché abbiamo così paura dei pipistrelli, allora? Nel saggio Fascino Bestiale di Christian Lenzi (ed. Lindau) si spiega che “Molte delle credenze che riguardano i pipistrelli hanno avuto origine da leggende e storie del passato. Nel XVIII secolo l’idea che i vampiri lasciassero le loro tombe per uccidere persone e animali alimentò il terrore tra le popolazioni e incentivò la nascita di superstizioni in Europa”.
E purtroppo di certo, ora la pandemia di Covid-19 la cui espansione pare essere stata ricondotta al consumo di carne di pipistrello, non aiuta la percezione che le persone hanno di questo splendido animale. In realtà dobbiamo spiegare ai nostri figli che i pipistrelli sono animali straordinari e utilissimi! Per questo sono addirittura una specie protetta proprio per la loro importanza per gli ecosistemi e la salute dell’ambiente. I pipistrelli, infatti, scelgono di fare il nido solo dove l’aria è pulita e non ci sono pesticidi o insetticidi.
Se si stabilizzano a casa vostra, potete ritenervi fortunati! I chirotteri, in Italia infatti, si nutrono principalmente di insetti che compongono circa il 70% del loro peso corporeo. Immaginiamo quanti insetti possono mangiare in una sola notte, regolando il rapporto prede-predatori e quindi l’equilibrio dinamico degli ecosistemi. Studi recenti stimano che i pipistrelli mangiano abbastanza parassiti da risparmiare oltre 1 miliardo di dollari all’anno in danni alle colture e costi dei pesticidi nella sola industria del mais degli Stati Uniti. In molti altri paesi invece i pipistrelli sono frugivori e quindi sono importanti impollinatori per alberi, fiori e piante…proprio come le api! E sapete che potete aiutarli, attirandoli a casa vostra? Comprate o costruite una bat-box per la primavera. È un’attività divertente ed educativa da fare con i bambini e vi permetterà, se siete fortunati, di essere scelti da una famiglia di pipistrelli come riparo per costruire il nido!
Di Chiara Grasso, etologa ed educatrice ambientale – www.chiaragrassoetologa.it