Acrobazie e combattimenti, tuffi e cadute ma anche espressività e recitazione: nasce il corso stunt kids, i giovani stuntmen
Genitori apprensivi scansatevi, arriva in Italia il corso per Stunt Kids!
Avete presente i temerari stuntmen e stuntwomen, le controfigure degli attori nelle scene d’azione più spericolate? Beh, ora esiste un corso dedicato ai bambini e ragazzi per diventare stunt kids. Se i vostri figli sono amanti del brivido e in qualsiasi gruppo sono sempre i primi a lanciarsi in ogni sorta di impresa spericolata, Stunt kids fa certamente per loro. Il corso ludico sportivo, per ragazze e ragazzi dai 9 ai 15 anni, è proposto da SB Action Academy, l’accademia dello stuntman Simone Belli per formare controfigure professioniste. Stunt kids è al momento attivo solo a Milano e in Lombardia, ma chissà che non arrivi presto in tutte le regioni d’Italia!
Talenti in erba
Simone Belli è referente nazionale FISAC di Combattimento Scenico (come combattere in sicurezza nei film e spettacoli teatrali – live show) ed è anche il fondatore della SB Education e della SB Action Academy. L’idea del corso gli è venuta quando si è accorto che c’era bisogno di ragazzi di talento che facessero gli stunt per altri giovanissimi attori. E così ha iniziato a insegnare le diverse discipline a un suo allievo teatrale, Luca Volpe, ora suo Jr Stunt, raggiungendo ottimi risultati. Luca ha preso parte a film come “Copperman” con Luca Argentero e “Mio fratello rincorre i dinosauri” con Alessandro Gassman e Isabella Ragonese, presentato a Venezia e vincitore della sezione Young Audience Award dello European Film Awards (EFA) 2020. Ovviamente su ogni set Simone era suo coach e safety supervisor.
Agilità ed espressività
Il bello di Stunt Kids è che riunisce in sé tante diverse discipline: prevede infatti parkour, acrobatica di base, combattimento scenico (ossia l’arte di combattere in scena senza farsi male e senza far male agli altri) ma anche recitazione, o meglio, interpretazione, espressività corporea e creatività.
Il percorso è stato inizialmente sperimentato con gli studenti ragazzi di alcune scuole superiori, come la Morandi di Varese e l’ITSOS di Milano e i risultati sono stati molto promettenti.
I rischi delle attività sono sempre controllati, si impara a fare i conti con i propri limiti, ma con la giusta preparazione. Nel mondo degli stunt non si può improvvisare e nulla è lasciato al caso!
Come spiega Simone: “Tutto si basa sulla sicurezza e proprio per questo la percentuale di infortuni sui set dove sono Stunt coordinator è dello zero per cento, anche se può accadere di doverci cimentare in acrobazie molto pericolose”.
Grazie al corso, i ragazzi sviluppano forza fisica, agilità e al contempo acquistano fiducia in loro stessi e grande autocontrollo. E se è nella loro indole lanciarsi in imprese al limite, è certamente meglio che lo facciano in un ambiente controllato e sotto gli occhi vigili di un professionista.
Oltre a questi risultati, il corso è anche divertente, e a volte può anche dare sbocchi lavorativi e soddisfazioni professionali come è accaduto al giovane Luca!
Per informazioni e iscrizioni: www.bellisimone.com/ info@bellisimone.com
Professione stuntman: intervista a Simone Belli
Stuntman, fight-coordinator, referente nazionale FISAC di Combattimento Scenico, istruttore di krav maga, Simone Belli è anche autore del primo manuale italiano per stuntman, “Come diventare uno stuntman – quello che le accademie non dicono”. Simone, come è nata la tua passione per lo stunt?
“Durante l’ultimo anno presso la Civica Accademia d’arte drammatica Nico Pepe, per evitare un esame di canto, ho chiesto se potessi portare un altro lavoro e mi sono divertito a eseguire una sequenza di combattimento scenico e una forma di wu-shu con il mio Maestro Song. Da lì, mi è venuto il desiderio di scoprire se ci fosse una disciplina che unisse il teatro e il combattimento: l’ho trovata! Avevo ventidue anni. Ma l’amore per le discipline che ora formano il mio corredo stunt è nato da ben prima. Credo che l’amore per il brivido mi sia venuto quando mio padre Claudio mi portò a sciare tenendomi sulle spalle. Avrò avuto tre anni, forse meno”.
Qual è la scena più pericolosa che hai interpretato?
“Il concetto di rischio per uno stuntman è diverso che per una persona normale. Ancora di più come stunt coordinator: il mio ruolo è rendere sicure le scene pericolose per dei professionisti addestrati, facendole però percepire come rischiose agli occhi del pubblico. Come stunt perfomer la scena più pericolosa cui ho preso parte è stato prendere fuoco completamente (full body burn) in un sotterraneo, in un campo militare della seconda guerra mondiale. Sono arrivato al momento dello spegnimento a occhi chiusi e trattenendo il respiro. Ovviamente un po’ di sana paura c’era, ma la capacità di gestire lo stress che ho appreso nei corsi seguiti mi ha aiutato parecchio”.
Cosa ti aspetti dall’esperienza con Stunt Kids?
“L’ho già vissuta una prima volta con Luca Volpe ed è andata benissimo. Girare così tanti film, in solo due anni di allenamento, direi che è un grande risultato, soprattutto per un ragazzino.
L’obiettivo con i giovani è aiutarli a essere versatili, renderli in grado di superare le difficoltà della vita in modo pragmatico. Affronteranno quattro discipline diverse con professionisti del settore che li faranno divertire, sognare e li aiuteranno a superare i loro limiti nella maniera più sicura possibile”.
Articolo di Monia Ferrarese