Lo yoga in gravidanza accompagna le mamme in una grande avventura.
Avere figli è un momento di crescita irripetibile. Un cambiamento profondo nel quale le difficoltà non mancano, ma che insegna a conoscersi e può diventare una grande opportunità di crescita.
Ne parliamo con Alberto Pastrone, che si è formato all’Istituto di psicosomatica e yoga integrale Kuvalayananda. Laureato in Scienze biologiche e diplomato per l’insegnamento dello yoga ai bambini secondo il metodo Balyayoga.
Yoga in gravidanza: niente giudizi, niente punteggi
“Sebbene sia un’attività fisica, è difficile etichettare lo yoga come sport – dice Alberto Pastrone -. Manca la componente agonistica, mancano giudizi e punteggi”.
“Lo scopo dello yoga in gravidanza (ma non solo)non è diventare bravi nelle tecniche, ma utilizzare le tecniche per andare verso un cambiamento di come percepiamo noi stessi e il mondo”.
Come aiuta lo yoga in gravidanza?
Lo yoga in granvidanza porta tre insegnamenti essenziali: respirazione, rilassamento e meditazione. E, naturalmente, asana, cioè posture adattate alle condizioni della gestante e alle varie fasi della gravidanza.
È consigliato aspettare l’inizio del terzo mese, quando l’embrione è stabilmente ancorato.
Nelle ultime settimane di gravidanza si evitano posizioni supine e si lavora più sul fianco per evitare problemi circolatori.
Le asana funzionano come una ginnastica dolce, mantengono il corpo elastico e sciolgono le tensioni, aiutano a percepire i cambiamenti e a diventare consapevoli.
Infine, si insegnano tecniche che aiutano il controllo e l’elasticità del perineo, un’area che nello yoga è sempre stata investita di enorme importanza.
Nonostante la sua importanza il perineo è quasi uno sconosciuto e molte donne lo sentono nominare soltanto durante i corsi preparto.
Quali sono i benefici per la futura mamma?
Prima del parto si ha un giovamento per il mal di schiena. La mamma acquisisce maggiore capacità di sciogliere le parti del corpo e di sentire la nuova vita che cresce.
“Il corpo ha una sua intelligenza e con lo yoga lasciamo che faccia la sua parte”, dice Alberto Pastrone.
“Dopo il parto i legamenti della neomamma sono più lassi, perché gli ormoni preparano il bacino all’elasticità. Per questo è consigliato ricominciare gradualmente l’attività fisica, senza forzare”.
Lo yoga, praticato correttamente, può aiutare a riportare la tonicità e riallineare il corpo che ha subito il “trauma” del parto, in particolare nelle aree del bacino, delle regioni lombari e addominali e nel perineo.
“È fondamentale diventare consapevoli delle emozioni che accompagnano l’esperienza complessiva della maternità. In un periodo così particolare della vita, gli sbalzi emotivi possono essere lievi ma possono anche peggiorare, portando al baby blues o alla depressione post parto”.
Lo yoga è di grande aiuto perché il lavoro sul corpo e sulle emozioni avviene insieme.
Senza dimenticare che praticare il rilassamento, la respirazione profonda e anche la meditazione con il bambino in braccio o sdraiato sul petto è un’esperienza bellissima, anche per il neonato.