Che cos’è il Reddito di Inclusione (e chi può chiederlo)

da | 31 Ago, 2017 | Soldi e Diritti

La nuova misura del reddito di inclusione (REI) è stata definitivamente approvata. Tutto è cominciato con il testo del disegno di legge 2494, ovvero la Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali.

Il reddito di inclusione è un supporto alle famiglie in condizione di necessità economica.

L’obiettivo è quello di salvaguardare le persone in situazioni di povertà (individuato da soglie di reddito ISEE inferiore a 6.000 euro, oltre all’assenza di altri trattamenti economici rilevanti) attraverso un sostegno economico in proporzione al grado di povertà.

Il reddito da inclusione scatta dal primo gennaio e sarà erogato in forma di assegno mensile, della somma da 190 fino a 485 euro, per un massimo di 18 mesi. Sostituisce un’altra forma di aiuto, l’attuale Sostegno per l’Inclusione Attiva, che per i casi di maggior difficoltà arrivava al massimo a una erogazione di 400 euro mensili.

L’importo dell’assegno è calcolato in base al numero dei componenti del nucleo familiare: sono avvantaggiati i nuclei con almeno un figlio minorenne, quelli con un figlio con disabilità (anche se maggiorenne), con una donna in stato di gravidanza o con una persona di 55 anni o più in condizione di disoccupazione

Per chiedere il REI bisogna recarsi, a partire dal primo dicembre 2017, nel proprio comune di residenza, che dovrà predisporre appositi sportelli dedicati e, almeno in teoria, decidere se dare il via libera al beneficio entro 20 giorni. Possono farne richiesta i cittadini italiani, i cittadini comunitari e i cittadini extracomunitari con permesso di lungo soggiorno.

Il Reddito di Inclusione è una misura da tempo auspicata, di forte impatto qualitativo. Mira a garantire ai cittadini il raggiungimento di un reddito minimo universale contro la povertà, integrato con un programma di reinserimento personalizzato attraverso l’intervento dei servizi sociali.

Chi desidera saperne di più può leggere qui un dettagliato articolo dei Social Coesion Days, mentre il sito ufficiale è consultabile qui.  

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