Se ascoltano bene, cresceranno bene. È il grande tema dell’educazione all’ascolto: attraverso le orecchie – anche quelle piccolissime – passa un mondo.
Siamo andati a scoprirlo insieme al maestro Nicola Campogrande, classe 1969, compositore e direttore artistico del festival di musica internazionale MITO, che quest’anno festeggia la sua decima edizione animando e coinvolgendo due metropoli, Milano e Torino, sul tema incrociato di “Padri e figli”. “Tutti i genitori si accorgono di quanto sono determinanti le esperienze dei loro figli. Magari non emerge subito, ma a poco a poco la sensibilità dei piccoli prende forma e struttura. Nel tempo si stabiliscono consuetudini e si sviluppano curiosità, si crea il gusto, si stabilisce, anche inconsciamente, cosa ci arricchirà la vita. La musica classica ha una funzione: oltre a darci piacere, sviluppa proprio questa sensibilità. Ci abitua ad ascoltare, in assoluto. Ci insegna, frequentando le sale da concerto, che cos’è il pensiero astratto. Per questo credo sia fondamentale ascoltare musica fin da piccoli. Musica eseguita da interpreti di valore, che offrano emozione, bravura e spettacolo”.
Concerti a partire da 2 anni
Il festival MITO coinvolge le migliori compagini musicali delle due città in uno scambio continuo, per esempio porta l’Orchestra della Scala a suonare al Regio e viceversa. Porta il pubblico nei grandi teatri e nelle sale da concerto, ma anche in luoghi non convenzionali, come ex fabbriche, piazze, chiese e auditorium. Quest’anno la musica è per tutti, senza limiti, neanche per i più piccini. Un bellissimo messaggio di apertura e condivisione gioiosa. “Non credo che gli spettacoli musicali o i concerti destinati a bambini e ragazzi debbano essere delle semplificazioni dei lavori per adulti. Né che debbano avere una finalità didattica. Anzi: che un bambino vada a teatro per imparare i nomi delle note o quelli degli strumenti a me sembra un fallimento. Penso, al contrario, che in una sala da concerto i nostri figli, anche molto piccoli, debbano fare esperienze forti, intense, che si differenzino da quelle dei genitori solo nella durata e nella scansione. L’attenzione di un bambino di 2 anni è breve; ma questo non significa che i suoi neuroni-specchio non lo portino a identificarsi con i musicisti sul palco, che le sue orecchie non vibrino di piacere ascoltando il suono di un bell’ensemble, che i suoi occhi non sappiano percepire se davanti a lui c’è qualcuno che sta godendo nel fare musica o se, al contrario, è stato costruito un contesto semplificato, artefatto, nel quale si pensa che, poiché l’ascoltatore è piccolo, gli si può propinare qualunque cosa”.
Sei spettacoli imperdibili
Con queste idee Nicola Campogrande ha ideato un cartellone del festival con sei appuntamenti dedicati ai bambini, uno più bello dell’altro, con artisti capaci di offrire esperienze intense ed emozionanti. L’olandese “Glimp”, per bambini dai 2 ai 4 anni, ha vinto il premio 2015 come migliore spettacolo di teatro musicale per bambini (si tratta del “Young Audience Music Award”, molto prestigioso). “Stand by me” ha come protagonista un quartetto di raffinati sassofonisti che, normalmente, tiene seguitissimi concerti per adulti nelle sale più importanti del mondo. In “Divertimento”, creato apposta per il festival, Luca Uslenghi inventa un gioco-danza che ci fa attraversare, anche fisicamente, la meravigliosa musica di Stravinskij suonata in scena.
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Padri e figli MITO
Timidi, stonati e bambini: tutti in coro
Al festival vince la condivisione. MITO Open Singing è un evento spettacolare e coinvolgente. “Per due giorni Torino e Milano saranno invase dai cori: ben undici concerti. La sera di domenica 11 settembre c’è un grande appuntamento in piazza San Carlo a Torino e a Milano la sera di sabato 10 settembre in piazza Duomo. Tutta la cittadinanza è invitata a cantare assieme a mille coristi, a un coro-guida e a un direttore specializzato nel dirigere il pubblico, lo svizzero Michael Gohl, “capace di far cantare anche i sassi”. Saranno distribuite gratuitamente le partiture necessarie e tutti sono benvenuti, anche chi non sa leggere la musica, chi si considera stonato o chi è timido. Il direttore farà provare i diversi brani a sezioni, aiutati dal coro-guida: prima i soprani, poi i contralti, poi i tenori e infine i bassi. Alla fine ognuno conoscerà la propria parte e si potrà cantare insieme, in modo semplice ma curato, intonando una pagina di Mozart, un brano tradizionale ceco, un estratto dai Carmina Burana di Carl Orff. Scivolando piano piano lungo il programma – sono previsti tredici pezzi – si arriva al Va’ Pensiero conclusivo. Anche i bambini sono invitati a prendere parte (ci sarà un momento con il coro-guida di sole voci bianche) e se ancora non sanno leggere, né le note né le parole, impareranno i brani a memoria, imitando gli adulti”.
