Raggiunta la fase della genitorialità, la vita inizia a scorrere su binari di rassicurante prevedibilità, tra figli, lavoro, tempo libero. Però la cristallizzazione delle abitudini non è cosa buona e ogni tanto uno scossone ci va: arriva l’estate, più detox per tutti!
Dieta detox: no tossine
Le diete sono out, ora si fa la detox, che non serve solo a perdere peso, ma soprattutto a ritrovare energia e benessere, liberandosi dalle tossine accumulate. C’è la detox a base di centrifugati di verdura e frutta, quella all’aloe e c’è pure la Master Cleanse a tutto limone e sciroppo d’acero, che promette una pulizia interna da ritrovarsi visceri da bebè. Dietro a questo grande entusiasmo c’è anche un bel business, ma provare una detox per 3, 5, anche 10 giorni, male non fa. Si perde qualche chilo, si mangia più sano, ma, soprattutto, si spezzano cattive abitudini, osservando con occhio critico la dieta di famiglia. Basta un giro sul web per scoprire quali sono le proposte delle detox più in voga: tra le più facili, per iniziare, c’è quella proposta da Goop, il sito della sempre più lifestyle guru Gwyneth Paltrow. No latticini, no carne, no glutine, no crostacei, no solanacee, no zucchero, no alcool e no caffeina, per un minimo di tre giorni. La detox è ovviamente solo per adulti, ma anche i bambini possono beneficiare di qualche giornata in cui sulla tavola prevalgono pesce e riso, frutta e verdura. Per maggiori dettagli: http://goop.com/detox.
Casa detox: libera mente in libera casa
Le porte degli armadi non si chiudono più perché stipati di ciarpame? È ora di un decluttering casalingo: qui le tossine sono l’eccesso di cose che limitano gli spazi e ci costringono nei movimenti. Un buon metodo per riorganizzare la casa è quello ideato dalla giapponese Marie Kondo nei suoi manuali: “Il magico potere del riordino” e “96 lezioni di felicità”. “La vita comincia davvero solo dopo aver messo ordine in casa. Ecco perché ho dedicato gran parte dell’esistenza all’arte del riordino”, afferma Marie e quel che piace del metodo Konmari è che pone come punto di partenza la gioia: il riordino della casa è per Marie una via per il raggiungimento della felicità. E così, un oggetto che preso in mano non suscita alcuna emozione positiva va buttato. Le cose che restano sono ordinate in modo da lasciarle libere di esprimere la loro energia e di respirare. Al termine del processo, che è molto sistematico – c’è un ordine anche nel sistema per fare ordine -, ci si ritrova una casa libera dal superfluo, ordinatissima e che, idealmente, sprizza gioia da ogni angolo! http://konmari.com
Vita detox: alzati e cammina
“Sitting is the new smoking” si dice ora in America: tramontata l’era delle sigarette, il nuovo nemico dei salutisti è lo stare seduti. Dal sedile della macchina alla scrivania in ufficio fino al divano serale, quante ore passiamo ogni giorno senza muoverci? Troppe. Il dottor James Levine, della Mayo Clinic-Arizona State University, ha studiato per anni gli effetti negativi della sedentarietà e li ha sintetizzati efficacemente: “Sedersi è più pericoloso che fumare, uccide più persone dell’Aids ed è più insidioso del paracadutismo”. L’analogia tra il sedersi e fumare è calzante perché vari studi hanno dimostrato che gli effetti a lungo termine del sedersi non sono riscattati da altre buone abitudini, esattamente come per il fumo. I rischi sono quelli che ci si può immaginare: obesità, diabete, alcuni tipi di tumori. Sedersi fa male e l’unico modo di minimizzare il rischio è di limitare il tempo passato sul didietro. Domani è troppo tardi, si deve iniziare da oggi, mettendo in atto piccole ma costanti modi che al nostro stile di vita.
Digital detox: no tech e no schermi
Disintossicare la mente è forse la migliore tra le detox. Iniziando dagli schermi: quante ore stiamo su pc, tablet, tv e telefono ogni giorno? E quanto ne siamo dipendenti? Essere sempre connessi, raggiungibili, aggiornati, non è così necessario. Fa male alla salute, ma anche all’umore – alcuni studi recenti indicano una correlazione tra infelicità e numero di ore passate sui social. E persino l’Oxford Dictionary online ha di recente introdotto il termine “Digital detox” definito il periodo di tempo in cui una persona evita di utilizzare dispositivi elettronici come smartphone o computer, prendendolo come un’opportunità di ridurre lo stress e concentrarsi sulle interazioni sociali nel mondo reale. Insomma, approfittiamo delle vacanze per la nostra personale digital detox: lasciamo spento ogni schermo e vediamo l’effetto che fa! Risultati auspicabili: ci si muove di più, si sta più insieme. E la sera? Un giro di briscola, un gioco da tavolo, un racconto. Portiamo questa piacevole sensazione di libertà e tempo ritrovato nella nostra quotidianità, stabilendo una sera tech free alla settimana per tutto l’anno.
Family detox: via dalla famiglia
Ci illudiamo di essere il pilastro unico e insostituibile della nostra covata: per questo staccarci è difficile. Ma, incredibile!, pare che non crolli proprio nulla se ci allontaniamo qualche ora o giorno dalla famiglia per una tonificante detox familiare. Così è cosa buona creare una piccola rete di amici o vicini con cui si possano scambiare ore di babysitteraggio, per trovare il tempo di fare dello sport o rilassarsi. Ogni tanto è bene lasciare i piccoli al partner per un paio di giorni e partire – come si sta bene da soli, come si dilatano i tempi, come si ritrova energia, ma anche, come sarà bello rivedersi dopo la separazione! Allo stesso modo, mamma e papà devono ogni tanto ritrovarsi da soli senza bambini, come coppia, idealmente senza parlare di bimbi e lavoro. Perché è vero che la coppia esce un po’ malconcia dall’arrivo dei bimbi: si diventa una famiglia, ed è meraviglioso, ma le fatiche e i conflitti aumentano. I troppi impegni lasciano alla vita a due solo tempi rosicati che non danno felicità. Difficile restare affiatati come coppia se non ci si prende l’impegno – regolare – di dedicarsi dei momenti a due: un viaggetto, una cena fuori, una passeggiata al parco. Difendiamo questi spazi: coppia felice vuol dire bimbi sereni, tra l’altro.
Think positive
La detox dalla negatività parte da un’analisi delle persone che ci circondano e delle incombenze che ci pesano. Capita che nei rapporti umani e lavorativi prevalga l’indolenza: per non avere detto il no giusto al momento giusto ci si ritrova a fare male un lavoro assegnato o subire le conversazioni fastidiose di persone che sanno solo lamentarsi. Con effetti intossicanti sul nostro benessere. Per stare bene, selezioniamo le persone e gli impegni positivi e smaltiamo nel compost tutto il resto. Impariamo dai nostri figli quanto è leggero, liberatorio e che soddisfazione procura sapere dire un buon no. E assaporiamo la sensazione di libertà ritrovata!