Sono tante le culture che insegnano a mantenere pulita la casa tenendola “unita e separata” dal mondo esterno. E noi cosa possiamo fare?
Che fuori circolino batteri, polveri e virus è superfluo dirlo. Che la casa debba essere un luogo accogliente e pulito è altrettanto ovvio. Per facilitare il passaggio dal fuori al dentro, lasciandoci alle spalle lo sporco, c’è una soluzione facile e veloce: il Genkan.
Genkan: l’anticamera della pulizia
Viene dal Giappone l’usanza di adibire uno spazio vicino all’ingresso dove tutti, familiari e ospiti, si tolgono le scarpe e lasciano gli indumenti e gli accessori che indossavano all’esterno: giacche, ombrelli, cappelli e guanti.
L’usanza del Genkan è antichissima e anche un po’ poetica: la parola si traduce con “passaggio della profonda conoscenza”. A ragione, perché introduce la persona nel nostro ambiente più intimo e familiare.
Come si organizza l’anticamera
Il Genkan in Giappone è il luogo dove prima di tutto ci si toglie le scarpe. E’ separato dalla casa da un gradino. Le scarpe vengono lasciate qui, rivolte verso l’esterno, oppure sono riposte in un apposito armadietto. Spetta alla famiglia offrire all’ospite ciabatte o scarpe per interni.
Oltre a separare l’ambiente esterno da quello interno, il Genkan è lo spazio in cui si accolgono gli ospiti. Per questo è arredato bene, è pulito, contiene fiori e ornamenti. Le famiglie lo curano perché dalla sua bellezza si capisce molto sulle abitudini di chi abita dentro la casa.
L’anticamera in Europa
Nei Paesi del Nord Europa, in Austria e in Germania, è considerato ineducato entrare in casa con scarponi pesanti, stivali bagnati o altre scarpe fangose. Il clima freddo e fangoso invita l’ospite a portarsi le sue “scarpe da casa” in un sacchetto. Ci si cambia sulla soglia, prima di entrare in casa.
In Italia questa abitudine è comune nei rifugi alpini, dove è vietato camminare con gli scarponi: ci sono apposite stanze, spesso riscaldate, dove si lasciano le scarpe da esterno e si indossano le proprie pantofole o quelle messe a disposizione dal gestore.
In piscina e in palestra, tutti sappiamo che bisogna portare scarpe e ciabattine pulite, da usare solo nell’ambiente a cui sono dedicate.
Negli asili nido e nelle scuole materne ogni bambino ha il suo armadietto con il cambio e le pantofoline. Ci si cambia tutti insieme nel corridoio prima di entrare in classe e prima di uscire, ma questa buona abitudine finisce con l’ingresso alla scuola elementare.
Nel resto del mondo
Sono moltissimi i paesi nei quali non è permesso entrare in casa con le scarpe: Libano, Iran, India, Cina, Canada, Siria e Russia sono i più attenti a questa regola di etichetta comoda e salutare.
Ci sono invece paesi in cui le scarpe in casa non sono un problema. L’allarme per il Coronavirus sta facendo cambiare abitudini a chi terrebbe le scarpe anche per andare a letto: l’Italia, la Spagna, il Portogallo, gli Stati Uniti, il Brasile e altre nazioni dell’America Latina.
Per chiedere all’ospite di togliersi le scarpe bisogna attrezzarsi, offrendo pantofole pulite e poco utilizzate, oppure calzini antiscivolo ben lavati e profumati.
Per evitare l’imbarazzo di cattivi odori e calzini bucati, si può lasciare un attimo di privacy al visitatore, offrendogli una sedia rivolta verso un angolo, con un sacchetto dove riporre le sue scarpe da appoggiare sul pavimento.
Abitudini di famiglia
Più che del raro visitatore, possiamo trasformare le nostre abitudini quotidiane. Ci si mette le ciabattine appena entrati in casa. Se si dispone di un armadio separato, meglio lasciare lì tutte insieme le giacche usate all’esterno.
Eventuali cartelle tipo trolley si sollevano fino in camera e ci si presta un po’ di attenzione, dando una pulita alle rotelle più di una volta all’anno. Lo stesso vale per le altre cartelle e le sacche dello sport, che giacciono miseramente appoggiate ai pavimenti della scuola o dello spogliatoio, la maggior parte del tempo.
Per quanto riguarda le borse e le cartelle degli adulti: migliorare la pulizia di questi accessori che spesso non vengono mai rinfrescate né lavate è cosa buona. E poi vale sempre la regola che insegnava la nonna: “una signora non appoggia mai la borsa a terra”. Se ci prestiamo attenzione, guadagniamo in eleganza oltre che in pulizia.