Ridurre gli imballaggi usa e getta e fare una spesa green è una sfida. Difficile, ma non impossibile
Fare scelte green mentre si fa la spesa costa di più? Possiamo trovare le cose che usiamo tutti i giorni in casa senza fare plastica? E se non le trovo, che faccio? Rinuncio o acquisto lo stesso? Si gioca quasi tutto qui, su equilibri molto quotidiani che, spesso, rendono difficile mettere in pratica la sostenibilità, anche quando vorremmo.
La sfida
Comprare senza imballaggi, in particolare in plastica, è una sfida. Perché? Intanto perché nei supermercati, tra i marchi di prodotti che spopolano nelle case, tra i preferiti magari anche dei più piccoli, esistono ancora poche alternative. E allora ti tocca cercare, capire dove andare, fare spese in posti diversi e magari lontani tra loro. Qualcosa lo prendi on line, o con consegna a domicilio. Insomma, la tua disponibilità è messa a dura prova.
Il segreto degli obiettivi raggiungibili
La vera sfida è sorpassare quel momento in cui ti guardi attorno, un giorno qualsiasi mentre fai la spesa, e pensi cosa posso fare io? Davvero la mia scelta può cambiare le cose? Lo sconforto assale tutti, anche quelli carichi delle migliori intenzioni.
Non demordere, perché la situazione, come diceva Hans Rosling, medico e statista svedese molto famoso anche per i suoi Ted-Talk, seppur grave, è in netto miglioramento.
La nostra greentudine ( si potrà dire?) deve essere sostenibile anche per la nostra quotidianità, questa è la prima legge per reggere nel tempo. Le abitudini sono lente da cambiare, non corriamo, facciamo passi proporzionati alle nostre energie. Perché diciamolo, ci vuole anche del tempo per pensare e fare scelte alternative e al contempo valide. Siamo in ritardo per la sostenibilità, ma correre in questa fase è rischioso, perché per la fretta potremmo scegliere obiettivi irraggiungibili, come diventare zerowaste dall’oggi al domani. Consolidiamo abitudini, portiamo la famiglia a comprendere il cambiamento, chiediamo collaborazione e perfezioniamo buone pratiche. Gli obiettivi, per essere raggiunti, devono rispondere a un criterio fondamentale: devono essere realmente raggiungibili.
Cosa metti nel carrello?
La scelta sostenibile, a volte, è a portata di mano. Lì sullo scaffale, nel tuo supermercato di fiducia, accanto al prodotto che acquisti abitualmente. Qualche marchio infatti ha iniziato a introdurre imballaggi alternativi, come il cartone o il vetro. Un esempio è il latte. In questo caso la scelta è semplice, possiamo preferire alla bottiglia di plastica quella in vetro o di cartone, allo stesso costo. Centrale del latte di Torino ha appena introdotto sul mercato LAATTE che ha, tra le altre cose, una confezione “brown”, non sbiancata chimicamente, nel rispetto dell’ambiente. Stesso discorso vale per la maionese, l’olio, l’aceto, la pasta. Da qualche tempo è possibile trovare anche alcuni yogurt nel vasetto di vetro, le uova solo nel contenitore di carta, i fazzoletti da naso e rotoli in carta riciclata. Stanno anche arrivando i primi sacchetti per surgelare in mater-bi, biodegradabili. Ma non basta.
Abbiamo bisogno di portare a casa i biscotti, i cereali, i detersivi, lo shampoo e tutto il resto. Come fare?
Comprare sfuso
L’alternativa davvero sostenibile è l’acquisto del prodotto sfuso. Dove puoi trovare i prodotti senza imballaggio? In qualche supermercato, come Coop e Auchan, è possibile trovare un reparto dedicato all’acquisto senza imballi.
Con il diffondersi della cultura zero-waste, immondizia zero, sono nate delle catene di negozi (come Negozio Leggero) o piccole realtà specializzate, dove puoi trovare davvero tutto dai detersivi ai cereali, dal vino agli spazzolini da denti. Per trovare il negozio più vicino a te puoi fare una ricerca usando il sito Sfusitalia, motore di ricerca che ha mappato il territorio italiano è può indicarti il posto più vicino in cui vendono il prodotto che cerchi. Come funziona? I contenitori si portano da casa (o si comprano direttamente lì la prima volta, al costo di circa 1 euro) e in negozio si fanno le ricariche. Questo vale in particolare per i detersivi e per detergenti. Cereali, legumi, pasta, cacao, the, caffè, vengono venduti nel sacchetto di carta, a peso.
In questi negozi trovate anche tutto il necessario per fare il passo successivo, se ve la sentite. L’auto-produzione! Magari con l’aiuto dei bambini, che a paccioccare sono sempre disponibili!
Quanto mi costa la spesa green?
In qualche caso è ancora vero. Costa un po’ di più. La frutta e la verdura, in particolare. Il formaggio, le uova, la farina. Spesso l’imballo zero è accompagnato, fortunatamente, da qualche altra caratteristica del prodotto: km zero, ovvero la produzione vicino al luogo di vendita e consumo del prodotto, la certificazione di prodotto biologico. Non è ancora vero il contrario, invece, o almeno non è scontato. A volte infatti troviamo prodotti biologici, da filiera corta e iper naturali, rigorosamente imballati in plastica.
Per la maggior parte delle cose, il costo invece è ormai simile. Gli spazzolini da denti in bambù, per esempio, facilmente reperibili anche on line, si trovano allo stesso prezzo di quelli tradizionali e ci sono delle bellissime fantasie per i bambini. In alcuni casi, comprando la confezione multipla, il costo del singolo spazzolino è persino più basso. Stesso discorso vale per le spugne, per la casa o per il corpo, biodegradabili. Per i cereali e la pasta. Per i detersivi alla spina. Per esempio, un litro di detersivo per lavastoviglie, ci costa tra i 6 ei 7 euro. Tra i prodotti più diffusi negli scaffali spendiamo mediamente 5 euro per 650 ml di prodotto.
Prendere o lasciare?
Che regola adottare quando, se vuoi la mozzarella, non ci sono alternative a una sacchetto e una vaschetta monouso di plastica? Discutere con la commessa? E’ una opzione, ma spesso ha solo il risultato di sfinire entrambi. Ci sono normative rigide per alcuni prodotti e qualcosa deve cambiare dall’alto. Mentre aspettiamo il cambiamento, possiamo provare a mediare, a coinvolgere tutta la famiglia per fare in modo che la scelta sia sempre più condivisa e consapevole, e oscillare tra la rinuncia e l’insalata con mozzarella come eccezione. Poi, volendo, ci sono i negozi che vendono i formaggi freschi nei contenitori biodegradabili e compostabili, sono ancora pochi, ma ci sono. Negozi che hanno alle spalle proprietari che fanno scelte professionali precise per aderire a qualcosa in cui credono. E perché no? Per essere scelti da una fetta mercato sempre più importante, quella che sceglie la sostenibilità.
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