Torta della nonna addio!

da | 1 Nov, 2014 | Lifestyle, Soldi e Diritti

“E’ vietato consumare nel momento del pranzo alimenti diversi da quelli serviti dal gestore della mensa scolastica”: questa è la regola che vige in tutte le scuole italiane, primarie e secondarie di primo grado (asili, elementari e medie inferiori), e tutti vi si devono uniformare. Al momento dell’iscrizione a scuola, infatti, di norma i genitori sottoscrivono anche la richiesta di usufruire del servizio di ristorazione scolastica che dovrebbe (così si prevede a livello normativo) essere garantito dall’Amministrazione Comunale. Nel caso in cui i bambini debbano sottostare a specifiche diete alimentari e/o necessitino di menu particolari, i genitori dovranno farlo presente alla dirigenza scolastica.

Il divieto di portare cibo da casa nasce dall’esigenza di tutelare il consumatore da eventuali danni che potrebbero essere causati dal consumo di alimenti non sicuri, e si estende a qualsiasi tipo di vivanda: dal pane alla pasta, dalla carne ai dolci. Nel corso dell’anno scolastico 2012/13 la Città di Torino ha tenuto un ciclo di incontri dal titolo “Ristorazione: Educazione e Benessere” destinato ai membri delle commissioni mense, agli insegnanti e ai genitori per favorire la maggior trasparenza possibile sulla sicurezza alimentare e gli strumenti utilizzati per garantirla. Ne è scaturita una guida (“Alimenti Scuola e Salute – I Principali Strumenti a Tutela del Consumatore”) in cui si elencano i criteri adottati nella scelta degli alimenti (specificando i pericoli che una selezione mediocre potrebbe comportare); si precisa il ruolo delle autorità preposte al controllo (dal Ministero della Salute all’Istituto Superiore di Sanità ai Nas alle Asl); si illustrano le “buone prassi igieniche” adottate per la corretta gestione degli alimenti (dal momento dell’acquisto a quello della loro cottura e conservazione); si definisce il compito attribuito alle commissioni mensa di ogni scuola torinese; si dettano le linee guida per una sana alimentazione. I pasti devono essere preparati giornalmente – nelle cucine interne per gli asili nido e le scuole materne, nelle ditte di ristorazione per le scuole elementari e medie – e devono essere differenziati nei casi di allergie alimentari, celiachia e/o malattie metaboliche e in base alle esigenze etico-religiose: quindi devono essere sempre previsti, accanto al menu base, menu senza carne, menu senza carne di maiale e menu senza carne e pesce; inoltre, deve essere fornito anche il cosiddetto “menu in bianco”.

Infine, in spregio alla lotta alle merendine (ma non si diceva facessero malissimo?), niente più torte fatte in casa per festeggiare in classe il compleanno del compagno di banco: la motivazione ufficiale è che un dolce avariato potrebbe provocare salmonella e le scuole non possono assumersi un tale rischio. Niente torta con la crema fresca, torta con la panna o tiramisù e via libera alle torte confezionate, ai biscotti industriali o, al massimo, ai dolci di pasticceria (in questo caso però è bene portarsi dietro lo scontrino e l’elenco degli ingredienti). Questa è la regola nazionale cui la maggioranza della scuole (tranne qualche caso nel sud Italia) ha aderito.

[Francesca Galdini]

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