Spesso noi genitori soddisfiamo le richieste dei figli per mettere a tacere il nostro senso di colpa. Ma così impediamo di sperimentare il desiderio
Lui vuole la pastasciutta, ma appena gliela metti davanti chiede il riso. Lei vuole giocare a memory, ma appena disponi le carte sul tavolo chiede di guardare un video. In pasticceria ordinano una cioccolata calda, ma quando la portano si impuntano che vogliono un succo di frutta. Una insoddisfazione perenne, uno spreco, un atteggiamento tipico di molti bambini. Con gli occhi da adulti, un capriccio inaccettabile che facciamo fatica ad accettare. Ma cosa c’è dientro Che cosa c’è dietro i bisogni di un bambino mai soddisfatto?
“I comportamenti dei figli che più ci infastidiscono sono estremamente rivelatori – spiega la psicologa Francesca Maria Collevasone -. Prestare attenzione a quello che ci disturba è utilissimo per far evolvere correttamente il rapporto tra noi e loro”.
Se mi vuoi bene, mi dai
In una società che anticipa la soddisfazione del bisogno, rendendoci tutto disponibile, comodo e veloce, lo stile educativo genitoriale cade facilmente nella trappola del “tutto e subito”. O, peggio, nella altrettanto comune trappola del “se mi vuoi bene, mi dai”.
“Succede perché ogni genitore vorrebbe vedere i propri figli felici – continua la dottoressa Collevasone -. Vorremmo assicurare loro una infanzia più facile, evitare dolori e frustrazioni e dare oggetti, attenzioni e opportunità che a noi sono state negate”.
Altre volte è il timore di interpretare la parte del cattivo a indurre un genitore a soddisfare tutte le richieste del bambino. A metterci il carico di briscola sono poi i sensi di colpa. “I genitori che trascorrono poco tempo con i figli fanno fatica a negare qualcosa. Lo fanno per non creare conflitti nel rapporto e per assicurarsi l’affetto, a discapito dell’educazione. Esiste infine un eccesso di indulgenza tipico di questa epoca, che può essere anche un modo per prendere la strada più facile ed evitare di entrare in contatto con i reali bisogni del bambino, rispondendovi in modo adeguato”.
I veri bisogni e i falsi bisogni
Mossi da paure, sensi di colpa e bisogno di affetto, noi genitori ci troviamo spesso ad assecondare i desideri immediati dei figli. “Assecondare tutti i bisogni dei figli, soprattutto quelli più leggeri e superficiali, tuttavia non li fa crescere più sicuri, anzi. Li confonde. Impedisce la nascita di un sentimento importante, l’insoddisfazione, che è il motore necessario per imparare a riconoscere i propri bisogni e a costituire la molla del desiderio“.
Se diamo tutto subito al bambino, non gli permettiamo di sperimentare il vuoto. Non gli lasciamo il tempo di riflettere su ciò che vorrebbe davvero. Non gli lasciamo lo spazio per tendere al raggiungimento dell’obiettivo.
“Aiutare i figli a crescere significa rendere le cose inaccessibili. Lasciar loro spazio, almeno una volta ogni tanto, perché possano sognare qualcosa. Solo così il bambino prova la soddisfazione e il piacere di aver raggiunto quel che desidera. I bambini che ricevono dai loro genitori tutto subito, oppure quelli che non riescono mai a rinunciare a nulla, fanno fatica a riconoscere i propri reali bisogni perché non hanno abbastanza tempo per maturarli. E fanno fatica anche a rapportarsi con gli altri, perché le aspettative che hanno sviluppato non possono essere deluse. Crescono troppo centrati su di sé, con difficoltà a comprendere i bisogni di chi gli sta vicino”.
Il bisogno di limiti
Di fronte alle richieste di un bambino che non è mai soddisfatto, è utile fermarsi e chiedersi che cosa vuole esattamente. Molto probabilmente la risposta sarà: cerca un limite. Qualcosa che esce (dolcemente) dalla bocca del genitore e suona così: “Se mi hai chiesto la pasta e io ti ho fatto la pasta, adesso mangi la pasta”.
Il desiderio continuo può anche essere una richiesta di maggiore presenza emotiva che i bambini mascherano con richieste materiali. Anche il bisogno di sperimentare l’autorevolezza, la forza e la sicurezza del genitore sono motori importanti nella crescita di un bambino. “È importante resistere al timore di deludere i figli negando quello che chiedono – spiega la dottoressa Collevasone -. Mettiamo da parte l’eventuale senso di colpa e pensiamo che regalando l’insoddisfazione stiamo insegnando ai figli come affrontarla. E come tutti sappiamo, l’insoddisfazione è un aspetto che tornerà più e più volte nell’arco della vita”.
Non rispondendo immediamente ai falsi bisogni dei bambini, non solo non togliamo loro nulla, ma gli insegniamo a convivere con il loro bisogno. A riconoscerlo e a sviluppare il piacere. Prima di desiderare. Poi di ottenere.