primo dentino
A partire dal terzo e quarto mese di vita, la risposta a ogni cambiamento di umore e di comportamento del bambino è una: i dentini! La fase della dentizione è spesso temuta dai genitori. Avrà male? Piangerà? Smetterà di dormire?
C’è chi parla di bambini che si trasformano nell’arco di una sola giornata da piccoli angeli a diavoletti. C’è chi racconta di un improvviso scambio tra il giorno e la notte oppure di urla inconsolabili.
In realtà ogni bambino ha una storia di denti tutta sua. Generalizzare non ha senso e il rischio è di creare inutili ansie. Proviamo a fare un po’ di chiarezza, ricordando che ogni bambino affronta questa fase a modo proprio, dente per dente, talvolta senza soffrire o provare fastidio.
Quattro mesi: un inizio precoce
Intanto proviamo a vedere quando arriva la temutissima fase della dentizione. La maggior parte dei bambini mette il primo dentino a cavallo tra il quinto e il settimo mese. Ci sono però bambini precoci che già verso il quarto mese possono tagliare la gengiva e altri che fino all’ottavo o nono mese hanno bocche e gengive immacolate.
Il dentino sta spuntando: i primi segnali
Quando arriva il momento in cui spuntano i primi dentini (solitamente gli incisivi inferiori, ma talvolta capita di iniziare da quelli superiori) il bambino potrebbe apparire un po’ più irrequieto. Altri segnali dell’imminente passaggio sono la produzione di una quantità di saliva superiore al normale e il tentativo di mordere qualsiasi cosa. In alcuni bimbi si osserva anche un cambiamento delle feci, che diventano più frequenti e “acide” sia all’odore che alla composizione, con conseguente arrossamento del sederino. Può anche capitare, ma molto raramente, un po’ di febbre. Altro sintomo che si riscontra in alcuni bimbi è l’aumento del muco, con conseguente nasino tappato, raffreddore e un po’ di tosse. Esplode poi il bisogno di coccole e si alza al massimo il livello di mammite.
Stratagemmi felici
Gli stratagemmi per alleviare questi fastidi sono diversi. Si va dai rimedi farmaceutici ai classici trucchi della nonna tramandati di generazione in generazione. Se il dolore è acuto il primo consiglio è come sempre recarsi dal proprio pediatra. Nei casi più forti, quelli accompagnati da febbre, potrebbe essere necessario ricorrere al paracetamolo.
Esistono anche soluzioni omeopatiche o fitoterapiche che possono aiutare, come per esempio le supposte, i sali tissutali o i gel a base di aloe vera da spalmare sulla gengiva. Ai classici giochini da tenere in congelatore si possono affiancare pezzi di carota o di finocchio e croste di pane che aiutano il bimbo ad alleviare il dolore e permettono di assaporare gusti nuovi. Molte mamme sfruttano il latte materno, creando dei mini-ghiaccioli da ciucciare. Un altro trucco a costo zero consiste nel prendere un tovagliolo o un fazzoletto, annodarlo in più punti, bagnarlo e congelarlo. Il freddo, unito all’effetto scrub del tessuto, è un toccasana per le gengive nei momenti più fastidiosi.
Per i culetti irritati vanno sempre bene i lavaggi con acqua e amido, estremamente rinfrescanti. Per lenire eventuali irritazioni sono perfette le classiche cremine all’ossido di zinco. E vale poi il consiglio di stare quanto più possibile con la pelle scoperta. Riscontra sempre buone recensioni la collanina d’ambra, che sembra effettivamente calmare e rilassare i bimbi, e poi è anche molto carina!
Infine, quando tutti questi trucchi non funzionano, la soluzione è solo una: coccole, coccole e ancora coccole, meglio se in fascia, cuore a cuore con mamma o papà.