Moltiplicare il piacere dell’ascolto
Come entra la musica nella vita di tutti i giorni? “Cantare è importante. In macchina si fa volentieri e insegnare ai bambini qualche piccolo canone è divertente ed efficace, proviamo con ‘Andiam nel vecchio bosco’ o ‘Fra Martino’. Se si suona uno strumento o lo si sente suonare, bisogna insegnare ad ascoltare. Lo si fa offrendo un modello da imitare: senza parlare durante l’ascolto, con lo smartphone spento, concentrandosi su ciò che si sta facendo per goderne appieno. Solo in questo modo la musica viene accolta per quello che è – un formidabile mezzo di espressione – e non una decorazione. Questo vale per tutta la musica, da un rap a una sinfonia di Mahler. In un paese nel quale chi ascolta musica classica rappresenta il 5 – 7% della popolazione, è inutile pensare di tenere il proprio figlio a contatto solo con oboi e violoncelli; è importante offrire varietà, come si fa con il cibo, e sempre, sempre, mostrare che la musica nasce per essere cantata, suonata e ascoltata e non come un sottofondo”.
Genitori musicali
Alex Loggia
con Zak e Julian, 13 e 11 anni
Chitarrista degli Statuto
“Il mio primo ricordo musicale è il saggio di fine anno della prima elementare: suonavo e cantavo ‘La canzone del cowboy’, che solo in seguito ho scoperto essere Red River Blues”. Zak e Julian devono il loro nome alla passione per i Beatles di Alex e della moglie Cinzia “Zak si chiama come il figlio di Ringo Starr e Julian come il figlio di John Lennon. Già da piccoli hanno dimostrato interesse per il rock, il loro gruppo preferito erano i Kiss. Adesso Julian suona il basso e canta, Zak suona la chitarra. Insieme al loro compagno di scuola Luca, che suona la batteria, hanno formato un gruppo ispirato al r&b degli Strypes e hanno già iniziato a fare dei concerti: sono i The Minis! Si divertono e imparano a suonare uno strumento: finché dimostreranno questo interesse, non sarò certo io a dire di smettere”.
Bruno Lampa
con Lorenzo, 7 anni
Maestro di musica e direttore
“Da 23 anni insegno musica bandistica a grandi e piccini e contemporaneamente sono coinvolto in progetti di educazione dedicati ai bambini, che insegnano ad ascoltare la musica e ad amarla. Da grande appassionato di musiche applicate al cinema, in casa si ascolta quella del volo di Hiccup e il suo drago sdentato nel film Dragon Trainer, oppure il finale di Karate Kid con le musiche di Bill Conti, per non parlare di Star Wars, momenti musicali che entrambi amiamo ascoltare in macchina o durante la visione dei film. Lorenzo suona le percussioni in un laboratorio dove sono il maestro: la musica deve essere un gioco e tale deve restare per lui. Non si deve essere adulti con i bambini, ma si deve insegnare la musica tornando piccoli come loro”.
Johnny Mastrocinque
con Thomas, 7 anni
Dj Mastafive
“A casa nostra, semplicemente, la musica c’è. Thomas è venuto a qualche serata, quelle con fruibilità più familiare, come le feste in spiaggia o le discoteche in cui si inizia a suonare presto. Alla GG Sound Fest ha avuto la prima occasione di vedere come lavora papà sotto un profilo più tecnico. Imparare e prendere i vinili e metterli sui giradischi è un gesto venuto da sé: in studio lui sa che c’è la possibilità di giocare di più con gli strumenti, ma sa che è il mio lavoro, quindi ha sviluppato una sensibilità verso il mio momento produttivo cominciando a darmi consigli. Personalmente lo voglio solo vedere felice: se la sua scelta sarà la musica mi sarà più facile aiutarlo, se sarà altro la musica ci accompagnerà comunque nei nostri momenti speciali”.
Elena Gallafrio
con Tea, 4 anni e mezzo, e Pietro, 9 mesi
Violinista
“Ascoltare musica in famiglia per noi è naturale. Tea e Pietro la ascoltano da quando erano in pancia: da anni, oltre a suonare il violino, organizzo laboratori per la prima infanzia direttamente nelle scuole e anche in collaborazione con l’Unione Musicale. A casa è una sinfonia di tutti i generi: dal rock dei Queen, che amiamo molto, alle arie d’opera, ascoltiamo di tutto e in tanti momenti della giornata. Ci divertiamo a cantare e mimare le canzoni per i bambini: “La lumaca e il topolino” è la nostra preferita. Muoversi a ritmo di musica è piacevole e rilassante e ci regala momenti di allegria e condivisione. La musica ci sceglie: succede così anche per lo strumento. Non importa con cosa si scoprono le note, triangoli e maracas vanno bene quanto il flauto dolce o il violino, che Tea ha da poco iniziato. Casa nostra si è trasformata nella sua piccola sala d’orchestra e mentre Pietro spalanca orecchie e occhioni per osservarla, lei si cimenta con le prime note, con tanto di leggio!”.
Nati per la Musica
Rafforzare le competenze cognitive, di linguaggio e attenzione attraverso il linguaggio musicale precoce e sviluppare una stabile e giocosa relazione in famiglia. È questo il bellissimo ruolo di Nati per la Musica, un progetto pensato per i bambini da 0 a 3 anni, nato dieci anni fa con l’obiettivo di creare in famiglia un ambiente favorevole al linguaggio musicale già dal periodo neonatale. Fondatori sono l’Associazione Culturale Pediatri e il Centro di Salute del Bambino, che partecipano al tavolo di lavoro ministeriale “Tavolo permanente Musica 0-6” che coinvolge tutti coloro che in Italia si occupano di educazione musicale per i più piccoli. In particolare, Nati per la Musica sviluppa percorsi di formazione e cooperazione tra le professionalità a contatto con i più piccini (pediatri, ostetriche, educatori, bibliotecari). Tutte le informazioni su http://natiperlamusica.blogspot.it.
[Marta Vitale Brovarone]