La ginnastica presciistica non è un vezzo per gli atleti. Serve a tutti, anche a chi pratica questo sport a livello ludico o amatoriale, bambini compresi
A inizio inverno, un esercito di impazienti (quattro milioni di italiani, secondo l’AMSI, l’Associazione Maestri di Sci) sta consultando i bollettini meteo mentre scruta il cielo in attesa della prima perturbazione buona, quella che imbiancherà definitivamente le montagne.
Senza dimenticare che, prima degli sci, deve essere pronto il fisico: è una regola che vale per tutti, anche per i più piccoli.
Non solo per gli atleti
La ginnastica presciistica, intesa come preparazione atletica allo sci, non è un vezzo per gli atleti. Serve anche a coloro che praticano questo sport a livello ludico o amatoriale, bambini compresi.
Gianni Porchet, direttore della Scuola nazionale Sci e Snowboard di Sestriere, conferma: “Ci auguriamo che chi si avvicina allo sci, di qualunque età, lo faccia attraverso la ginnastica presciistica. Soltanto così si può arrivare preparati e coordinati”.
Lo sci è uno sport tecnico e prevalentemente anaerobico, pertanto può essere praticato anche da soggetti fisicamente impreparati, purché in possesso di una tecnica almeno discreta.
“È meglio affiancare una preparazione, anche generale, per evitare gli infortuni tipici, come le fratture della tibia, la rottura del legamento crociato anteriore, i traumi delle spalle. Questi incidenti sono favoriti, banalmente, da una stanchezza eccessiva, in particolare nei bambini, che hanno scarsa percezione della fatica”.
Sportivi anche senza sci ai piedi
Lo sciatore è prima di tutto uno sportivo e lo è per la maggior parte dell’anno, non solo per qualche mese.
“Fino a 10 anni, per quanto riguarda la ginnastica presciistica, dò un semplice consiglio: basta che i bambini si muovano e, soprattutto, si divertano! Se manca la componente ludica, nella presciistica come nello sci, si rischia il drop out, cioè l’abbandono precoce. Questo fenomeno è aumentato notevolmente negli dieci anni. Il motivo? Un eccessivo spirito agonistico”.
Va bene qualsiasi attività protettiva e propriocettiva, cioè una attività che sviluppi cioè la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza l’intervento della vista.
Per lo sci serve soprattutto l’equilibrio
“Vanno molto bene le attività che sviluppano il senso dell’equilibrio. Tra le più affini allo sci, ci sono gli sport di scivolamento: rollerblade, monociclo, skateboard e pattinaggio, perfetti da praticare al parco in estate. Chi ha la possibilità può praticare alternative un poco più impegnative, come il surf, il windsurf o lo sci nautico. Da fare, ovviamente, dopo aver riflettuto sul budget e sulle inclinazioni del bambino.”
L’alimentazione giusta
Una preparazione particolare è necessaria solo in caso di bambini sovrappeso o sottopeso. All’attività deve essere sempre associata un’alimentazione sana, come ci spiega Antonio Paoli, docente presso il Dipartimento di Anatomia e Fisiologia Umana dell’Università degli Studi di Padova.
“Se lo sci viene praticato con un’adeguata preparazione, con una certa costanza e accompagnato da un regime alimentare corretto, supporta il controllo del peso corporeo”.
Una giornata di sci comporta una spesa calorica totale importante. Lo sci da discesa, in particolare, provoca un dispendio energetico elevato, in media 350 – 400 calorie all’ora. “L’aumento del metabolismo che ne deriva comporta anche un aumento del senso di fame, da non assecondare eccessivamente”.
Occorre dare ai bambini l’energia sufficiente per sopportare lo sforzo e le condizioni ambientali sfavorevoli. Basta gestire bene la prima colazione, con alimenti nutrienti ma non troppo pesanti.