La regressione: due passi avanti e uno indietro

da | 16 Gen, 2016 | Lifestyle

Gentile dottoressa, siamo i genitori di una bambina di 4 anni, che ogni tanto ha ricominciato a farsi la pipì addosso. È sempre troppo impegnata nei suoi giochi, troppo assorbita nei video, noi le ricordiamo di andare in bagno ma non ha voglia di smettere e a volte capita che aspettando se la faccia addosso. Come dobbiamo comportarci? Come affrontare con lei il discorso? E come evitare che succeda di routine? Grazie mille, saluti.

Il manifestarsi di aspetti regressivi nella crescita spaventa molto i genitori di oggi, che tendono in generale a spingere in avanti i figli, pretendendo da loro grandi risultati nel minor tempo possibile. Da lì la preoccupazione nei momenti in cui la crescita-progresso sembra fermarsi. Gli psicologi utilizzano il termine “regressivo” quando un bambino adotta dei comportamenti tipici di una fase evolutiva precedente nello sviluppo psicofisico. Una sorta di passo all’indietro rispetto a quanto acquisito fino a quel momento. Capita spesso che un bambino molto sveglio e autonomo improvvisamente ritorni a parlare come un bimbo piccolo; faccia la pipì nel letto; rifiuti di mangiare da solo e voglia essere imboccato o desideri le pappe al posto del cibo solido; riprenda a gattonare; si svegli spesso la notte e pretenda la presenza del genitore per riaddormentarsi o, ancora, voglia essere preso sempre in braccio.

I genitori vedono in questo comportamento da piccolo qualcosa che non va e si adoperano per contrastarlo. È importante ricordare, tuttavia, che questo fenomeno è del tutto normale: la crescita procede secondo un andamento ellittico e non lineare; a ogni conquista evolutiva (come camminare o parlare), il bambino compie un balzo in avanti legato all’apprendimento di nuove capacità per poi ritornare sui suoi passi, a volte fermarsi e ripartire più sicuro. Le fughe all’indietro costituiscono movimenti funzionali allo sviluppo del bambino in quanto gli permettono di fermarsi in un’area di esperienza già consolidata traendo fiducia in sé e la sicurezza necessaria per affrontare una delle tappe evolutive successive. Non solo, in un momento di difficoltà, la regressione consente un isolamento temporaneo dagli stimoli, una pausa utile per metabolizzare l’esperienza e superarla.

Nel vostro caso la bambina è talmente assorbita nell’esperienza da perdere di vista il bisogno fisiologico di urinare, oppure sta cercando di attirare la vostra attenzione, provocarvi su come vivete il pulito e lo sporco e se la accettate anche sporca, o ancora tenta di recuperare un po’ di cure “come quando era piccola”. Farsi cambiare infatti è tipico del bimbo piccolo ed è un momento intimo che condivide con il genitore. Prima di tutto è bene che accogliate questo fenomeno senza combatterlo. Ciò non significa non notarlo o non intervenire se diventa continuativo. Ci sono infatti situazioni di regresso particolare che necessitano di un monitoraggio accurato ed eventualmente di un intervento psicologico. Fatele notare che si fa la pipì addosso quando è molto concentrata nel gioco e che così in qualche modo allenta la tensione e può “giocare a fare la piccola”. Potete inoltre inventare una fiaba insieme dove la protagonista (deve sceglierla lei), anche se ormai grande, quando si concentra nelle faccende del castello si bagna di pipì. Poi arriverà la fata e… così via. In ogni caso è bene evitare di prenderla in giro di fronte a questi movimenti regressivi: solo non ostacolandoli potete comunicare alla bimba di amarla incondizionatamente. Potrebbe suonare all’incirca così: “Io ti voglio bene sempre, quando mi sorprendi con le tue conquiste e quando mi ricordi che sei ancora piccola!”.

[Francesca Maria Collevasone]

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