Stop a piscine, palestre, teatri: abbiamo diritto a un rimborso?

da | 7 Gen, 2021 | Lifestyle, News

L’avvocato dei consumatori ci spiega come regolarci per quanto riguarda gli abbonamenti e i relativi rimborsi per palestre a altre attività chiuse per Covid 

Ci abbiamo provato. La voglia di normalità e di sano movimento, soprattutto per i più piccoli, unitamente ai dati sull’andamento della pandemia che a settembre mostravano una situazione apparentemente sotto controllo, ci hanno fatto tornare in palestra e in piscina. Abbiamo firmato contratti e sottoscritto abbonamenti.

Ma oggi che i centri sportivi sono nuovamente chiusi causa Covid, che ne è delle lezioni che abbiamo già pagato? Potremo recuperarle e in che modo? E per quanto riguarda i biglietti acquistati per teatri e concerti?

L’avvocato dell’associazione dei consumatori Altroconsumo, Marco Stucchi, ci aiuta in questa guida a capire quali sono i nostri diritti e come trovare la soluzione migliore in un momento di grande incertezza e di difficoltà anche per gli stessi centri sportivi.

Tutte le nuove regole dello sport

Quali sono le regole che, a oggi, disciplinano lo svolgimento delle attività sportive?

“Con il DPCM dello scorso 24 ottobre, il Governo ha introdotto nuove restrizioni per lo sport, del tutto simili a quelle esistenti nel periodo di marzo e aprile, misure che sono state confermate con il successivo DPCM del 3 novembre.

Le uniche attività sportive consentite sono, dunque, quelle all’aperto, in cui le persone devono comunque mantenere il distanziamento sociale, in prossimità della propria abitazione, in forma individuale, evitando ogni forma di assembramento e sempre munite di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Sono, inoltre, sospesi tutti gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva.

L’attività di personal training può ora essere svolta solamente all’aperto, mantenendo sempre la distanza, mentre l’attività fisioterapica e riabilitativa può proseguire, se necessaria per la salute della persona come presidio sanitario obbligatorio”.

Abbonamenti “sospesi”

Cosa succede agli abbonamenti sportivi già sottoscritti con palestre e piscine?

“Molte palestre e centri sportivi hanno offerto ai propri iscritti la possibilità di prolungare il periodo di abbonamento di un periodo pari alle mensilità non usufruite, di fatto offrendo un voucher da utilizzare alla scadenza dell’abbonamento”.

È possibile rifiutare il voucher e chiedere il rimborso di quanto versato per l’abbonamento?

“Dobbiamo tenere presente che in questa situazione si contrappongono due interessi, quello, prettamente economico, delle palestre e dei centri sportivi, e il legittimo interesse dei consumatori a non voler accettare un voucher né a corrispondere il costo dell’abbonamento per le mensilità inutilizzabili, fino anche al venir meno dell’interesse a proseguire l’abbonamento per evitare la frequentazione di ambienti chiusi.

Il problema è, tuttavia, che a livello giuridico non è previsto uno specifico rimedio per una situazione come quella attuale e per questo bisogna ricorrere alle regole generali del nostro ordinamento, che non sempre prevedono la risoluzione di questioni di tal genere. Purtroppo, quindi, ogni situazione va valutata caso per caso e ciascuna dovrebbe essere risolta con il buon senso delle parti e con buona fede e correttezza, principi che il Governo stesso ha suggerito di tenere in considerazione nel valutare gli inadempimenti contrattuali dovuti al periodo attuale. Il consiglio è  trovare una soluzione conciliativa con la palestra.

Se il gestore non accetta, si può inviare un reclamo a mezzo raccomandata a/r o una pec chiedendo la risoluzione del contratto così da interrompere i pagamenti delle rate successive.

In caso di mancata risposta, non vi sono alternative se non rivolgersi a un avvocato per far valere i propri diritti avanti l’Autorità giudiziaria.”

Sport online

Molte palestre si sono attrezzate offrendo la possibilità di svolgere attività a distanza. I corsi online possono essere considerati sostitutivi di quelli in presenza? 

“Se la palestra decide di spostare i corsi on line, non può obbligare gli iscritti a versare la quota mensile ordinaria, ma può semmai chiedere il pagamento di una quota ridotta a coloro che intendono utilizzare i servizi nella nuova modalità.

Ogni palestra valuterà se spostare i corsi on line, ma ciascun utente sarà libero di rifiutarsi di proseguire le lezioni con modalità diversa da quella in presenza, chiedendo, ad esempio, di congelare l’abbonamento.” 

Se nel periodo nel quale palestre e piscine sono rimaste aperte si sono perse delle lezioni a causa di quarantene o isolamenti fiduciari comprovati, si può chiedere il rimborso o il recupero degli incontri saltati? 

“Nel caso in cui il mancato utilizzo dei servizi dei centri sportivi sia stato determinato da una causa di salute personale, come ad esempio la positività al Covid o un obbligo di quarantena a casa, è quanto scritto nel contratto a regolare la facoltà per il consumatore di poter sospendere l’abbonamento. In assenza di una specifica clausola sulla sospensione del contratto, la circostanza viene regolata come un’assenza (o un mancato utilizzo) per malattia.”

Teatri e concerti: tutto cancellato

E per quanto riguarda i biglietti di spettacoli teatrali e concerti? 

“Qui l’iniziale possibilità di scegliere tra il rimborso del biglietto e la corresponsione di un voucher (in ogni caso in capo all’organizzatore, nonostante il parere contrario espresso su questo punto dalle associazioni di consumatori) è stata sostituita dal Decreto Rilancio con la sola previsione di corresponsione al consumatore di un voucher.

La validità è stata però estesa da 12 a 18 mesi.”

Nuove clausole per il futuro

Visto il perdurare della situazione e la sua complessità, come è consigliabile regolarsi per il futuro, quando poi i centri sportivi riapriranno?

“La rivoluzione (anche sotto il piano giuridico) che ha portato la pandemia ha l’effetto di portare modifiche e novità ai nuovi contratti anche in questo settore. C’è chi prevede apposite clausole Covid, ovvero apposite clausole di forza maggiore, c’è chi preferisce stipulare una polizza assicurativa, c’è chi preferisce rinunciare a ricevere i servizi per ragioni strettamente personali. Dal mio punto di vista, suggerisco di risolvere ogni questione tra le parti seguendo i principi di correttezza e buona fede, cercando di accordarsi per le questioni di valore economico modeste ed evitare di instaurare contenziosi lunghi e costosi, soprattutto in un periodo in cui i tribunali non possono garantire appieno la loro operatività.”

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