A Novara, 15-17 settembre, la 6. edizione di Scarabocchi. Il mio primo festival, giunto alla 6.edizione dedicata a Italo Calvino
Scarabocchi. Il mio primo festival torna a Novara e dedica la 6.edizione a Italo Calvino, nel centenario della nascita. Da venerdì 15 a domenica 17 settembre, Scarabocchi presenta Guardare, immaginare, ricordare, tre azioni fondanti della poetica e dell’opera calviniane. Il disegno, la fotografia, l’immaginazione e la memoria sono i fili conduttori degli appuntamenti al festival.
Incontri, confronti, laboratori
Scarabocchi inaugura la sera del 15 settembre al Castello Sforzesco con Alle volte uno si sente incompleto ed è soltanto giovane, spettacolo di Anna Foglietta, che legge brani da opere di Italo Calvino. In apertura di serata gli attori della Scuola del Teatro Musicale sono i protagonisti di una performance musicale sul tema della fantasia.
Sul disegno domenica 17 settembre si confrontano due dei più celebrati artisti italiani: Altan e Lorenzo Mattotti.
Attraverso la storia di Joshua Edwards e di sua nonna Andra Bucci, superstite della Shoah, Mario Calabresi racconta ai ragazzi l’importanza del ricordare.
Nei tre giorni di Scarabocchi al Cortile del Broletto, transitano alcune tra le disegnatrici e i disegnatori della cultura visiva di oggi in Italia. Mara Cerri apre il laboratorio Disegnare l’invisibile e il fantastico, un dialogo con ragazze e ragazzi per raccontare l’influenza di Calvino e la necessità di aprire un corridoio tra reale e fantastico. Giovanna Durì parte da Un cane basso che guarda in alto per disegnare la nostra necessaria presenza. Elena Tognoli segue le indicazioni del signor Palomar chiedendo alle bambine e ai bambini in quanti modi è possibile disegnare lo stesso cielo. Come nel Castello dei destini incrociati, il laboratorio di Pia Valentinis parte dalle carte dei tarocchi per creare 20 storie diverse. Fabio Magnasciutti prova a disegnare il vuoto, facendo partire dall’oscurità il laboratorio Atto d’assenza, ispirato dal cavaliere inesistente calviniano. A partire dal disegno di un albero, Guido Scarabottolo vuole immaginare la selva calviniana per il barone rampante. Michele Tranquillini immagina un laboratorio partendo dalla spazzatura, un materiale ottimo per costruire, come ha fatto Calvino con la città di Leonia. Lo scrittore Alessandro Barbaglia racconta e l’illustratrice Simona Mulazzani disegna dal vivo la fiaba di Cola Pesce, antica leggenda popolare siciliana, trascritta da Italo Calvino.
Appuntamento speciale è il dialogo Fotografare gli scrittori. Calvino e tutti gli altri tra la fotografa Melina Mulas e il Marco Belpoliti: una conversazione su cosa significa fotografare uno scrittore, ripercorrendo alcuni dei più significativi ritratti di scrittori del Novecento.
Lasciarsi sorprendere da immagini, parole, incanti
Alessandro Baronciani ospita una masterclass per aspiranti fumettisti. Diventa campione delle legature difficili è il laboratorio con la calligrafa Alex Barocco, mentre il tipografo Alfredo Ghidelli cura due laboratori dedicati alla xilografia e agli ex libris, piccoli marchi sui libri nati nella metà del Quattrocento. Nel cortile del Broletto sabato 16 e domenica 17 settembre Non si finisce mai di giocare: angoli per disegnare e per giocare, libri per lasciarsi sorprendere, attività laboratoriali a ciclo continuo o semplicemente tempo per rilassarsi.
In conclusione del festival, il cortile del Broletto è teatro di Lezioni magiche tra trucco e leggerezza, performance del prestigiatore Mariano Navetta ispirata dalle Lezioni americane.
Il programma completo di Scarabocchi. Il mio primo festival è consultabile sul sito scarabocchifestival.it
«Nell’anno in cui le notizie legate all’Intelligenza Artificiale hanno impresso nell’immaginario collettivo timori (o entusiasmi) per un futuro distopico sempre più vicino, l’idea di dedicare un festival al disegno e alla scrittura torna di grande attualità. Per quanto le macchine ci stiano superando, come già notava Italo Calvino nel 1967 nella sua conferenza Cibernetica e fantasmi – nel 2023 cade il centenario della sua nascita –, torna di converso decisivo il nesso mano/cervello che ha guidato per migliaia e migliaia di anni lo sviluppo dell’Homo sapiens. Scarabocchi. Il mio primo festival è un momento d’incontro, di riflessione e di sperimentazione di quanto siano potenti i nostri arti superiori e di come la forma espressiva legata al disegno, compreso quello non normato dello scarabocchio, riesca ad esprimere qualcosa di noi che il linguaggio non riesce sempre a rendere. Un luogo d’incontro tra generazioni diverse, tra genitori e figlio, luogo di divertimento e di continua scoperta»
Marco Belpoliti, direttore artistico di Scarabocchi