Gruppi social, ma soprattutto chat WhatsApp di colleghi, amici del martedì, amiche dell’università, famiglia e cugini. E poi, si moltiplicano in base al numero di figli: chat di basket, nuoto, danza, genitori selezionati degli amici dei compagni e chi più ne ha più ne metta.
Diciamolo: le interazioni sociali digitali sono un vero e proprio lavoro emotivo, soprattutto per i genitori: come negarlo?
La crescente dipendenza dalle piattaforme di socialità digitale hanno portato a un aumento significativo dello stress e del burnout. Secondo recenti ricerche, l’iperconnessione e la costante esposizione a notifiche e informazioni possono sovraccaricare il sistema nervoso, rendendo difficile staccarsi e rilassarsi.
Inoltre un recente studio sull’ansia nell’era digitale portato avanti da GAM, clinica psicologica e psichiatrica che che si occupa di ADHD, autismo, ansia e depressione, evidenzia come la pressione sociale derivante dal confronto costante con un gran numero di persone possa alimentare un ciclo di stress e influenzare la nostra capacità di gestire l’ansia.
D’altro canto, le piattaforme sociali offrono utili spazi per la condivisione di conoscenze, esperienze e supporto, e la condivisione veloce di informazioni: oggi non possiamo più farne a meno.
Tuttavia, riflettere criticamente su come queste tecnologie influenzano le nostre relazioni umane e il nostro benessere emotivo, è importante, come è importante essere consapevoli dei propri limiti.
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