Che la vita dell’essere umano inizi a -9 (mesi) ormai è riconosciuto. Così come è condiviso che quel piccolo essere in pancia abbia già sviluppato sensi, memoria e capacità di provare emozioni. E proprio in quei nove mesi di vita intrauterina a volte si può trovare la chiave del nostro sentire da adulti. Per questo l’ipnosi, il rebirthing o la psicanalisi cercano spesso in terapia di far rivivere quel momento. Oggi la proposta arriva dalle ostetriche, le professioniste della nascita, che con un laboratorio vogliono richiamare l’attenzione su un periodo tanto delicato per la formazione del nascituro.
Il laboratorio
“Nella notte uterina” è un laboratorio pensato dalle ostetriche di Casa maternità Prima Luce a Torino per rivivere le emozioni della vita intrauterina. È una forma di rilassamento guidato che rievoca con i suoni e le luci la vita dentro la pancia della mamma. “La persona viene invitata a sdraiarsi e a rilassarsi– spiega Anna Ruocco, ostetrica e Presidente dell’associazione Prima Luce. La pacificazione del corpo avviene tramite l’utilizzo della voce, facendo vibrare il corpo intero, accompagnandolo in posizione fetale. I suoni prima lontani e poi sempre più vicini ricordano i suoni della vita intrauterina, la voce e il cuore della mamma, il soffio del respiro, i borborigmi intestinali”. Anche il tocco è necessario a rilassare il corpo, che viene massaggiato e unto secondo la tradizione ayurvedica. L’ideale è vivere questo rito al buio, per riproporre le luci tenue dell’utero. I canti e la voce riportano al risveglio e alla condivisione di quanto si è sentito.
Perché rivivere la vita uterina
Alla vita intrauterina appartengono sensazioni che condizionano poi il nostro sentire nella vita quotidiana da adulti. Per questo riviverla può significare prendere consapevolezza di alcuni vissuti o sciogliere alcuni disagi. “Certo, – continua Anna Ruocco- si corre il rischio che non sempre sia un’esperienza che rievoca delle emozioni positive, ma fa parte del vivere, con le gioie e dolori”. Anzi, è proprio chi rievoca sensazioni negative che potrà godere di maggiori benefici. “L‘ostetrica accompagna in parte a riconoscere questa condizione (rischio di sofferenza) in una chiave di lettura pacificata”.
A chi è rivolto
“L’esperienza che noi proponiamo è rivolta a tutti – commenta l’ostetrica- perchè è proprio nella vita intrauterina e nel riconoscimento da parte della madre subito dopo la nascita che l’essere umano si fortifica e si ritrova”. Ci sono persone che ne hanno bisogno più di altri, per esempio chi soffre di claustrofobia. “Ripetere il laboratorio può portare alla risoluzione di alcune sintomatologie specifiche, perchè si va a pacificare quelle sensazioni spiacevoli all’origine e si vanno a rivivere in chiave diversa.
La consapevolezza
Da un’esperienza del genere emerge la pacificazione, la sensazione di stare meglio fisicamente e di ritrovarsi con amore. “Per noi ostetriche questo è uno strumento per rendere consapevoli e far riconoscere quanto sia importante quella fase della vita nell’utero materno. Oltre al prenderne coscienza per sé, è importante farlo per rispettare i primi mesi di vita dei nostri figli, ancora in grembo e poi in terra, e dei i figli dei nostri figli o di amici. Tutto per portare ancora una volta l’attenzione su una cultura e un’educazione sana e rispettosa della nascita quale parte di un più lungo e complesso processo di vita”.