Stop alla violenza contro le donne!

da | 28 Mar, 2019 | Lifestyle, Persone, Salute e Benessere

Oltre 6 milioni di donne hanno subito violenza nel corso della loro vita. Non si buttano dati lì così senza contestualizzarli, detto di più, certo.  Ma il fatto è che qualunque cosa ci mettiamo intorno, quel numero, rimane impressionante

L’Onu ha inserito la parità di genere tra i suoi Obiettivi da raggiungere entro il 2030. Tra le altre azioni opportune, leggiamo “Eliminare ogni forma di violenza contro tutte le donne, bambine e ragazze nella sfera pubblica e privata, incluso il traffico a fine di prostituzione, lo sfruttamento sessuale e altri tipi di sfruttamento”. L’attenzione c’è e va alimentata. Ma come? 

 

Perché parlare di violenza di genere

Dati Istat alla mano, la violenza contro le donne è ancora un fenomeno grave, diffuso e trasversale tra i diversi status sociali. Negli ultimi cinque anni si osservano segnali di miglioramento, dovuti anche a una maggiore consapevolezza, soprattutto da parte delle donne più giovani. “Le cifre però continuano a essere allarmanti” – spiega Stefania Doglioli, direttrice del Centro Studi e Documentazione del Pensiero Femminile– una donna uccisa ogni 64 ore. Una donna su tre ha subito, nella sua vita, molestie o violenze”. I dati aggiornati sono disponibili on line,  suddivisi per territori, fasce d’età, tipo di violenza e per autori del crimine, e sono piuttosto spaventosi. 

 

L’importanza delle parole

“Non sono solo le cifre ad allarmare – prosegue Stefania- ma anche alcuni messaggi che ancora, per quanto possa sembrare assurdo, lasciano intendere che esista una giustificazione a certi comportamenti. Capita così di sentir parlare di omicidi conseguenti a presunte “tempeste emotive” , o addirittura ad ambiguità nell’atteggiamento della donna volte ad illudere l’aggressore. La cultura che legittima la violenza contro le donne è fatta di svalutazione e di un tentativo sempre più forte di attaccare i diritti fino ad ora conquistati. Rappresentanti e istituzioni devono fare il loro. E’ necessario, soprattutto in alcuni contesti, che per le donne vi sia una possibilità di scelta, che non le veda solo in ruolo meramente riproduttivo e di cura. C’è bisogno di continua attenzione verso questo tema, per evitare di diminuire gli spazi di libertà e di autodeterminazione di tutte le donne”.

 

Donne e uomini

“Provate a pensare- suggerisce ancora Stefania- a questa particolarità. La violenza contro le donne è un crimine dell’odio fuori dall’ordinario. Donne e uomini sono stati, infatti, storicamente, i diversi con cui si è obbligati a convivere. In una ricerca condotta da VOX, Osservatorio Italiano sui Diritti sulla distribuzione dell’hate speech, i linguaggi dell’odio, negli ultimi due anni su twitter il 13,5% dei discorsi d’odio è rivolto  contro gli immigrati, l’11,5% i musulmani, il 2,8% gli ebrei, il 50,5%, il primo posto, spetta alle donne. Il rapporto tra i generi si configura come una straordinaria palestra dove potersi abituare a dare valore alla differenza, una palestra a disposizione di tutti, pressochè obbligata. Palestra importante perchè le donne sono l’unica categoria discriminata ad essere maggioranza.  E’ stato – ed è-  impossibile creare distanza fisica, evitare di frequentarle e frequentarsi. Donne e uomini fanno sì che il diverso sia parte della quotidianità. L’odio è una delle risposte al disagio che nasce dalla confusione di doversi rapportare con qualcosa che non si capisce, che sembra troppo distante da sé. 

 

Agire concretamente

È appena nato e si chiama Safe, il progetto nazionale che coinvolge associazioni presenti in tutte le regioni italiane. Il suo compito è ambizioso: finanziare interventi educativi destinati alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere. Pensata e voluta dall’APS del Centro Studi e Documentazione del Pensiero Femminile, Safe è la prima agenzia specializzata in fundraising per questo tipo di intervento. “A pochi mesi dalla sua nascita – prosegue Stefania Doglioli- il progetto ha già raccolto adesioni da molte associazioni distribuite tra Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Sardegna e Sicilia.  L’intento è quello di fornire strumenti finanziari e di networking, per favorire azioni di prevenzione e sensibilizzazione nella società. La violenza contro le donne non può essere parte di una società sana e tutte e tutti devono essere coinvolti nel suo contrasto. Per questo è importante favorire anche azioni per i più giovani destinati nell’ambito del sistema scolastico, educativo, formativo e del tempo libero. C’è bisogno di una nuova cultura, per parlare una lingua nuova, dove certe parole, come possesso, sottomissione, dominio, proprietà non esistono più”.

 

Stereotipi ed educazione durante la crescita

Sabrina Allegra, sociologa attiva all’interno dell’ Associazione Woman Social Inclusion ci aiuta a fare alcune riflessioni importanti.  Ci sono infatti tappe e  momenti che accompagnano la crescita di bambine e bambini che danno il via a un processo di formazione e interiorizzazione di alcuni stereotipi di genere. “Se per un attimo proviamo a ripercorrere- propone la sociologa- lungo una linea del tempo immaginaria, alcune tappe, tutto diventa chiaro. A partire dall’uso convenzionale di due colori per comunicare al mondo il sesso del/la neonato/a, che poi ritroveremo a scandire esperienze fondamentali per la crescita, come il gioco; ma si ripresentano anche nell’abbigliamento e negli accessori utilizzati per la scuola. Nel mondo degli stereotipi, se ci sono colori “da femmine” e altri “da maschi”, esistono poi anche sport ritenuti essere più o meno femminili e maschili, stesso discorso per le passioni, i giochi, la scelta degli indirizzi formativi, le carriere professionali, e così via. Rispetto alle generazioni passate dei nostri genitori e nonne/i, oggi l’attenzione che ruota intorno all’importanza educativa delle/i minori è fortunatamente cresciuta, in modo particolare per quanto riguarda l’ascolto dei loro bisogni specifici, ma ancora molto è da fare”. 

 

Educazione e prevenzione

Insomma, il passaggio apparente complesso tra stereotipi e educazione altro non è che roba di tutti i giorni. È proprio nei piccoli gesti quotidiani, in ciò che avviene in casa, nella coppia, nella divisione dei ruoli , a scuola,  che si trasmettono modi possibili di stare in relazione, anche rispetto al genere. Per esempio, chi pulisce, chi cucina, chi lava, chi aggiusta, chi sceglie il film… Non è mai presto per iniziare a imbastire buone basi. Ecco qualche lettura,  per affrontare il tema anche con i nostri figli o studenti, partendo proprio dalle cose di tutti i giorni. Per i più piccoli: 

Il trattore della nonna Collana Giralangolo- Sottosopra, EDT

Sono una ragazza! Collana Giralangolo- Sottosopra, EDT

Lunghicapelli Collana Giralangolo- Sottosopra, EDT

Ettore l’uomo straordinariamente forte – Settenove Edizioni 

Vita di Picciu. L’amico che non si vede – Etrù editore 

E per quelli più grandi, adulti compresi!

Una “savia bambina” Gianni Rodari e i modelli femminili– Settenove Edizioni 

Tutte le ragazze avanti – Add Editore

Una. Io sono Una – Add Editore

Marmocchi– Diabolo Edizioni 

 

 

 

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