Con le scuole chiuse torna l’incubo per i genitori lavoratori. Ecco le misure a sostegno delle famiglie tra smart working, congedi parentali e bonus baby sitter
Più della metà delle regioni italiane sono diventate zona rossa e questo ha portato alla sospensione delle lezioni in presenza per scuole di ogni ordine e grado. Le famiglie vivono lo stesso copione dello scorso anno: mantenere il lavoro con i bambini a casa, molti dei quali in DAD. Il Governo con un nuovo decreto legge del 12 marzo ha stanziato 283 milioni di euro per misure di sostegno alle famiglie. Tre le possibilità: smart working, congedi parentali al 50% e bonus babysitter, fino al 30 di giugno.
Smart working con figli fino ai 16 anni
Le famiglie con genitori lavoratori dipendenti possono chiedere di lavorare in smart working per tutto il tempo di sospensione delle lezioni in presenza a scuola dei figli con meno di 16 anni.
Lo smart working però non toglie il problema del seguire i figli a casa: lavorando è quasi impossibile dedicare loro tempo di qualità o prestare aiuto ai bambini, soprattutto quelli più piccoli, impegnati nella didattica a distanza. Non tutti inoltre hanno dispositivi a sufficienza per coprire le esigenze lavorative e formative di tutti i membri della famiglia. In caso di difficoltà è comunque possibile fare richiesta alla scuola per poter ricevere in prestito un computer o una saponetta per la connessione a internet.
I congedi al 50%
Quei genitori che non possono lavorare da casa possono usufruire del congedo parentale. Il congedo è retribuito al 50% per i figli con meno di 14 anni. Rimane un diritto ma senza retribuzione per figli di 14-16 anni.
Smart working e congedi possono essere chiesti dai genitori in modo alternato, per tutto il periodo di chiusura delle scuole: quindi un genitore ha diritto al lavoro agile o al congedo se non ha già fatto richiesta l’altro genitore.
Il congedo pagato al 50% è retroattivo dal primo gennaio 2021, se chiesto per quarantena di uno dei figli.
Bonus baby sitter
Viene rinnovato il bonus babysitter già attivato lo scorso anno, ma con qualche modifica. A differenza dello scorso autunno, lo possono richiedere soltanto i lavoratori in gestione separata INPS, i lavoratori autonomi, i dipendenti del settore sanitario pubblico e privato accreditato (medici, infermieri, tecnici di laboratorio e di radiologia, operatori sociosanitari).
Il bonus è dedicato anche agli operatori del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico impegnati in attività per il contrasto della diffusione del Covid-19. Ne hanno diritto i genitori di bambini conviventi con meno di 14 anni e si parla di un bonus da 100 euro a settimana da ricevere tramite Libretto Famiglia o versati direttamente agli enti accreditati in caso di centri e servizi per l’infanzia.
In questo caso però il bonus non è accumulabile con il bonus asilo nido. Possono richiedere il bonus anche i lavoratori autonomi non iscritti all’INPS, previa comunicazione dalla propria cassa previdenziale.
Il bonus può essere richiesto a utilizzato solo se l’altro genitore non richiede altre tutele come il congedo Covid al 50%. Non è ancora possibile fare la domanda all’INPS, che saranno prese in considerazione in ordine cronologico di presentazione fino a esaurimento dei fondi.