Ci scrive una coppia di genitori per chiederci come fare a tranquillizzare il bebè che, soprattutto la sera, si agita e piange.
Siamo genitori alle prime armi e nel tentare di consolare i suoi pianti ci stressiamo parecchio. Ci innervosiamo, tentiamo di calmarlo malamente, spesso nel processo perdiamo la pazienza e litighiamo. Insomma, alla fine ci viene da pensare che siamo delle frane. Ci consigliate qualche trucchetto per tranquillizzare il nostro bebè?
I neonati non piangono senza un motivo. Il pianto è l’unico strumento di comunicazione dei loro bisogni e come tale non deve allarmarci o agitarci. Le cause del pianto possono essere molteplici: la fame, il dolore (quello più frequente è legato alle cosiddette coliche gassose), stimoli troppo forti che suscitano spavento e paura o ancora la semplice mancanza di contatto fisico. Ovviamente individuare la causa che scatena il pianto è il primo passo verso una soluzione, ma purtroppo non sempre è di facile comprensione. Per tranquillizzare il vostro bebè cercate di non allarmarvi o agitarvi. Superato l’aspetto emotivo, insieme o alternandovi, sfoderate pazienza, amore e qualche trucchetto.
Il metodo più comune per calmare un bimbo è la vicinanza fisica: sdraiatevi vicino a lui o, ancor meglio, adagiatelo sul vostro ventre massaggiandolo e accarezzandolo. Il respiro, il battito del cuore e il calore della mamma o del papà hanno una funzione rasserenante. Altrettanto efficace è il bagnetto caldo, magari accompagnato da un massaggino con oli profumati. In entrambi i casi abbassate le luci e riducete il più possibile gli stimoli esterni. Se queste tecniche non funzionano, proponete vari tipi di stimoli ritmici, come ci suggerisce Penelope Leach nel suo libro “Il bambino”, la cui lettura consiglio sempre. La musica funziona perché diminuisce la percezione dei disagi interni o esterni che disturbano: è come se il bambino fosse immerso in una stimolazione distensiva che ne elimina qualsiasi altra. Esistono in commercio molti cd che riproducono motivi ritmici ripetitivi e calmanti, ma vanno bene anche i suoni della natura, come lo scrosciare dell’acqua o la melodia delle onde che si infrangono sulla spiaggia. L’ascolto non sempre è sufficiente ed è meglio se accompagnato con movimenti ritmici del corpo, come il cullare. Alcune recenti ricerche hanno dimostrato che il ritmo efficace del cullare è di almeno 60 movimenti al minuto, con uno spostamento di circa 10 centimetri; sembra che l’effetto calmante del dondolio a questo ritmo sia da ricondursi all’esperienza del bambino nell’utero materno. È difficile raggiungere questa velocità nella culla: è più semplice camminare con il bambino in braccio. Facendo un calcolo, scoprirete che facendo un giro attorno alla stanza lo cullate più o meno con questo ritmo. Se la compresenza dei genitori causa litigi, ci si può mettere d’accordo per fare i turni, evitando sovrapposizioni. Infine, ci sono due ingredienti fondamentali, da usare abbondantemente, che non possono mancare in nessuno dei metodi descritti: pazienza e amore.